
Uomini armati che si sospetta siano collegati all’Isis hanno ucciso dieci persone, tra cui una donna, nell’ultima strage compiuta nello stato del Borno, nel nord-est della Nigeria. Lo hanno riferito all’Afp fonti di una milizia locale.
Le vittime sono state uccise a colpi d’arma da fuoco mentre raccoglievano rottami di veicoli bruciati durante operazioni militari condotte nel villaggio di Goni Kurmi, vicino alla città di Bama.
I jihadisti di recente avevano già attaccato civili che raccoglievano rottami di loro vetture accusandoli di spiare per conto dell’esercito. Lo «Stato Islamico della Provincia dell’Africa Occidentale» (Iswap), che si è separato dagli estremisti islamici Boko Haram nel 2016, è diventato la minaccia principale nel nord-est della Nigeria.
Nella tarda serata di ieri terroristi dell’Iswap hanno anche attaccato nella città di Monguno uccidendo tre miliziani e rapendo tre civili, secondo fonti della sicurezza e operatori umanitari.
Già il 7 giugno, 23 persone in cerca di rottami erano state uccise da uomini armati presumibilmente dall’Iswap nel villaggio di Magdala, nel vicino distretto di Dikwa. A fine maggio altre 30 persone erano state massacrate a Mudu, nello stesso distretto. Secondo le Nazioni Unite, dal 2009 la violenza jihadista ha ucciso oltre 40.000 persone e ha causato circa due milioni di sfollati nel nord-est del più popoloso Paese africano.
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