
Non sono passate nemmeno 24 ore e a Gaza c'è stata un'altra strage tra la gente affamata in fila: sono almeno 84 le persone uccise oggi dagli attacchi israeliani nella Striscia, e più di 200 sono rimaste ferite, secondo fonti mediche ad al Jazeera. Il ministero della Salute palestinese precisa che tra le vittime almeno 73 erano in attesa degli aiuti. Un copione che si ripete, al punto che da maggio secondo fonti della Striscia sono almeno 900 i civili rimasti uccisi mentre erano in cerca di cibo.
L'Idf mantiene la sua versione
La replica dell'esercito israeliano ricalca quanto già sottolineato in precedenti simili episodi, anche nei giorni scorsi: l'esercito conferma di aver sparato "colpi di avvertimento" nei pressi di un centro di distribuzione di aiuti nel nord di Gaza per disperdere "una minaccia". L'esercito (Idf) ha quindi sottolineato di essere "a conoscenza delle segnalazioni di vittime nella zona", ma che "un esame preliminare mostra che il numero riportato di vittime non corrisponde alle informazioni esistenti" e che l'episodio è in fase di ulteriori indagini.
Le cifre continuano a mostrare l'entità della tragedia
I numeri e le immagini però scorrono senza sosta: all'Angelus, il pontefice ha rinnovato il suo appello affinché si fermi subito la barbarie della guerra al fine di raggiungere una risoluzione pacifica del conflitto. Israele invece ha deciso di allargare le sue operazioni di terra a Gaza.
L'area di azione dell'Idf si espande
Per la prima volta dall'inizio della guerra l'esercito ha emesso un ordine di evacuazione per i residenti nella zona sud-occidentale di Deir al-Balah, nel centro della Striscia, per espandere "le sue attività in un'area in cui non ha mai operato prima". Le truppe hanno allargato le operazioni anche nell'area di Jabalya, nel nord, ha fatto sapere l'Idf sottolineando che i soldati "operano contro le organizzazioni terroristiche della zona" e che "finora sono stati smantellati centinaia di siti di infrastrutture terroristiche, sono state localizzate numerose armi e decine di terroristi sono stati eliminati", si legge in un comunicato stampa pubblicato su Telegram.
L'accordo sembra essere vicino
Mentre continua l'attesa per una svolta sull'accordo con Hamas sul cessate il fuoco, fonti vicine alla fazione palestinese hanno affermato che "i punti di contrasto sono stati significativamente ridotti", e hanno parlato di "terreno fertile" per un annuncio a breve, riconoscendo che "la pressione americana sta funzionando".
La protesta di migliaia di israeliani
Anche in Israele monta l'impazienza nell'opinione pubblica, con decine di migliaia di israeliani che hanno protestato sabato sera nel centro di Tel Aviv e in altre città, per chiedere un accordo che garantisca il rilascio di tutti gli ostaggi, con appelli diretti ai leader israeliani e al presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
La frustrazione dell'amministrazione Trump
Come già riportato nell'articolo sui festeggiamenti dei primi sei mesi al comando di Trump, anche da Washington provengono i primi segnali di impazienza. Secondo alcune indiscrezioni della stampa, l'amministrazione Trump è frustrata contro il premier israeliano Benyamin Netanyahu dopo gli attacchi in Siria. "Bibi si è comportato come un pazzo. Bombarda tutto in continuazione", ha detto un funzionario della Casa Bianca ad Axios, osservando come le azioni di Netanyahu potrebbero "indebolire quello che Trump sta cercando di fare". Secondo un altro funzionario, il premier "è fuori controllo e ha il grilletto facile". "A volte è come un bambino che non si comporta bene", ha aggiunto.
Intossicazione alimentare per Netanyahu, rinviate le udienze del suo processo
Intanto, il primo ministro israeliano ha saltato la riunione settimanale di governo a causa di un'intossicazione alimentare: il suo ufficio ha fatto sapere che lavorerà da casa per i prossimi tre giorni su consiglio medico. Saltano così anche le udienze del processo a suo carico che erano previste per la prossima settimana, scrive Ynet. Riprenderanno dopo la pausa estiva, ovvero a settembre.