Live Crisi in Medio Oriente
"Make Iran great again", Trump apre al cambio di regime
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26 minuti fa
Tutti gli aggiornamenti sulla situazione in Medio Oriente nel nostro live.
28 minuti fa
"Make Iran great again", Trump apre al cambio di regime
Lo ha scritto il presidente statunitense. Sull'attacco ai siti nucleari: "Annientati".

"Non è politicamente corretto usare il termine 'cambio di regime', ma se l'attuale regime iraniano non è in grado di rendere l'Iran di nuovo grande, perché non dovrebbe esserci un cambio di regime??? Miga!!!": lo scrive Donald Trump, parafrasando Maga (Make America great again) in Miga per adattarlo all'Iran. E' la prima volta che il presidente sembra aperto ad un cambio di regime.

"Abbiamo fatto centro"

"Tutti i siti nucleari in Iran hanno subito danni monumentali, come mostrato dalle immagini satellitari. Annientamento è un termine esatto! La struttura bianca mostrata è incastonata profondamente nella roccia, con il tetto ben al di sotto del livello del terreno, e completamente protetto dal fuoco. I danni maggiori si sono verificati ben al di sotto del livello del suolo. Centro!!!". Così il presidente Usa, Donald Trump, su Truth.

12 ore fa
Le reazioni dei partiti al raid Usa: preoccupazione diffusa
I partiti svizzeri hanno reagito ai fatti delle scorse ore, esprimendo preoccupazione e critiche per le azioni Usa in Medio Oriente.

Prevale la preoccupazione tra i partiti politici dopo gli attacchi statunitensi contro i siti nucleari iraniani. Alcuni puntano il dito contro il comportamento bellicoso di Donald Trump.

"Preoccupazione" da destra per le conseguenze sulla diplomazia

Pur non criticando esplicitamente l'attacco, il PLR e i Verdi liberali giudicano "molto preoccupante" l'escalation tra Stati Uniti e Iran. I liberali-radicali non escludono ripercussioni indirette per la Svizzera, in particolare per quanto riguarda l'approvvigionamento energetico, la sicurezza o la stabilità economica. Il PLR ritiene anche che la Svizzera debba "contribuire alla de-escalation". Il PVL sostiene che Berna dovrebbe continuare a impegnarsi per la protezione della popolazione civile e il ritorno alla diplomazia.
Il presidente del Centro, Gerhard Pfister, punta invece il dito contro le incoerenze e la decisione statunitense di attaccare l'Iran: "con questa decisione, il presidente Trump si allontana ancora di più, come già fanno la Cina e la Russia, da un ordine mondiale fondato sul diritto internazionale, per orientarsi verso un'imposizione spietata dei propri interessi di superpotenza". Secondo lo zughese, tutto ciò rappresenta un segnale preoccupante per la Svizzera.

La sinistra: violazione del diritto internazionale e nucleare

Da parte sua, la sinistra constata una violazione del diritto internazionale da parte dell'amministrazione Trump. Il co-presidente del PS Cedric Wermuth ritiene che il regime degli ayatollah debba finire, ma non in questo modo. "Gli ultimi vent'anni hanno dimostrato che un cambiamento di regime imposto dall'esterno non è possibile", afferma l'argoviese, che lamenta la mancanza di sostegno alle manifestazioni popolari del 2020 in Iran.
I recenti attacchi contro l'Iran "mostrano quanto siano pericolose le armi nucleari per la nostra sicurezza", sostengono invece i Verdi. I consiglieri nazionali ecologisti Nicolas Walder e Siber Arslan chiedono un impegno credibile a favore del diritto internazionale, la cessazione immediata degli attacchi e l'adesione al Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW). I Verdi invitano anche il Consiglio federale a riunire tutte le parti in conflitto al tavolo delle trattative, insistendo sul rispetto del diritto internazionale.

L'Udc non commenta

L'UDC non ha risposto per il momento alle richieste dell'agenzia Keystone-ATS.

12 ore fa
Rubio, Usa pronti a discutere con Iran sul nucleare civile
Secondo le affermazioni del segretario di stato Usa "l'offerta" di permettere all'Iran di utilizzare l'energia nucleare nel paese "è ancora valida".

Gli Stati Uniti permetterebbero all'Iran di gestire centrali nucleari, ma non di arricchire il proprio combustibile: lo ha detto il segretario di Stato Marco Rubio, dopo l'ondata di attacchi americani mirati a smantellare il programma nucleare iraniano.

Le dichiarazioni di Rubio

"Il regime iraniano dovrebbe svegliarsi e dire 'OK, se vogliamo davvero l'energia nucleare nel nostro Paese, c'è un modo per farlo'. Quell'offerta è ancora valida, siamo pronti a parlare con loro domani", ha spiegato a Fox News. "Alla fine, devono prendere una decisione. È una decisione molto semplice: se quello che vogliono sono reattori nucleari per avere elettricità - ci sono tanti altri Paesi al mondo che lo fanno, e non sono obbligati ad arricchire il proprio uranio - possono farlo", ha aggiunto Rubio.

13 ore fa
Pezeshkian a proteste per raid Usa, piazza urla "vendetta"
È quanto mostrano i video della Tv di stato, e quelli che circolano in rete.

Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian partecipa a una manifestazione contro i raid americani sull'Iran. Lo mostrano le immagini della tv di Stato iraniana. "Vendetta, vendetta!" gridano i manifestanti con i pugni alzati, mentre il presidente cerca di farsi strada tra la folla radunata in Piazza Enghelab (Rivoluzione), nel centro di Teheran.

14 ore fa
Parlamento Iran, "chiudere lo Stretto di Hormuz". Vance: "suicidio"
Il parlamento sta valutando se chiudere lo Stretto di Hormuz, da cui passa una parte importante delle esportazioni di gas e petrolio del Golfo Persico.

Il Parlamento iraniano ritiene necessario chiudere lo Stretto di Hormuz in seguito agli attacchi statunitensi contro gli impianti nucleari iraniani. Lo ha affermato Esmail Kosari, membro della commissione parlamentare per la sicurezza nazionale. Lo riferisce l'agenzia Tass. Ora la decisione finale spetta al Consiglio supremo di sicurezza nazionale.

"Un suicidio" secondo Vance

Chiudere lo stretto di Hormuz sarebbe "un suicidio" per l'Iran. Lo ha detto il vice presidente americano Jd Vance. "Tutta la loro economia passa attraverso lo Stretto di Hormuz. Perché dovrebbero farlo? Non credo abbia alcun senso", ha aggiunto il numero due di Donald Trump.

14 ore fa
Nell'attacco Usa impiegati 7 bombardieri e 125 aerei militari
La Casa Bianca reitera gli "inviti" all'Iran ad astenersi dalle rappresaglie. Nel frattempo, sono stati divulgati i dettagli dell'operazione delle scorse ore.

Il Segretario alla difesa statunitense Pete Hegseth ha affermato che le ambizioni nucleari dell'Iran "sono state annientate" in seguito agli attacchi militari statunitensi contro i principali impianti nucleari del Paese. "L'ordine che abbiamo ricevuto dal nostro comandante in capo era mirato, potente e chiaro", ha dichiarato Hegseth dal podio del Pentagono. "Abbiamo devastato il programma nucleare iraniano, ma vale la pena sottolineare che l'operazione non ha preso di mira le truppe iraniane o il popolo iraniano. Grazie alla leadership audace e visionaria del presidente Trump e al suo impegno per la pace attraverso la forza, le ambizioni nucleari dell'Iran sono state annientate".

"Donald Trump vuole la pace"

"L'Iran sia intelligente e ascolti le parole di Trump", ha poi dichiarato Hegseth, leggendo l'avvertimento del presidente su Truth che qualsiasi rappresaglia da parte di Teheran scatenerà "una forza maggiore" da parte degli Stati Uniti. "Donald Trump vuole la pace e l'Iran dovrebbe seguirlo", ha ammonito il capo del Pentagono, precisando che l'operazione contro l'Iran non mirava al cambio di regime. "Abbiamo lavorato a stretto contatto e ci consultiamo continuamente con gli alleati nella regione. Anche loro hanno forze e asset dove ci sono truppe americane", ha aggiunto.

7 bombardieri B-2 e 125 aerei militari

Alla conferenza stampa è intervenuto anche il capo di stato maggiore USA, il generale Dan Caine, il quale ha dichiarato che per l'attacco contro l'Iran sono stati impiegati "sette bombardieri B-2". "È stata la più grande operazione d'attacco con i bombardieri B-2 e la seconda più lunga della storia USA dopo l'11 settembre", ha detto Caine. Nell'attacco in Iran sono stati impiegati oltre 125 aerei militari, ha precisato il generale. Il movimento di alcuni stealth B-2 sul Pacifico era un "tranello", ha indicato il capo di stato maggiore USA, confermando inoltre che un sottomarino della marina USA nel Golfo Persico ha lanciato oltre 20 missili Tomahawk nell'ambito dell'attacco. Donald Trump ha informato il Congresso dell'attacco all'Iran immediatamente "dopo che gli aerei erano decollati in sicurezza", ha aggiunto Hegseth, precisando che questo è in linea con il "War Powers Act". Alle truppe USA nella regione non è stato dato alcun preavviso dell'attacco, ha affermato Caine.

14 ore fa
Lega Araba: "un'escalation porta ad un'infinita spirale di violenza"
La Lega Araba invita tutte le parti a ricorrere alla diplomazia.

La Lega Araba segue con grande preoccupazione gli sviluppi in corso dopo gli attacchi degli Stati Uniti contro l'Iran, esprimendo la propria condanna per qualsiasi azione militare che violi la sovranità degli Stati.

La presa di posizione

La segreteria generale della Lega sottolinea che l'attuale escalation non farà altro che portare a una spirale infinita di violenza, con ripercussioni negative per tutti. La Lega Araba invita tutte le parti a non lasciarsi trascinare nella spirale dell'escalation e a ricorrere alla diplomazia, unica via per risolvere tutte le questioni controverse.

15 ore fa
Israele: sito Natanz distrutto, uranio non era stato trasferito
Lo afferma l'esercito israeliano. Le notizie non sono certe a causa della posizione dei siti nucleari, posti sottoterra.

L'establishment della Difesa israeliana si ritiene soddisfatto dell'esito dell'attacco Usa all'Iran e stima che l'impianto di Natanz sia stato completamente distrutto. Lo riferisce il notiziario di Channel 12. Israele è ancora in attesa di ulteriori dettagli invece per i siti nucleari di Fordow e Isfahan. Secondo l'intelligence militare, l'uranio arricchito era immagazzinato a Natanz e Isfahan e la stragrande maggioranza non è stata portata fuori dai siti, quindi si trovava lì al momento dell'attacco.

Notizie ancora non certe

L'attuale mancanza di notizie precise sul reale risultato dell'attacco americano agli impianti di Fordow e Isfahan deriva dal fatto che entrambi i siti si trovano in profondità nel sottosuolo e non dal timore che qualcosa sia andato storto durante l'attacco. La valutazione finale dirà se il programma nucleare sia regredito o sia stato completamente annientato.

15 ore fa
L'America si blinda, rafforzate le misure di sicurezza
Leader e forze dell'ordine locali sono in stato di massima allerta. Nuovi agenti presso siti religiosi, culturali e diplomatici.

L'America si blinda, dopo l'attacco USA in Iran. Le autorità federali e i leader di diversi importanti Stati e città, da New York a Los Angeles e alla capitale, stanno rafforzando le misure di sicurezza e monitorando potenziali minacce dopo i raid americani. "Le nostre risorse sono pienamente impegnate. Rimaniamo vigili. Dio benedica l'America e tutti coloro che la difendono", ha scritto su X il vice capo dell'FBI Dan Bongino.

"Lavoreremo incessantemente per proteggere la patria"

"Lavoreremo incessantemente per proteggere la patria americana", ha scritto su X la segretaria alla sicurezza interna Kristi Noem. Anche i leader locali e le forze dell'ordine sono in stato di massima allerta. Già nelle prime ore del mattino, i dipartimenti di polizia della capitale statunitense e della Grande mela avevano annunciato l'invio di nuovi agenti presso siti religiosi, culturali e diplomatici e altri luoghi strategici.

16 ore fa
IDF, "ci prepariamo a un conflitto prolungato con l'Iran"
Lo ha comunicato il portavoce dell'esercito israeliano, analizzando i vari scenari futuri possibili.

Il portavoce dell'IDF, il colonnello Effi Daffrin, ha dichiarato che "il regime iraniano, nella sua debolezza, continua a tentare di colpire centri abitati. Abbiamo una difesa solida, ma non ermetica". Ha aggiunto che l'IDF si sta preparando a una vasta gamma di scenari e ha invitato la popolazione a mantenere resilienza e sangue freddo.

"Rimuovere la minaccia esistenziale su Israele"

Riferendosi all'attacco statunitense contro gli impianti nucleari in Iran, ha affermato che "l'IDF agisce con un obiettivo chiaro: rimuovere la minaccia esistenziale su Israele". Secondo lui, l'esercito dispone di ulteriori piani e obiettivi e si sta preparando a una prosecuzione prolungata della guerra.

16 ore fa
Macron ha parlato con il principe saudita e il sultano Oman
Uno dei focus è la partenza delle persone di nazionalità francese presenti in Iran e Israele.

Il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha avuto questa mattina due colloqui successivi, uno con il principe ereditario dell'Arabia Saudita, poi con il sultano dell'Oman, per fare il punto sulla situazione in Medio Oriente dopo gli ultimi attacchi degli Stati Uniti sull'Iran. Lo si apprende da una fonte dell'Eliseo.

"Proseguire i contatti con leader della regione"

Il presidente Macron - informano le fonti - "intende proseguire nelle prossime ore i suoi contatti con i partner europei e i leader della regione". Nel "contesto di escalation" attuale, Macron ha sottolineato che "la Francia fa tutto il possibile per accelerare la partenza dei suoi connazionali da Iran e Israele".

17 ore fa
Mezzaluna Rossa iraniana, nessuna vittima nei raid USA
Lo riferisce il capo dell'organizzazione umanitaria, ripreso dalla televisione di Stato.

Gli attacchi americani contro tre siti nucleari iraniani non hanno causato vittime. Lo ha affermato il capo della Mezzaluna Rossa iraniana, Pir Hossein Kolivand. "Fortunatamente, non ci sono stati martiri durante gli eventi di ieri sera legati all'aggressione statunitense contro gli impianti nucleari iraniani", ha detto, secondo quanto riferisce la televisione di Stato.

17 ore fa
Domattina Araghchi incontrerà Putin a Mosca
Lo ha annunciato in conferenza stampa da Istanbul.

Il ministro degli esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha annunciato in conferenza stampa da Istanbul che nel pomeriggio partirà per Mosca. Araghchi ha quindi reso noto che vedrà domani mattina Vladimir Putin, definito "un amico dell'Iran" con cui Teheran "si consulta sempre".

17 ore fa
L'Iran aveva già spostato l'uranio da Fordow ad un luogo segreto
La fonte ha aggiunto che anche il personale presente nel sito era stato ridotto al minimo in previsione di un potenziale attacco.

Una fonte iraniana di alto livello ha riferito che la maggior parte dell'uranio altamente arricchito immagazzinato presso l'impianto nucleare di Fordow è stato trasferito, prima degli attacchi USA, in una località segreta. Lo riportano diversi media internazionali, citando la Reuters. La fonte ha aggiunto che anche il personale presente nel sito era stato ridotto al minimo in previsione di un potenziale attacco.

18 ore fa
La Russia "condanna fermamente" gli attacchi USA in Iran
© Shutterstock - Ministero degli esteri, Mosca
© Shutterstock - Ministero degli esteri, Mosca
Lo afferma il ministero degli esteri di Mosca in un comunicato diffuso sul suo canale Telegram.

Il ministero degli esteri russo "condanna fermamente" gli attacchi USA in Iran che possono aggravare l'escalation in atto e "minare ulteriormente la sicurezza regionale e globale". "La decisione irresponsabile di sottoporre il territorio di uno Stato sovrano ad attacchi missilistici e dinamitardi, a prescindere dalle argomentazioni addotte, viola gravemente il diritto internazionale e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite", afferma il ministero degli esteri di Mosca in un comunicato diffuso sul suo canale Telegram. "Il rischio di un'escalation del conflitto in Medio Oriente, già travolto da molteplici crisi, è aumentato significativamente", si aggiunge nella nota. "Chiediamo la cessazione delle aggressioni e l'intensificazione degli sforzi per creare le condizioni affinché la situazione torni in un canale politico e diplomatico", afferma la diplomazia russa.

18 ore fa
Milano, dopo l'attacco USA intensificate le misure di sicurezza
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Lo rende noto la stessa Prefettura.

A seguito degli ultimi eventi internazionali, la Prefettura di Milano ha disposto "un'ulteriore intensificazione delle misure di sicurezza a tutela degli obiettivi sensibili presenti nel territorio milanese". Lo rende noto la stessa Prefettura. Intensificate le misure di sicurezza, in particolare, per quanto riguarda "gli obiettivi diplomatico-consolari, religiosi, culturali, economici e commerciali, con particolare riferimento a quelli degli Stati coinvolti nella crisi internazionale".

18 ore fa
"Gli USA hanno varcato la linea rossa. Rappresaglie senza limiti se colpite Khamenei"
Screenshot video
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Lo ha detto il ministro degli esteri di Teheran.

Con l'attacco ai siti nucleari iraniani gli USA "hanno varcato la linea rossa": lo ha detto il ministro degli esteri di Teheran, Seyed Abbas Araghchi, in conferenza stampa a Istanbul a margine del summit dell'Organizzazione della conferenza islamica (OIC). "Non importa quanti danni siano stati arrecati. Attaccare una struttura nucleare è di per sé una violazione imperdonabile del diritto internazionale e deve essere condannata", ha detto il ministro degli Esteri iraniano, rispondendo alle domande dei giornalisti.

I colloqui di ieri

"Ieri, ho avuto dei colloqui con alcuni ministri degli esteri della regione, quasi tutti loro sono molto preoccupati e interessati a svolgere un ruolo nel porre fine all'aggressione di Israele. Avevano menzionato un possibile attacco degli Usa, ma ieri si è parlato di come fermare l'aggressione di Israele", ha proseguito. "Certamente, la porta alla diplomazia deve sempre rimanere aperta, ma non è questa la situazione ora. Il mio Paese è sotto attacco, sotto aggressione e dobbiamo rispondere, sulla base del legittimo diritto all'autodifesa e lo faremo fino a quando sarà necessario", ha aggiunto.

Diplomazia "fatta saltare"

Gli Stati Uniti e Israele hanno "deciso di far saltare" la diplomazia lanciando attacchi contro i siti nucleari dell'Iran: ha dichiarato Araghchi. "Stavamo negoziando (sul programma nucleare iraniano, ndr) con gli Stati Uniti quando Israele ha deciso di far saltare questa diplomazia", ha affermato Araghchi, aggiungendo che quando l'Iran stava parlando con i Paesi dell'Ue, "gli Stati Uniti hanno deciso, a loro volta, di far saltare questa diplomazia". Reagendo alle richieste europee affinché l'Iran tornasse al tavolo delle trattative, ha affermato: "Come potrebbe l'Iran tornare a qualcosa che non ha mai abbandonato, per non parlare del fatto che non ha mai distrutto?".

"Rappresaglie senza limiti se colpite Khamenei"

L'Iran è anche pronto a scatenare rappresaglie asimmetriche "senza limiti e senza restrizioni" di sorta laddove gli USA dovessero prendere di mira l'86enne ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema della Repubblica Islamica. L'avvertimento, dopo gli attacchi americani delle ultime ore contro tre impianti nucleari iraniani, viene da "un alto funzionario" di Teheran citato in forma anonima dal sito della Reuters. Si tratta "della più rossa delle linee rosse", ha ammonito la fonte, aggiungendo che "qualunque mossa contro il supremo leader chiuderebbe la porta a ogni negoziato e innescherebbe una risposta senza limiti e senza restrizioni".

19 ore fa
DFAE: "Il mandato di potenza protettrice rimane in vigore"
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La Confederazione continuerà quindi a fungere da mediatore tra Teheran e Washington.

Il mandato di potenza protettrice della Confederazione - in base al quale la Svizzera rappresenta gli interessi degli Stati Uniti in Iran - resta in vigore, anche a seguito dei recenti sviluppi in Medio Oriente. Lo ha confermato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) all'agenzia Keystone-ATS. La Confederazione continuerà quindi a fungere da mediatore tra Teheran e Washington. "I nostri buoni uffici restano a disposizione delle parti coinvolte qualora lo desiderassero e il mandato di potenza protettrice può essere esercitato indipendentemente dalla posizione geografica", hanno aggiunto i servizi di Ignazio Cassis.

Nessun diplomatico elvetico a Teheran

Tuttavia sul suolo iraniano non sono più presenti diplomatici elvetici. "Nella notte tra giovedì e venerdì, l'ambasciatrice Nadine Olivieri Lozano e altri collaboratori hanno abbandonato il Paese in auto in direzione dell'Azerbaigian", ha precisato il DFAE. La Confederazione rappresenta gli interessi degli USA in Iran dal 1980. La cosiddetta sezione di interessi della Svizzera a Teheran si occupa dei compiti consolari degli Stati Uniti all'interno della Repubblica Islamica. Il mandato risale al periodo della crisi degli ostaggi, quanto Washington decise di rompere le relazioni diplomatiche.

Numero di svizzeri ancora in Iran non quantificabile

Berna non è attualmente in grado di quantificare il numero di cittadini svizzeri ancora presenti nella regione. Secondo l'applicazione di viaggio del DFAE Travel Admin, circa 100 viaggiatori sono registrati in Iran e 220 in Israele. Nel registro degli svizzeri all'estero risultano iscritti circa 180 elvetici nella Repubblica Islamica e 29'200 nello Stato ebraico.

19 ore fa
Lavrov: "Il mondo rischia di sprofondare nel caos"
Lavrov si riferiva agli attacchi di Israele contro l'Iran, ma non ancora a quelli americani.

Se ognuno è autorizzato ad interpretare il diritto all'autodifesa come crede, il mondo rischia di sprofondare in un "caos completo". Lo ha detto il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov in un'intervista alla televisione di Stato ripresa dall'agenzia Ria Novosti. Lavrov si riferiva agli attacchi di Israele contro l'Iran, ma non ancora a quelli americani.

"Stato ebraico si difende? Lo dicono i cinici"

Il ministro degli esteri russo ha sottolineato che coloro che parlando di Israele affermano che lo Stato ebraico agisce in base al suo diritto all'autodifesa, "come ha detto Emmanuel Macron", sono "i più grandi cinici". "Autodifesa da cosa?", ha chiesto Lavrov. "Se ogni Paese - ha aggiunto - è autorizzato ad interpretare il diritto all'autodifesa, previsto dalla Carta dell'ONU, in modo tale da dire, 'decido per conto mio quando usare il mio diritto', allora "non ci sarà più un ordine mondiale, ma il caos completo".

19 ore fa
Croce Rossa: "Rischio di conseguenze irreversibili"
Lo ha affermato la presidente elvetica del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), dopo gli attacchi statunitensi contro tre siti nucleari iraniani.

L'escalation militare in Medio Oriente rischia di scatenare una "guerra dalle conseguenze irreversibili": lo ha affermato la presidente elvetica del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), dopo gli attacchi statunitensi contro tre siti nucleari iraniani. "L'intensificazione e l'espansione delle grandi operazioni militari in Medio Oriente rischiano di far precipitare la regione e il mondo in una guerra dalle conseguenze irreversibili", ha affermato in una nota Mirjana Spoljaric Egger. In una recente intervista rilasciata al Tages-Anzeiger, la presidente del CICR aveva espresso tutta la sua preoccupazione per i gravi risvolti delle ostilità, cominciate il 13 giugno scorso. "Un'ulteriore escalation del conflitto nella regione rischierebbe di scatenare una crisi umanitaria incontrollata su scala globale".

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