Estero
L’Italia stringe per Natale
Filippo Suessli
3 anni fa
È confermato: dal 21 dicembre al 6 gennaio sarà vietato spostarsi tra Regioni, salvo ragioni di lavoro, salute o necessità

Per le festività natalizie l’Italia ha scelto la linea dura. A comunicarlo, questa sera in conferenza stampa, il primo ministro Giuseppe Conte che ha confermato la stretta sugli spostamenti dal 21 dicembre al 6 gennaio. In quelle date non ci si potrà più spostare tra Regioni salvo motivi di lavoro, salute o necessità. Addirittura il 25 e il 26 dicembre, così come il 1° gennaio, non ci si potrà spostare da un comune all’altro. In ogni caso è sempre consentito il rientro al comune di residenza, di domicilio o dove si ha l’abitazione.

Quarantena per chi arriva dall’estero

“Dobbiamo scongiurare il rischio di una terza ondata che potrebbe arrivare già in gennaio”, ha spiegato Conte. Per questo resta anche il coprifuoco dalle 22 alle 5, che il primo gennaio scadrà due ore dopo, alle sette. “Gli italiani che andranno all’estero per turismo dal 21 dicembre al 6 gennaio, al rientro dovranno sottoporsi alla quarantena. È una misura dissuasiva. Questo anche per i turisti stranieri”, ha spiegato Conte. Gli impianti da sci resteranno chiusi dal 4 dicembre al 6 gennaio, mentre le crociere sono sospese dal 21 dicembre al 6 gennaio. Da gennaio ripartirà la scuola in presenza per il 75% degli studenti ha aggiunto il primo ministro.

Rimangono le Regioni colorate

Inoltre rimarranno le differenze tra regioni. “Continueremo ad applicare il sistema che prevede le Regioni colorate, è un sistema che sta funzionando, che si sta rivelando efficace. Ci permette di applicare misure differenziate sul territorio”. Un sistema che, secondo Conte, ha dimostrato di funzionare abbassando, pur senza un lockdown generalizzato, l’indice di trasmissione del virus: “Nel giro di appena un mese abbiamo piegato la curva dei contagi, portando l’Rt sotto l’1. Attualmente è a quota 0,91”. Secondo Conte, però, entro qualche settimana tutte le Regioni saranno entro i parametri del giallo, il meno stringente.

Negozi

Rimarranno aperti i negozi, anzi potranno essere aperti fino alle 21 per diluire le presenze. Ma nei fine settimana, nei festivi e prefestivi, nei centri commerciali potranno aprire solo le attività essenziali. Inoltre è stato attivato il piano di cashback: un rimborso del 10% di ciò che si spende con carte di credito, debito, prepagate e app, fino a 150 euro. Questo solo per gli acquisti dal vivo, per dare una mano ai commercianti.

Altre misure
I ristoranti potranno essere aperti a pranzo anche nei giorni festivi, ma vige un limite di quattro persone per tavolo. La sera resteranno sempre disponibili la consegna a domicilio e l’asporto. Le funzioni religiose dovranno consentire ai fedeli di rientrare per le 22, chiusi invece cinema e teatri.

La rabbia delle Regioni
“C’è stupore e rammarico per il mancato confronto”, attaccano le Regioni sottolineando che il metodo utilizzato dal governo “contrasta con lo spirito di legale collaborazione” tra istituzioni e impedisce di arrivare a “soluzioni più idonee per contemperare le misure di contenimento e il contesto di relazioni familiari e sociali tipiche” del Natale. I governatori italiani criticano anche il fatto che né nel decreto legge né nel Dpcm si faccia riferimento ai ristori promessi per le attività costrette a chiudere. Il divieto di andare da un comune all’altro è una “limitazione ingiustificata e lunare” dice Attilio Fontana mentre Luca Zaia chiede “quale tecnico sanitario abbia avallato una cosa del genere”. E se il presidente della Liguria Giovanni Toti definisce quello del governo un comportamento “scorretto” che “mortifica i sacrifici dei cittadini”, quello della Valle d’Aosta Erik Lavevaz parla di una misura “iniqua” e Massimiliano Fedriga (Friuli-Venezia Giulia) di “disparità di trattamento” tra chi abita in una grande città e chi invece nei piccoli comuni. Ai governatori risponde Boccia ribadendo che coprifuoco e limitazione alla mobilità sono punti “inamovibili”: è “incomprensibile - afferma il ministro - “il loro stupore. Le norme sono state discusse in due riunioni durate 7 ore”.

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