
Nel cuore di Teheran, Israele ha colpito la sede della TV di Stato. Non solo un attacco militare, ma un messaggio chiaro: colpire anche la voce del regime. L’esplosione ha interrotto una trasmissione in diretta. Secondo i media iraniani, ci sono stati “diversi morti” tra giornalisti e tecnici. La sede si trova in un quartiere ad alta densità diplomatica. Dopo l’attacco, la TV ha ripreso a trasmettere. Segnale di resistenza, ma anche di propaganda. L'Iran ha condannato l'aggressione all'emittente definendolo "un atto spregevole" e "un crimine di guerra", come dichiarato dal portavoce del ministero degli esteri Esmaeil Baqaei. "Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite deve agire ora per impedire all'aggressore genocida di commettere ulteriori atrocità contro il nostro popolo".
Netanyahu non esclude l'uccisione di Khamenei
Nel frattempo, il premier israeliano Benyamin Netanyahu, dopo aver rivendicato la superiorità aerea su Teheran, ha dichiarato all'emittente televisiva American Broadcasting Company (ABC) di non escludere l'eliminazione della Guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei. Secondo Netanyahu, prendere di mira Khamenei porrà fine al conflitto. A chi gli chiedeva un commento sulle indiscrezioni sul veto del presidente statunitense Donald Trump al piano di Israele di eliminare la Guida, sulla scia di timori di un inasprimento delle ostilità, il premier ha risposto: "Non le aggraverà, ma vi porrà fine".
Un bilancio che continua ad aggravarsi
E intanto l’Iran risponde con una nuova ondata di missili su Tel Aviv e Haifa. Almeno otto morti, centinaia di feriti. I sistemi di difesa israeliani, potenziati dagli Stati Uniti, hanno respinto la maggior parte degli attacchi. Ma la tensione resta altissima. Il bilancio umanitario si aggrava: in quattro giorni, oltre 220 morti in Iran, 24 in Israele. La maggior parte civili. E ora la minaccia nucleare. Il Parlamento iraniano valuta l’uscita dal Trattato di Non Proliferazione. Intanto, Teheran minaccia di chiudere lo Stretto di Hormuz, da cui passa un quinto del petrolio mondiale. Si tratterebbe di uno choc energetico globale.
Trump: "L'Iran deve dialogare prima che sia troppo tardi"
Sul fronte diplomatico, Trump è tornato a parlare: "Loro vogliono dialogare, ma avrebbero dovuto farlo prima. Hanno avuto sessanta giorni, devono fare un accordo. Gli iraniani non vinceranno questa guerra: devono parlare subito, prima che sia troppo tardi". Intanto, le diplomazie occidentali si muovono, ma senza crederci troppo. Israele e Iran ormai combattono anche sul piano simbolico. La guerra è nei cieli, ma anche sui canali televisivi.