Estero
Lampedusa è in piena emergenza
Immagine Shutterstock
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Con 1'500 ospiti in un centro pensato per accoglierne 350, la struttura di prima accoglienza è al collasso. A favorire l’arrivo di migranti le ottime condizioni meteo e il mare piatto

Senza soluzione di continuità partono dalle coste nordafricane col mare piatto e ottime condizioni meteo verso le coste siciliane, barconi e barchette carichi di migranti che vengono salvati e fatti salire a bordo sugli scafi militari italiani o sulle navi delle Ong. In questi giorni sono stati soccorsi oltre 2’000 migranti; e l'hotspot di Lampedusa è al collasso: oltre 1’500 ospiti per una capienza massima teorica di 350.

Due vedette della capitaneria di porto sono giunte al molo Norimberga di Messina dopo avere soccorso un peschereccio tra Libia e Calabria con a bordo 600 persone. Nella città dello Stretto sono scese 179 persone, ma sulla banchina sono stati deposti anche cinque cadaveri: da accertare le cause della morte. Le altre persone sono state dirottate verso Portopalo di Capo Passero, Catania e Crotone. Tra i migranti vi sono trenta minori non accompagnati.

Sono 674 in totale le persone salvate sabato - alcune recuperate direttamente dall'acqua - da motovedette della capitanerie e della Gdf e dalla nave mercantile Nordic che sono state trasbordate su nave Diciotti della Guardia Costiera, per poi arrivare a terra.

Sotto pressione
È Lampedusa il porto dove si sente più forte la pressione degli arrivi, anche se sull'isola con le spiagge caraibiche e il mare turchese i turisti non sanno cosa avviene a poche centinaia di metri dai loro teli posati sulla sabbia. Ventisei recuperi di barche, con oltre 600 persone, sono avvenuti fra la notte e la mattinata a Lampedusa dove, sabato, invece, c'erano stati un totale di 13 arrivi di imbarcazioni, gran parte recuperate al largo, con poco meno di 350 persone. L'hotspot è stracolmo con oltre 1’500 ospiti (la capienza massima sulla carta è di 350 posti), e le condizioni di vita delle persone non sono tra le migliori, con temperature elevate e sovraffollamento. Alcuni barchini con migranti sono riusciti a giungere direttamente la terraferma, fra Cala Pisana e molo Madonnina. L'emergenza è cominciata a mezzanotte di sabato, quando 4 tunisini, fra cui una donna, sono approdati a Cala Pisana con un gommone di 2 metri. La Guardia di finanza, poco dopo, a mezzo miglio dalla costa, ha intercettato un'imbarcazione di 13 metri, partita da Zawija (Libia), con 123 pakistani, bengalesi, egiziani e sudanesi. La stessa motovedetta delle Fiamme gialle, nel rientrare in porto, ha intercettato un natante di 6 metri, partito da Zarzis (Tunisia), con a bordo 14 tunisini, fra cui 4 minori. A circa 4 miglia da Capo Ponente è stata invece bloccata una barca con 33 siriani ed egiziani, fra cui 10 donne e 2 minori. Direttamente a molo Madonnina è giunto poi un barchino di 5 metri, partito da Zarzis, con a bordo 13 tunisini, fra cui 4 minori. E così via un susseguirsi di sbarchi di migranti fermati a largo con i loro natanti: 111 tra afghani, pakistani, sudanesi, etiopi, somali, nigeriani, senegalesi ed eritrei, poi 13 tunisini e ancora 73 persone su 4 barche, poi altri 36 migranti e poi ancora altri 73.

I soccorsi effettuati dalle Ong
Sea watch ha segnalato che “dopo i 4 soccorsi effettuati sabato, a bordo di SeaWatch3 abbiamo a bordo 428 persone, tra cui donne, bambini, una donna incinta di 9 mesi e un paziente con gravi ustioni costantemente monitorati dal team medico. Se non fossimo stati presenti quale sarebbe stata la loro sorte?”. E così la donna, col marito, e un bimbo piccolo con ustioni, e i suoi genitori, sono stati portati al Poliambulatorio dell'isola. Alla Ong tedesca fa eco Sos Mediterranee: “Questa mattina la Ocean Viking ha avvistato un gommone sovraffollato in pericolo nelle acque internazionali al largo della Libia con 87 persone, di cui 57 minori non accompagnati, e sono state soccorse dalle nostre squadre. Nessuno di loro aveva giubbotti di salvataggio. I sopravvissuti sono ora accuditi dalle squadre della Croce Rossa e di Sos Mediterranee”.

La reazione del presidente della Regione Siciliana
Nello Musumeci dice che “nel prossimo governo di centrodestra la tutela dei confini deve tornare ad essere una priorità, contro la misera tratta di disperati che vengono illusi da ignobili mercanti di morte. Smettiamola con la retorica buonista, chi dice che va tutto bene condanna alla disperazione decine di migliaia di uomini e donne. Accogliere i profughi è un dovere morale, apparire il ventre molle d'Europa è contro il diritto dei popoli di autodeterminarsi”.

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