
La Svizzera, storicamente polo internazionale della ricerca farmaceutica, affronta nuove sfide a causa delle politiche statunitensi sui dazi. Interpharma, associazione delle aziende farmaceutiche che comprende Novartis e Roche, mette in guardia: la pressione sul mercato statunitense rischia di avere effetti diretti sul sistema sanitario elvetico.
"Alla fine saranno i pazienti a subirne"
Secondo René Buholzer, CEO di Interpharma, in un’intervista al Corriere del Ticino, “i prezzi dei medicamenti nei Paesi esteri vengono utilizzati negli Stati Uniti per definire il prezzo minimo estero al quale dovrebbe allinearsi il prezzo americano. La conseguenza diretta sarebbe quindi una diminuzione dell’immissione sul mercato svizzero di nuovi farmaci innovativi. E alla fine saranno i pazienti a subirne le conseguenze". Buholzer sottolinea che la Svizzera registra già un rallentamento nell’accesso ai farmaci innovativi: “Rispetto alla Germania, solo circa la metà dei nuovi farmaci innovativi autorizzati dall’Agenzia europea per i medicinali e rimborsati in Germania sono disponibili anche nel nostro Paese”. Le nuove normative statunitensi, come la clausola della “nazione più favorita”, potrebbero aggravare ulteriormente la situazione.
"Industria farmaceutica elvetica meno attrattiva"
Non si tratta solo di prezzi, ma anche di competitività: “Se la Svizzera vuole continuare ad avere un ruolo da svolgere, deve stabilire condizioni quadro che le consentano di distinguersi per rimanere competitiva. Solo così potrà invogliare le aziende farmaceutiche internazionali a rimanere e a sviluppare le loro attività”, continua Buholzer. Il CEO di Interpharma richiama infine l’attenzione sull’equilibrio tra contenimento dei costi e accesso all’innovazione: “Il benessere del paziente deve essere posto al centro dell’interesse comune. I farmaci e le terapie innovative hanno un costo, ma alla fine consentono di ridurre notevolmente tali costi per la società e il sistema sanitario”. L’industria farmaceutica svizzera rischia così di diventare meno attrattiva, con possibili ripercussioni su occupazione, ricerca e gettito fiscale.
