Estero
La Svizzera dice “No” a un arresto richiesto dall’Italia
Il complesso di Porta Vittoria. Immagine Google Street View
Il complesso di Porta Vittoria. Immagine Google Street View
Redazione
2 anni fa
La Procura di Milano aveva individuato nel nostro Paese un imprenditore italiano su cui pende un’ordinanza di custodia in carcere. La Svizzera ha però risposto picche: “Quel reato da noi non porta in carcere”

La notizia è ripresa in queste ore dalle principali testate italiane: le autorità giudiziarie svizzere hanno negato la consegna all’Italia di un imprenditore romano, presente nel nostro Paese, su cui pende un’ordinanza di custodia in carcere per tentata estorsione alla società proprietaria del complesso immobiliare Porta Vittoria di Milano. Secondo quanto riferito dalla stampa italiana, poco più di una decina di giorni fa la Svizzera avrebbe negato l’esecuzione dell’arresto dell’uomo, come richiesto dalla Procura di Milano, in quanto questo tipo di reato non è punibile con il carcere all’interno della Confederazione.

Latitante
L’imprenditore ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, nel quale afferma di essere latitante dopo avere saputo di essere sottoposto a un ordine di custodia cautelare. “L’ho saputo e ho preferito non farmi trovare. Non vorrei fare l’ennesimo carcere preventivo per poi essere di nuovo assolto”. L’uomo si dichiara estraneo ai fatti che gli vengono rimproverati. “Me ne starò nascosto e posterò tutto: le carte dei processi, le informative fra procure, le assurdità sui miei rapporti con la Banda della Magliana”, ha dichiarato al Corriere. “Mi hanno arrestato perché davo fastidio ai poteri forti, i miei processi hanno dato spettacolo, in 18 anni ne ho subiti oltre trenta, spesso sono stato assolto”.

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