Estero
Italia, morte di Tenco, fu omicidio?
Redazione
12 anni fa

A quasi mezzo secolo di distanza dalla sera del 27 gennaio 1967 in cui Luigi Tenco venne trovato morto nella sua stanza d'albergo a Sanremo dopo la sua eliminazione al Festival, la brutta storia di quel suicidio, sembra riservare nuove, clamorose sorprese. Con un'istanza, presentata oggi alla Procura della Repubblica di Roma, che mette in discussione i risultati degli accertamenti, in particolare di quello balistico, disposti dal tribunale di Sanremo nel 2006 dopo che un'inchiesta aveva portato anche alla riesumazione della salma del tormentato cantautore. E una tesi che, a dispetto dell'archiviazione disposta nel 2009 dal gip di Sanremo, potrebbe ora far riaprire le indagini. Trasformando quel suicidio, a cui tanti non si sono rassegnati, in un delitto maturato negli ambienti dell'eversione nera. Impegnato nell'indagine dal 2007, Pasquale Ragone, giornalista specializzato in scienze forensi, autore di due libri sulla vicenda (l'ultimo un anno fa, Le Ombre del silenzio, scritto con Nicola Guarnieri ed edito Castelvecchi) è convinto che Tenco quella sera non avesse nessuna intenzione di farla finita. E spera che un nuovo esame balistico fatto sul bossolo che avrebbe ucciso il cantautore possa infine dargli ragione. A supporto della sua tesi, Ragone ha portato in tribunale le consulenze di tre super esperti: il criminologo Francesco Bruno, l'esperto di balistica Martino Farneti (ex direttore della sezione balistica dell'Ert di Roma) e il grafologo Vincenzo Tarantino. Tre consulenze di peso, spiega, dalle quali emerge che la pistola di Luigi Tenco (la Walther calibro 7,65 con la quale, secondo gli investigatori, il cantautore si sarebbe suicidato) "non sparò nessun colpo né fu mai ritrovata sulla scena dell'evento", ma anche che "sulle mani di Tenco non sono state trovate particelle trimelliche" e quindi "che non fu lui a premere il grilletto". E che il biglietto con cui il cantautore si sarebbe congedato dal mondo, "non fu ritrovato sulla scena dell'evento e presenta elementi importanti che non lo collocano nella casistica degli scritti tipici dei suicidi". Il dato forse più importante, sottolinea all'ANSA Ragone, riguarda comunque il bossolo che fu analizzato dalla Polizia Scientifica nel 2006, che risulterebbe essere stato sparato non dalla pistola di Tenco, bensì da una Beretta modello 70 calibro 7,65, una pistola che nella stanza 219 dell'Hotel Savoy di Sanremo non è mai comparsa. È questo dato balistico, fa notare, "che stravolgerebbe l'intera ricostruzione dei fatti obbligando ad aprire un fascicolo per omicidio". Ma quello del bossolo, spiega, non è l'unico particolare che non quadra nel giallo della morte di Luigi Tenco. Nella sua relazione, il criminologo Bruno esprime altri dubbi, per esempio sul fatto che Tenco, secondo la perizia disposta dal tribunale, si sarebbe sparato mentre era seduto a terra, quando nella sua stanza, oltre al letto, non mancavano sedie e poltrone. Bruno fa notare poi che sulla mano destra del cantautore non sono stati trovati "i tipici spruzzi o microspruzzi di sangue" che rimangono di solito sulle mani di chi si ammazza con un'arma da fuoco. Il criminologo, che del resto non ha mai nascosto la sua convinzione, conclude sottolineando anzi la sua convinzione che il suicidio sia "il modo più efficace per mascherare un omicidio"."Una sorta di delitto perfetto", ribadisce. E gli elementi presenti nell'inchiesta, sottolinea, "portano in quella direzione", "troppe anomalie per poter sostenere appieno una dinamica suicidaria". Se omicidio è stato, resta da capire perché. Ragone, che per la sua controinchiesta sottolinea di aver spulciato anche gli archivi della Corte d'Assise di Roma, ha una sua risposta: "La nostra convinzione è che l'assassinio di Tenco sia maturato in un contesto di destra", spiega, tragica conseguenza di una serie di incontri che il cantautore potrebbe aver fatto e che lo avrebbero inconsapevolmente coinvolto in vicende che riportano addirittura alle trame che tre anni dopo la sua morte portarono al tentato golpe Borghese.

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