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Lago Maggiore, "abbiamo dovuto issare i naufraghi uno a uno"
© Vigili del Fuoco
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Keystone-ats
2 anni fa
Il racconto di uno dei giovani che ha contribuito a trarre in salvo diversi naufraghi: "Non sarebbero riusciti ad arrivare a riva da soli, erano vestiti, a peso morto. Se non fossimo passati da lì sarebbero morti tutti".

È grazie all'intervento di quattro giovani se il bilancio del naufragio della 'Goduria', la barca da turismo che si è capovolta a Lisanza (Varese) causando la morte di quattro persone, non è stato ancora più grave. "Li abbiamo visti in acqua, con la nostra barca ci siamo avvicinati, io e i miei amici, e li abbiamo soccorsi". Racconta all'ANSA uno di loro, 32 enne di Parabiago (Milano) che domenica sera ha tratto in salvo i naufraghi. “Se non fossimo passati da lì proprio in quel momento, sarebbero morti tutti”. 

Il racconto

Il gruppo, come fatto più volte in passato, era uscito in motoscafo partendo da Ranco. La serata “era calda. Erano previsti temporali, ma solo a partire dalle 21”, raccontano i giovani alla Prealpina. Invece “è calato improvvisamente il buio e ci siamo ritrovati a fare i conti con violente raffiche di vento e grandine”. Da qui, la decisione di rientrare. "Stavamo rientrando e quando ci siamo avvicinati a Marina di Lisanza, malgrado la visibilità ridotta, abbiamo visto qualcosa in acqua", prosegue il racconto, "e ci siamo accorti che era una persona aggrappata a un pezzo di legno. Dopo pochi attimi abbiamo visto gli altri attaccati a detriti: galleggiavano a stento, erano allo stremo". Senza tuffarsi "abbiamo issato a bordo le prime quattro. Non sarebbero riusciti ad arrivare a riva da soli, erano vestiti, a peso morto, abbiamo dovuto issarli uno ad uno. Poi uno di loro mi ha detto di aver visto due persone morte in acqua". Infine, il salvataggio in extremis di uno dei naufraghi, tirato in barca senza che respirasse: "Lo abbiamo girato su un fianco. La grandine gli arrivava in faccia. Ha rimesso, dopodiché ha respirato".

L'intervento

I ragazzi hanno lanciato in acqua salvagenti, parabordi e qualunque cosa utile ad aiutare i naufraghi a raggiungere la loro barca. "Abbiamo dato l'allarme. Il nostro motoscafo misura dieci metri, quindi non potevamo far salire tutti". Il gruppo ha quindi avvisato un conoscente da Angera, lontano circa un chilometro, che possiede una barca da quindici metri. Mostratagli la zona precisa del naufragio, l'uomo ha caricato altri 15 naufraghi. I 'soccorritori' si sono poi diretti verso il molo di Lisanza. Le persone in ipotermia evidente sono state poste sotto ad altre barche, al riparo, in attesa dei soccorsi. "Abbiamo fatto di tutto per tranquillizzarli, erano in preda al panico, ma anche noi eravamo sotto choc", concludono i ragazzi.

 

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