Estero
Italia: dalla Cina 30 t. di acciaio inox radioattivo
Redazione
17 anni fa

Trenta tonnellate di acciaio inossidabile radioattivo importate dalla Cina sono state sequestrate dai carabinieri del nucleo di tutela dell'ambiente. Considerato lo spessore e le qualità dell'acciaio in questione, si legge nel comunicato dei carabinieri, esso può essere utilizzato solamente per lo produzione di impianti industriali, o parte di essi: "Si esclude quindi in modo assoluto che esso sia stato impiegato nella realizzazione di oggetti destinati all'uso domestico (pentole, posate, reti di letti, lavabi) o di largo impiego come auto o elettrodomestici". Parte del materiale, dopo essere stato lavorato, è stato di nuovo esportato e si troverebbe ora in Croazia, Turchia, Egitto, Polonia e Kazachistan. L'Interpol è stata allertata. L'Italia è il secondo Paese in Europa, dopo la Germania, per lavorazione di rottami metallici importati. Secondo i carabinieri, "il pronto recupero dell'acciaio radioattivo, sia quello commercializzato che quello ancora in giacenza consentono di escludere ipotesi di danni per la salute dei lavoratori, della popolazione e dell'ambiente". Il materiale, insieme ad altre 350 tonnellate inerti, è giunto lo scorso maggio nel porto mercantile di Spezia, proveniente dal più grande impianto siderurgico al mondo di proprietà della società cinese Tysco, destinato a importanti società italiane che lo ha lavorato e messo in commercio. Il nome delle fonderie italiane che lo hanno trattato non è stato reso noto. Trattandosi di materiale semilavorato e non di rottame metallico destinato agli altiforni, la legge non prevede che sia sottoposto a preventivi controlli radiometrici prima di essere sdoganato. Successive verifiche sugli scarti di lavorazione, hanno permesso di scoprire la contaminazione da cobalto-60 dei laminati destinati alle diverse produzioni industriali (camini, serbatoi, pulegge, tramogge, cappe e ciminiere). La contaminazione, secondo gli investigatori, è probabilmente dovuta alla accidentale fusione durante il ciclo di lavoro di una sorgente radioattiva "orfana", ossia quelle che sfuggono dal controllo delle autorità. La presenza di sorgenti radioattive "orfane" (frequenti in Oriente e anche in Est Europa) nei carichi di rottami metallici destinati alle fonderie rappresenta un aspetto particolarmente importante nel quadro della protezione ambientale dato che esse sono destinate a contaminare il prodotto finito e a venire in contatto con gli utilizzatori finali. Con ogni probabilità l'impianto cinese produttore ha fuso una o più sorgenti radioattive di cobalto 60 le cui caratteristiche chimico-fisiche lo portano a legarsi perfettamente con il metallo fuso rendendolo radioattivo. Sorgenti di cobalto sono usate nelle acciaierie per misurare lo spessore dei refrattari che rivestono gli alti-forni. In caso di sfruttamento eccessivo degli impianti ed in assenza di adeguata e costosa manutenzione può accadere che le sorgenti si fondano con l'acciaio. ATS

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