Live Crisi in Medio Oriente
"Bisogna inondare Gaza di aiuti"
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4 giorni fa
Tutti gli aggiornamenti sulla situazione in Medio Oriente nel nostro live.
2 giorni fa
Lisbona prevede di riconoscere la Palestina a settembre
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Lo ha annunciato oggi l'ufficio del primo ministro Luis Montenegro in una dichiarazione.

Il governo portoghese consulterà il presidente e il Parlamento in vista del riconoscimento dello Stato di Palestina alle Nazioni Unite a settembre. Lo ha annunciato oggi l'ufficio del primo ministro Luis Montenegro in una dichiarazione. Il Portogallo "sta valutando la possibilità di riconoscere lo Stato palestinese, nell'ambito di una procedura che potrebbe concludersi durante la settimana di alto livello dell'80esima Assemblea generale delle Nazioni Unite, che si terrà a New York il prossimo settembre", si legge nella dichiarazione.

Consultazioni con i partiti

Il primo ministro portoghese, Luís Montenegro, ha annunciato che intende sentire il presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, e che ha intenzione di avviare consultazioni con i partiti di tutto l'arco parlamentare al fine di "considerare il riconoscimento dello Stato palestinese". Un riconoscimento che dovrebbe essere formalizzato in occasione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del prossimo settembre. Marcelo Rebelo de Sousa ha poi dichiarato ai media che "esiste una sola politica estera nazionale" e che c'è "sintonia" tra la presidenza della Repubblica e il governo.

2 giorni fa
Anche il Canada intende riconoscere la Palestina in settembre
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Lo ha annunciato il premier di Ottawa.

Il Canada "intende" riconoscere lo Stato di Palestina all'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York a settembre: lo ha annunciato il premier di Ottawa. "Il Canada intende riconoscere lo Stato di Palestina durante l'80a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel settembre 2025", ha affermato Mark Carney in una conferenza stampa, seguendo l'esempio di Francia e Regno Unito.

Israele: "Ricompensa per Hamas"

Immediata la risposta del governo israeliano, secondo il quale "il cambiamento nella posizione del governo canadese in questo momento è una ricompensa per Hamas e danneggia gli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza e un accordo per il rilascio degli ostaggi". Lo scrive in una nota del ministero degli Esteri di Israele.

Abbas: "Storico e coraggioso"

Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha accolto con favore la decisione "storica" e "coraggiosa" del Canada. Secondo Abbas il riconoscimento "rafforzerà la pace, la stabilità e la sicurezza nella regione". Lo ha detto durante una conversazione telefonica con Carney, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa palestinese Wafa. "Questa posizione coraggiosa giunge in un momento storico critico per salvare la soluzione dei due Stati", ha aggiunto. (ANSA-AFP).

Trump: "Ora un accordo commerciale è difficile"

L'accordo commerciale con il Canada è "molto difficile" dopo il riconoscimento della Palestina. Lo ha detto il presidente Usa Donald Trump in un messaggio sul social Truth: "Wow! Il Canada ha appena annunciato il suo sostegno alla costituzione di uno Stato palestinese. Questo renderà molto difficile per noi concludere un accordo commerciale con loro. Oh Canada!!!", ha scritto.

Francia soddisfatta

 La Francia, dal canto suo, accoglie "con favore l'annuncio del governo canadese dell'intenzione del Canada di riconoscere lo Stato di Palestina all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite di settembre": è quanto affermano fonti dell'Eliseo dopo gli annunci di Ottawa. Il presidente Emmanuel Macron, proseguono le fonti a Parigi, "ha avuto l'opportunità di discutere di questo tema con il primo Ministro canadese oggi. Attendiamo con impazienza di collaborare con il Canada per rilanciare la prospettiva di pace nella regione. Continueremo i nostri sforzi per incoraggiare altri a unirsi a questo slancio in vista dell'Assemblea Generale di settembre", concludono le fonti.

3 giorni fa
Gaza, la Svizzera: "Solo la soluzione a due Stati può garantire una pace duratura"
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Lo ha detto la rappresentante della Svizzera Monika Schmutz Kirgöz, durante la Conferenza dell'ONU sul Medio Oriente

La soluzione a due Stati è l'unica che possa garantire a Israeliani e Palestinesi una vita in pace, sicurezza e dignità. È quanto sostenuto a New York dalla rappresentante della Svizzera, Monika Schmutz Kirgöz, durante la Conferenza dell'ONU sul Medio Oriente copresideuta dalla Francia e dall'Arabia Saudita. Un riconoscimento dello Stato Palestinese potrebbe essere preso in considerazione se venissero adottate misure concrete per l'attuazione di tale obiettivo.

"È una premessa per una pace duratura"

Stando a una nota odierna del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), è importante procedere urgentemente sulla via della diplomazia per attuare la soluzione a due Stati. A tale riguardo, la Svizzera è pronta a dare un sostegno decisivo agli sforzi internazionali in tal senso. Inoltre, precisa il comunicato, la Svizzera pensa che il riconoscimento di uno Stato palestinese sia una delle premesse per una pace duratura basata sulla soluzione a due Stati. Il riconoscimento potrebbe essere preso in considerazione se venissero adottate misure concrete per la sua attuazione, che garantiscano sia la sicurezza di Israele sia il diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese.

"Tutti devono rispettare il diritto internazionale"

Nel corso della conferenza, la responsabile della Divisione Medio Oriente e Nord Africa ha espresso il proprio rammarico per le sofferenze sempre più gravi della popolazione nella Striscia di Gaza. La Svizzera ha inoltre ribadito che tutte le parti devono rispettare rigorosamente il diritto internazionale, compreso quello umanitario, come anche lo Statuto delle Nazioni Unite e le risoluzioni dell'ONU, in modo da fermare la spirale di violenza.

3 giorni fa
Canada-Australia, "Valutiamo il riconoscimento della Palestina"
Si tratterebbe "di un passo essenziale verso una soluzione a due stati".

I ministri degli Esteri di vari Paesi occidentali, tra i quali il Canada, l'Australia, la Finlandia e il Portogallo, hanno annunciato che le loro nazioni stanno considerando in vista dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che si terrà a New York a settembre il riconoscimento dello Stato di Palestina "come un passo essenziale verso una soluzione a due stati". La dichiarazione, riportata da Haaretz, è stata firmata anche dai ministri degli esteri della Nuova Zelanda, di Andorra e San Marino e rilasciata nell'ambito della Conferenza per la promozione della soluzione dei due Stati, guidata da Francia e Arabia Saudita. Insieme a loro hanno firmato anche i ministri degli Esteri dei Paesi che hanno già riconosciuto la Palestina, come Islanda, Irlanda e Spagna.

"Un attacco antisemita e terrorista"

La dichiarazione dei ministri degli Esteri si è aperta con una condanna dell'attacco di Hamas del 7 ottobre, che hanno definito "antisemita e terrorista". Hanno poi chiesto un cessate il fuoco immediato, che includa il rilascio di tutti gli ostaggi tenuti da Hamas e l'ingresso senza ostacoli degli aiuti umanitari. I ministri hanno inoltre esortato le nazioni del mondo a stabilire relazioni diplomatiche con Israele e a "esprimere il loro desiderio di discutere la sua integrazione nella regione".

3 giorni fa
"Starmer premia Hamas e punisce le sue vittime"
Lo dichiara su X il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

"Starmer premia il mostruoso terrorismo di Hamas e ne punisce le vittime. Uno Stato jihadista al confine con Israele OGGI minaccerà la Gran Bretagna DOMANI. L'appeasement nei confronti dei terroristi jihadisti fallisce sempre. Fallirà anche per voi. Non accadrà". Lo dichiara su X il premier israeliano Benjamin Netanyahu dopo l'annuncio del premier britannico di voler riconoscere lo Stato di Palestina.

4 giorni fa
"La decisione del Regno Unito è una ricompensa a Hamas"
Lo afferma il ministero degli Esteri israeliano su X.

"Israele respinge la dichiarazione del Primo Ministro del Regno Unito. Il cambiamento di posizione del governo britannico in questo momento, a seguito dell'azione francese e delle pressioni politiche interne, costituisce una ricompensa per Hamas e compromette gli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza e un quadro per il rilascio degli ostaggi". Lo afferma il ministero degli Esteri israeliano su X.

4 giorni fa
La Gran Bretagna riconoscerà a settembre lo Stato di Palestina
È quanto emerge da una riunione straordinaria del consiglio dei ministri, richiamato oggi dalla ferie estive per discutere di una bozza di piano europea, delineata dal Regno Unito con Francia e Germania.

Il governo britannico di Keir Starmer è pronto ad anticipare a settembre il suo impegno a riconoscere formalmente lo Stato di Palestina se Israele non accetta un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. È quanto emerge da una riunione straordinaria del consiglio dei ministri, richiamato oggi dalla ferie estive per discutere di una bozza di piano europea, delineata dal Regno Unito con Francia e Germania. La svolta, frutto del dilagare dell'indignazione nel Regno Unito per la fame e l'escalation delle violenze a Gaza e in Cisgiordania, se attuata metterebbe Londra al fianco di Parigi, che ha già annunciato il riconoscimento dello Stato palestinese in sede Onu a settembre. Riconoscimento che finora i governi britannici avevano sempre rinviato alle conclusioni di un processo di pace con Israele.

Le condizioni

Questa decisione, si legge in una nota scritta diffusa da Starmer dopo la riunione del gabinetto, diventerà esecutiva "a meno che il governo israeliano non assume misure sostanziali per mettere fine alla spaventosa situazione di Gaza, non concordi un cessate il fuoco, non renda chiaro che non ci sarà nessuna annessione della Cisgiordania e non s'impegni a una pace di lungo periodo fondata sulla Soluzione dei Due Stati". Queste condizioni, precisa il premier laburista, non rappresentano un giudizio "di equivalenza fra Israele e Hamas", a cui Londra ribadisce l'intimazione di rilasciare tutti gli ostaggi israeliani, di firmare a sua volta un cessate il fuoco, di disarmare e di non avere "alcun ruolo nel futuro governo" della Striscia di Gaza.

4 giorni fa
Netanyahu alle famiglie dei rapiti, "Non ci arrendiamo"
Lo ha detto il premier israeliano.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato della situazione in un video rivolto alle famiglie degli ostaggi. "Ho appena concluso un'altra consultazione sulla liberazione dei nostri rapiti. Da quando la delegazione è tornata dal Qatar, non abbiamo smesso di tentare. Ma c'è un grande ostacolo, e tutti lo sanno: è Hamas. Continua a rifiutare ogni proposta. Il presidente Trump lo ha detto, Witkoff lo ha detto, noi lo diciamo, chiunque conosca i fatti, compresi i mediatori, lo sa bene. Ma non ci arrendiamo. Continueremo a fare tutto il possibile, in un modo o nell'altro. Siamo determinati a riportare i rapiti a casa".

4 giorni fa
"Bisogna inondare Gaza di aiuti"
Lo ha detto il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.

Un flusso di aiuti nella Striscia di Gaza deve trasformarsi in un oceano: lo ha affermato oggi il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. "Cibo, acqua, medicine e carburante devono fluire a ondate e senza ostacoli", ha affermato, descrivendo l'allerta dell'osservatorio globale sulla fame Ipc (Integrated Food Security Phase Classification, ndr) come una conferma "di ciò che temevamo: Gaza è sull'orlo della carestia. I palestinesi di Gaza stanno vivendo una catastrofe umanitaria di proporzioni epiche. Questo non è un avvertimento. È una realtà che si sta dispiegando davanti ai nostri occhi", ha affermato in una dichiarazione.

4 giorni fa
A Gaza "112 morti nelle ultime 24 ore"
Il bilancio è stato stilato dal Ministero della Salute guidato da Hamas.

Secondo il Ministero della Salute guidato da Hamas, almeno 112 persone sono state uccise a Gaza nelle ultime 24 ore. Lo riporta la Bbc. Gli ospedali locali affermano che alcune persone sono state uccise negli attacchi aerei e negli scontri a fuoco israeliani, molte delle quali mentre cercavano aiuto. Nella zona centrale di Nuseirat, l'ospedale al-Awda ha dichiarato che delle almeno 30 persone che sono stata uccise 14 erano donne e 12 i bambini nei raid alle abitazioni avvenuti nella notte e questa mattina. Secondo quanto riportato, almeno 14 persone sono state uccise nei pressi di un punto di distribuzione degli aiuti e 100 i feriti.

4 giorni fa
La Francia lancerà aiuti dal cielo a Gaza nei prossimi giorni
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È quanto affermano fonti diplomatiche francesi.

La Francia procederà "nei prossimi giorni" al lancio di aiuti umanitari a Gaza: è quanto affermano fonti diplomatiche francesi. Citata dall'agenzia France Presse, una fonte diplomatica francese ha annunciato che Parigi "procederà nei prossimi giorni" al lancio, per via aerea, di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, con l'obiettivo di "rispondere ai bisogni più essenziali ed urgenti della popolazione civile". "Per garantire la sicurezza della popolazione durante queste operazioni, verranno prese le più grandi cautele", proseguono le fonti, aggiungendo che "la Francia sta anche lavorando alla consegna (di aiuti umanitari) per via terrestre".

4 giorni fa
Dall'inizio della guerra quasi 60'000 morti a Gaza
Altri 145'233 sono rimasti feriti.

Il ministero della Salute di Gaza controllato da Hamas afferma che dall'inizio della guerra con Israele il 7 ottobre 2023 sono stati uccisi nella Striscia 59'921 palestinesi e altri 145'233 sono rimasti feriti. I dati, si legge in un comunicato pubblicato su Telegram, sono aggiornati a ieri. L'agenzia di stampa palestinese Wafa riporta che questa mattina 14 persone sono state uccise e più di 11 sono rimaste ferite in seguito agli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza. Fonti mediche hanno riferito che due palestinesi sono rimasti uccisi e altri feriti in un bombardamento a ovest di Gaza City. Altre otto persone hanno perso la vita e 11 sono rimaste ferite in un attacco nella zona di New Camp, a nord del campo di Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale. Infine, quattro membri della stessa famiglia sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti nel bombardamento di una tenda che ospitava sfollati nella zona di Mina a Khan Yunis, a sud della Striscia di Gaza.

4 giorni fa
Starmer presenta a Trump un piano di pace europeo per Gaza
Lo ha reso noto Downing Street senza precisare per ora i contenuti.

Il premier britannico Keir Starmer ha consegnato oggi al presidente americano Donald Trump, a margine del loro incontro in Scozia, il piano di una sorta di road map delineato dal Regno Unito con alcuni partner dell'Ue e destinata nelle intenzioni a porre le premesse per ristabilire la pace nella Striscia di Gaza palestinese: a partire da un cessate il fuoco da parte d'Israele. Lo ha reso noto Downing Street senza precisare per ora i contenuti. Il piano a guida europea sarà approfondito dal governo Starmer, prima di rendere noto qualsiasi dettaglio, in una riunione straordinaria del consiglio di ministri, richiamato questa settimana dalle ferie estive. E verrà poi presentato anche ai "partner arabi". Esso s'inserisce sullo sfondo delle consultazioni avute dal primo ministro negli ultimi giorni con il presidente francese Emmanuel Macron e con il cancelliere tedesco Friedrich Merz, nell'ambito del cosiddetto formato E3. Nonché dei crescenti allarmi recenti sulla fame a Gaza e dal moltiplicarsi delle pressioni per un riconoscimento formale ravvicinato dello Stato di Palestina: sulla scia di quanto la Francia di Macron ha annunciato di voler fare in sede Onu a settembre.

5 giorni fa
Palestina, "Nessuna alternativa alla soluzione a due Stati"
Lo ha detto il ministro degli esteri francese, Jean-Noël Barrot, alla conferenza in corso all'Onu sulla Palestina.

"Nessuna alternativa" alla soluzione a due Stati per Israele e palestinesi: lo ha ribadito il ministro degli esteri francese, Jean-Noël Barrot, alla conferenza in corso all'Onu sulla Palestina. "Solo una soluzione politica a due Stati può soddisfare le legittime aspirazioni di israeliani e palestinesi a vivere in pace e sicurezza. Non c'è alternativa", ha affermato Jean-Noël Barrot, chiedendo "misure concrete" per preservare la prospettiva di uno Stato palestinese "praticabile". Nel corso della riunione alle Nazioni Unite è stato osservato un minuto di silenzio per le vittime di Gaza.

5 giorni fa
Trump su Gaza: "L'intero posto è un macello"
Il presidente statunitense lo ha affermato a seguito dell'incontro avuto con il premier britannico Keir Starmer.

Donald Trump, a seguito dell'incontro con il premier britannico Starmer, ha parlato anche del governo Netanyahu e del fatto che ha negato una carestia nella Striscia di Gaza."Non so, basandomi sulle immagini della televisione quei bambini sembrano molto affamati". Ha quindi aggiunto che ora gli Usa "stanno mandando molto denaro, e altre nazioni stanno incrementando gli aiuti". Il presidente americano, alla domanda se Israele stesse facendo abbastanza per prevenire le vittime civili, ha poi replicato: "Non credo che nessuno stia facendo nulla di grande laggiù, l'intero posto è un macello. Ora servono cibo e sicurezza". Nel contempo il presidente americano ha ribadito che gli ostaggi nelle mani di Hamas, essendosi ridotti a suo dire a circa 20, "non vengono rilasciati" perché sono gli ultimi "scudi umani" per i miliziani e che "qualcosa di diverso deve essere fatto".

"Una catastrofe assoluta"

A Gaza, gli ha fatto eco Starmer, "la crisi umanitaria c'è" ed è "una catastrofe assoluta". "Nessuno vuole vedere scene del genere, la gente in Gran Bretagna è indignata, serve un cessate il fuoco e noi ringraziamo il presidente per la sua leadership in questa direzione", ha aggiunto, non senza evocare anche la necessità che Hamas "liberi gli ostaggi" israeliani superstiti.

5 giorni fa
Paracadutati gli aiuti alimentari a sud e nord di Gaza
In totale sono stati paracadutati 20 pacchi.

L'esercito israeliano ha comunicato di aver paracadutato nelle ultime ore 20 pacchi di aiuti umanitari contenenti generi alimentari, destinati ai residenti del sud e del nord della Striscia di Gaza. L'operazione è avvenuta nel quadro degli sforzi per migliorare la risposta umanitaria nella regione, in coordinamento con gli Emirati Arabi Uniti e la Giordania, e secondo le direttive del governo israeliano.

6 giorni fa
David Lammy: "Pausa tattica a Gaza non basta, accelerare gli aiuti"
È quanto dichiarato dal ministro degli esteri britannico in una nota diffusa dall'Ufficio degli esteri.

La "pausa tattica" annunciata dall'esercito israeliano per far entrare aiuti umanitari a Gaza è "essenziale ma in ritardo", e non basta "ad alleviare i bisogni di coloro che soffrono disperatamente". È quanto ha dichiarato il ministro degli esteri britannico David Lammy in una nota diffusa dall'Ufficio degli esteri. "L'accesso agli aiuti deve quindi essere accelerato con urgenza nelle prossime ore e nei prossimi giorni", ha aggiunto Lammy, sottolineando che serve un cessate il fuoco. E ancora: "Mentre i lanci aerei contribuiranno ad alleviare le sofferenze più gravi, le vie terrestri sono l'unico mezzo praticabile per fornire aiuti".

Gli ostacoli devono "essere rimossi"

Lammy nel comunicato ha affermato anche che devono "essere rimossi" gli ostacoli agli aiuti e che "il mondo sta osservando" mentre "la sofferenza umanitaria a Gaza ha raggiunto livelli mai visti prima". Le parole del responsabile della diplomazia britannica arrivano dopo che era emerso da più parti, nel Regno Unito e non solo, che i lanci di aiuti sulla Striscia di Gaza non possono di certo fermare la fame dilagante fra la popolazione palestinese.

Lo sforzo del Regno Unito

Il ministro ha comunque ribadito il piano annunciato ieri per effettuarli in partenariato con la Giordania. L'iniziativa prevede anche di portare nel Regno i bambini che necessitano di cure mediche essenziali. Lammy ha infine ricordato che Londra sostiene gli sforzi del Qatar, dell'Egitto e degli Stati Uniti in qualità di mediatori nei negoziati tra Israele e il movimento islamista Hamas, al potere a Gaza, sollecitando tutte le parti a riprendere i colloqui per arrivare a una pace duratura.

6 giorni fa
Merz sente Netanyahu, "fornire aiuti agli affamati di Gaza"
Questo il messaggio del cancelliere tedesco espresso durante una telefonata con Netanyahu.

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha invitato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a fornire rapidamente aiuti ai civili "affamati" di Gaza, in una telefonata tra i due leader. Il cancelliere "ha espresso la sua profonda preoccupazione per la catastrofica situazione umanitaria a Gaza", si legge in una dichiarazione governativa. "Ha chiesto al primo ministro Netanyahu di fare tutto il possibile per ottenere un cessate il fuoco immediato. Lo ha esortato a fornire alla popolazione civile affamata di Gaza gli aiuti umanitari di cui ha urgente bisogno ora. Questi aiuti devono raggiungere la popolazione civile in modo rapido, sicuro e nelle quantità richieste".

6 giorni fa
Israele annuncia una tregua locale a Gaza per consentire il passaggio degli aiuti
L’Idf introduce una “pausa tattica” quotidiana e percorsi sicuri per i convogli umanitari, mentre continuano le operazioni militari contro le organizzazioni armate nella Striscia.

"Tregua locale a Gaza fino a nuovo avviso", è ciò che annuncia l'Idf. "Questa decisione è stata coordinata con l'Onu e le organizzazioni internazionali a seguito di discussioni in merito", prosegue la nota. "L'Idf continuerà a sostenere gli sforzi umanitari parallelamente alle operazioni di manovra e offensive in corso contro le organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza, al fine di proteggere i civili israeliani - conclude l'Esercito -. L'Idf è pronto ad ampliare la portata di questa attività, se necessario".

"Percorsi sicuri" per garantire il passaggio dei convogli umanitari

La tregua, si legge in un comunicato pubblicato su Telegram, sarà in vigore dalle 10:00 alle 20:00 ora locale (le 9:00 - 19:00 in Svizzera). "La pausa avrà inizio nelle aree in cui l'Idf non è operativa: Al-Mawasi, Deir al-Balah e Gaza City, ogni giorno fino a nuovo avviso", si legge nel comunicato. L'esercito israeliano istituirà "percorsi sicuri" per garantire il passaggio dei convogli umanitari nell'ambito della "pausa tattica". "Dalle 06:00 alle 23:00 saranno istituiti percorsi sicuri designati per consentire il passaggio sicuro dei convogli dell'Onu e delle organizzazioni umanitarie che consegnano e distribuiscono cibo e medicine alla popolazione in tutta la Striscia di Gaza", si legge sempre su Telegram.

Aiuti umanitari paracadutati nella notte: 11 feriti

L'Idf ha anche annunciato di aver paracadutato aiuti umanitari sulla Striscia nella notte. "Il lancio, effettuato in coordinamento con le organizzazioni internazionali e guidato" dal Coordinamento delle attività governative nei territori (Cogat), ha incluso "sette pacchi di aiuti contenenti farina, zucchero e cibo in scatola". Secondo l'emittente araba Al Jazeera, undici persone sono rimaste ferite quando uno dei pallet di aiuti paracadutati ha colpito una tenda di sfollati vicino a Beit Lahiya, nel nord dell'enclave palestinese.

Camion con aiuti egiziani stanno entrando a Gaza

Media egiziani vicini allo Stato riportano che i camion con gli aiuti umanitari hanno iniziato a entrare oggi nella Striscia di Gaza. "I camion con gli aiuti egiziani iniziano a entrare nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah", ha riferisce Al-Qahera News su X, insieme a filmati dei convogli di aiuti in movimento nella zona di confine. La Mezzaluna rossa egiziana ha fatto sapere di avere lanciato oggi, in qualità di meccanismo nazionale di coordinamento degli aiuti a Gaza, una operazione di aiuto per Gaza. Un convoglio denominato 'Zad al Azza' (dall'Egitto a Gaza) composto da 100 camion che trasportano oltre 1'200 tonnellate di cibo, tra cui 840 tonnellate di farina e 450 tonnellate di generi alimentari vari, sono diretti nella Striscia di Gaza meridionale attraverso il valico di Kerem Shalom, "nell'ambito degli sforzi dell'Egitto per fornire aiuti alimentari alla popolazione della Striscia di Gaza", precisa la Mezzaluna Rossa egiziana sui suoi profili social.

35'000 camion dall'inizio della crisi

L'ente, ricorda, "è presente al confine dall'inizio della crisi, con il valico di Rafah sul lato egiziano che non è mai stato chiuso" e ha continuato i suoi sforzi per distribuire aiuti grazie all'impegno di 35'000 volontari. Dall'inizio della crisi, sono entrati a Gaza più di 35'000 camion carichi di oltre 500'000 tonnellate di aiuti, tra cui cibo, acqua, forniture mediche e medicinali, materiali di soccorso e per la costruzione di rifugi, articoli per l'igiene personale, latte e pannolini, oltre ad ambulanze e autocisterne.

7 giorni fa
Gran BretaFrancia e Germania promettono 'aiuti aerei per Gaza'
I tre paesi denunciano come "spaventosa" la situazione della popolazione a Gaza.

Regno Unito, Francia e Germania tornano a denunciare come "spaventosa" la situazione della popolazione civile palestinese nella Striscia di Gaza, sullo sfondo dei raid israeliani e delle restrizioni sulle forniture essenziali, e annunciano un piano congiunto per la distribuzione aerea di aiuti - autorizzata di nuovo ieri da Israele in risposta alle pressioni internazionali crescenti - in partnership con Paesi come la Giordania. Lo si legge in una nota diffusa oggi da Downing Street, dopo una nuova telefonata a tre fra Keir Starmer, Emmanuel Macron e Friedrich Merz.

L'impegno anticipato da Starmer

L'impegno a riproporre il lancio degli aiuti dal cielo - strumento peraltro giudicato insufficiente e non esente da rischi - era stato già anticipato stamattina in un'intervista dal premier britannico. Ora viene formalizzato nell'ambito di un'iniziativa del gruppo E3 con Parigi e Berlino che comprende pure un piano per "l'evacuazione di bambini bisognosi di assistenza medica".

Gli obiettivi

I tre leader - si legge poi nella nota diffusa da Londra - "concordano sulla necessità vitale di assicurare piani robusti" non solo sul fronte umanitario, ma anche per arrivare a "un urgente cessate il fuoco a Gaza da trasformare in una pace duratura". Si impegnano infine a "lavorare a un piano" che ponga "le premesse di una soluzione a lungo termine" per "la sicurezza della regione" fondata sull'obiettivo dei due Stati per due popoli.

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