
«Tutti i bambini del mondo possano vivere nella pace». È l’appello lanciato da Papa Leone durante l’Angelus, in un dialogo aperto con i numerosi bambini presenti in piazza per la tradizionale benedizione del Bambinello. Il Pontefice ha invitato a non perdere l’occasione di esercitare «pietà e carità, misericordia e abbandono», sottolineando l’importanza di perdonare, incoraggiare e offrire speranza alle persone incontrate ogni giorno. Atteggiamenti che, ha rimarcato, possono aiutare a diventare «presepe accogliente» e «casa ospitale» gli uni per gli altri.
La visita a Gaza e la comunità della Sacra Famiglia
Nel frattempo, a Gaza si è conclusa la visita di tre giorni del Patriarca latino Pierbattista Pizzaballa, definita un balsamo per la comunità cristiana locale, duramente colpita da due anni di guerra. Prima delle celebrazioni natalizie anticipate, il patriarca ha battezzato un neonato, gesto simbolo della speranza portata alla comunità della parrocchia della Sacra Famiglia, oggi ridotta a circa 400 membri. In questo periodo la parrocchia ha offerto rifugio anche a malati, disabili e anziani di fede musulmana.
Segni di speranza tra guerra e distruzione
Durante la visita, Pizzaballa ha distribuito regali e dolci ai bambini, anticipando futuri aiuti umanitari, mentre agli adulti ha offerto abbracci e conforto spirituale, portando la comunione ai malati nei loro giacigli di fortuna. Ha inoltre visitato le case distrutte dei parrocchiani e la tendopoli degli sfollati sulla spiaggia, oltre ai bambini disabili rimasti nella parrocchia durante gli ordini di evacuazione dell’esercito israeliano. La distensione dei rapporti con Israele, favorita anche da un recente colloquio telefonico tra il Papa e il presidente Isaac Herzog, alimenta la speranza che le promesse di aiuti possano concretizzarsi. «Abbiamo le nostre radici qui e qui resteremo, ricostruiremo tutto», ha ribadito Pizzaballa ai fedeli.
