
L’offensiva russa via terra, iniziata nella notte tra domenica e lunedì, ha fatto registrare un successo con la conquista della cittadina di Kremin. Una cittadina importante perché “rappresenta un po’ una cerniera sulla parte nord del fronte”, racconta a Ticinonews l’inviato della Stampa e del Federalista Francesco Semprini. “È stata conquistata dopo diverse ore di combattimento urbano. Significa che la distanza tra i due eserciti si è ridotta: non si combatte più solo con artiglieria e missili, bensì strada per strada e casa per casa”. Bisogna poi dire che l’offensiva si basa su una serie di bombardamenti a tappeto che “vanno avanti da una decina di giorni, e hanno preso di mira non solo la linea del fronte, ma anche le grandi città del Donbass governativo, ovvero Kramatorsk e Sloviansk”, le quali sono state “martellate da missili, in maniera sempre più intensa e sempre più vicino al centro cittadino”. Questo perché “l’obiettivo di Putin è di entrare nel Donbass governativo e di prenderne il controllo nella sua interezza”.
Bombardamenti a Sievierodonetsk
Semprini è stato a sua volta vittima di un bombardamento... “Eravamo a Sievierodonetsk, città importante in quanto ultimo grande centro abitato controllato dai governativi prima di quella linea gotica al di là della quale si estende il regno di Putin”. Ed è una città che “più di altre rappresenta la resistenza dei militari ucraini. Era la terza volta che ci recavamo lì, ed ogni volta era peggio. Ci trovavamo nella caserma della polizia militare quando è iniziato questo bombardamento fortissimo, durato complessivamente per due ore. Dobbiamo ringraziare la professionalità e il coraggio dei militari ucraini se ne siamo usciti sani e salvi”.
Fine delle ostilità il 9 maggio? “Non credo”
Come è noto, la data del 9 maggio è molto importante per la Russia, dato che è quella della celebrazione della vittoria nella grande guerra contro l’occupante nazista... “Io non so se il Donbass sarà tutto nelle mani dei russi per il 9 maggio”, annota Semprini. “Credo che i tempi saranno più lunghi, perché c’è una resistenza determinata a non concedere neppure un metro quadro di territorio, perché stanno arrivando delle armi dall’Occidente a sostegno dell’esercito ucraino, e perché credo che anche le caratteristiche del teatro nel quale si sta operando richiederanno dei tempi più lunghi”. Dicevano che ci vorranno almeno due settimane per arrivare all’apice della battaglia, ma poi “non è detto che questo apice sarà anche il momento in cui la curva bellica scenderà”. Anzi, “può darsi che lo stesso apice durerà per molto tempo”.
La “curiosa” celebrazione
Ieri, nel frattempo, per celebrare la “presa” di Mariupol, che i russi considerano ormai sotto il loro controllo, c’è stato un curioso alzabandiera sul Cremlino: è stata issata proprio la bandiera della vittoria del 1945. Un drappo rosso con falce e martello. “È stata un’immagine di un certo effetto, rivedere falce e martello sul Cremlino”, conclude Semprini.
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