
Tutti gli aggiornamenti sulla cerimonia che proclamerà il successore di Papa Francesco.
Le votazioni per scegliere il 267° Papa riprenderanno domani. In mattinata, i cardinali elettori si ritroveranno prima delle 8 nel Palazzo Apostolico, per celebrare Messa e Lodi nella Cappella Paolina. A seguire si ritireranno alle 9.15 in Sistina per recitare l'Ora media e procedere poi alle prime due votazioni. Poi il ritorno a Santa Marta con il pranzo in programma intorno alle 12.30. Alle 15.45 la nuova partenza verso il Palazzo apostolico, quindi alle 16.30 il ritiro in Sistina con altre due votazioni e al termine (intorno alle 19.30, salvo imprevisti come capitato oggi) la celebrazione dei Vespri.
Due sono le fumate previste nelle diverse giornate: una a fine mattinata, una la sera, ovvero al termine di entrambe le votazioni del mattino e del pomeriggio. A meno che il nuovo Papa non venga eletto alla prima delle due votazioni previste di mattina e di pomeriggio: in quel caso la fumata sarà anticipata attorno alle 10.30 se si raggiungerà l'intesa in mattinata o intorno alle 17.30 se sarà necessaria anche la prima votazione nel pomeriggio.
Rispetto al conclave del 2013, iniziato alla stessa ora di quest'anno, la prima fumata è arrivata un'ora e venti dopo. A pesare, secondo quanto si apprende, sarebbero state una serie di concause: in primis la lunghezza della meditazione tenuta dal cardinale Raniero Cantalamessa, durata 45 minuti, ma anche il fatto che i porporati, oltre ad essere diciotto in più rispetto al 2013, nella maggior parte sono neofiti e diversi di loro non parlano italiano. Quindi le operazioni di voto hanno preso decisamente più tempo.
I fedeli hanno cominciato ad abbandonare piazza San Pietro mentre la fumata nera continuava a uscire dal comignolo. Pochi secondi prima della fumata, i maxischermi in piazza si sono spenti per qualche istante. I fedeli, tra lo stupore, hanno scoperto l'esito negativo guardando direttamente verso il comignolo. Un boato della folla ha poi accompagnato la nuova rapida accensione degli schermi. In questo modo i presenti in piazza hanno potuto vedere nitidamente il fumo nero sopra al tetto della Sistina. In tanti se lo aspettavano.
Dopo oltre due ore di attesa, è finalmente arrivata: la prima fumata è nera. Significa che nessun cardinale ha ottenuto la maggioranza dei due terzi necessaria a essere eletto papa. Si continua dunque domani mattina con le votazioni.
Per qualche motivo la fumata, attesa per le 19.00, non è ancora avvenuta. Tutte le attenzioni attorno al conclave sono quindi concentrate sul comignolo della Cappella Sistina. Nell'attesa, in piazza San Pietro, varie persone hanno preso ad applaudire, come quando ai concerti si chiamano i cantanti sul palco.
In migliaia attendono la prima fumata, attesa per le 19.00, che decreterà se è stato già scelto un papa oppure no. Nella storia del Vaticano non è mai successo che il papa fosse eletto al primo scrutinio.
Con l'"extra omnes" pronunciato dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Diego Ravelli, prende il via il conclave per eleggere il 267° Papa. Tutti gli astanti lasciano la cappella Sistina, all'interno della quale restano solo i cardinali elettori, lo stesso maestro e l'ecclesiastico incaricato di tenere l'ultima meditazione prima delle votazioni, il cardinale Raniero Cantalamessa. Una volta usciti tutti il maestro chiude la porta d'accesso alla cappella Sistina. Al termine della meditazione, anche il maestro e il cardinale Cantalamessa lasciano la cappella Sistina e si avviano le operazioni di voto. I cardinali, prima di cominciare i lavori, hanno giurato prima tutti insieme e poi singolarmente. Giurano davanti a Dio di essere fedeli al loro compito in caso di elezione a Papa e giurano anche segretezza sui lavori del conclave.
Tutti i cardinali sono entrati nella Cappella Sistina, dove inizieranno le prime discussioni e votazioni per eleggere il nuovo papa. Si sono seduti alle loro postazioni, dove c’è già tutto il materiale per il voto. Alla fine della Litania dei Santi si procederà al giuramento, che si concluderà con la tradizionale espressione latina extra omnes, “fuori tutti”, e la chiusura delle porte della Sistina.
Nell'era digitale anche i cardinali fanno fatica a lasciare il telefonino, un po' come gli studenti prima dell'esame di maturità. E così, prima del silenzio, al quale saranno costretti durante il conclave, sono molti i porporati che hanno salutato i follower con un ultimo post. L'arcivescovo di Santiago del Cile, Fernando Chomali, prima ha postato su X un video dove lava in un lavandino la camicia bianca per entrare in conclave e poi ha fatto un post nel quale dice: "Oggi entro nel conclave senza cellulare. Solo davanti a Dio si può votare chi sarà il Papa. Una responsabilità che mi travolge".
Il cardinale di Algeri, Jean Paul Vesco, saluta invece i suoi 'amici' di Facebook così: "Stasera entro nel silenzio del conclave, non vedo l'ora... questa arcaica istituzione dell'XI secolo sta dimostrando un'incredibile modernità nel tempo della sovramediazione, dei social media e delle nostre dipendenze digitali. Niente più telefoni o internet, le finestre delle nostre camere sono sigillate.... Ne usciremo con la proclamazione: 'habemus papam!' Che avventura davvero!". Anche il cardinale conservatore Raymond Burke sceglie Facebook e in un video lancia un appello: "È urgente la vostra preghiera per i cardinali che entrano in conclave per scegliere il successore di San Pietro". Lascia un post prima di lasciare il cellulare spento anche il più giovane del collegio: l'ucraino Mykola Bycok. Ma non pensa solo al gravoso compito che gli spetta, a soli 45 anni, ovvero l'elezione del nuovo Papa. "Mentre sarò nella Sistina pregherò per la pace giusta in Ucraina", scrive sui social.
Sono oltre cinquemila i fedeli nella basilica di San Pietro che sono presenti alla messa 'pro eligendo', presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re. È la stima dei media vaticani. Molta gente sta seguendo la funzione, che precede l'ingresso in conclave dei cardinali di oggi pomeriggio, anche in Piazza San Pietro, attraverso i maxischermi, nonostante l'alternarsi di sole e pioggia.
I cardinali, sia quelli che partecipato al Conclave che i non elettori, sono nella Basilica di San Pietro, dove viene celebrata la messa 'Pro eligendo Romano Pontifice'. La messa è concelebrata dai cardinali elettori e presieduta dal decano del Collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re.
Stamane, i porporati che ancora non l'avevano fatto, hanno completato la sistemazione nelle proprie stanze nella residenza di Casa Santa Marta o nell'adiacente Santa Marta Vecchia, dove alloggeranno in questi giorni. Questo pomeriggio alle 16.20, nella Prima Loggia del Palazzo apostolico vaticano, con la processione degli elettori dalla Cappella Paolina alla Sistina inizieranno le operazioni preliminari del Conclave, cui seguirà l'eventuale prima votazione e, nel tardo pomeriggio, la prima 'fumata'.
Al via oggi il conclave per eleggere il futuro Papa. Hanno diritto di voto tutti i cardinali di età inferiore agli 80 anni: tra questi ve ne sono due svizzeri. Si tratta del 75enne Kurt Koch di Basilea e del 78enne del Vallese. Koch, ex vescovo di Basilea, è stato nominato presidente del Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani da Papa Benedetto XVI nel 2010, diventando così il "ministro ecumenico" del papa. Nello stesso anno è diventato cardinale.
Nato nel 1950 a Emmenbrücke (LU), Kurt Koch ha studiato teologia a Lucerna e a Monaco ed è stato ordinato sacerdote nel 1982. Dopo l'ottenimento del dottorato nel 1987, è stato nominato professore ordinario di dogmatica e liturgia alla Facoltà di teologia di Lucerna due anni più tardi. In qualità di vescovo ha presieduto la Conferenza episcopale svizzera (CVS) dal 2007 al 2009.
Emil Paul Tscherrig, nato nel 1947 a Unterems, in Alto Vallese, è stato nominato cardinale da Papa Francesco nel 2023. Nel 2017 è stato il primo non italiano a diventare nunzio apostolico per l'Italia e San Marino. Nel 2016, nell'ambito della crisi politica in Venezuela, ha mediato tra governo e opposizione durante le proteste nel paese latinoamericano. Tscherrig ha studiato teologia all'università di Friburgo e alla Pontificia accademia ecclesiastica a Roma e diventa membro del servizio diplomatico della Santa Sede nel 1978 sotto papa Giovanni Paolo II. In questo contesto ha esercitato nelle nunziature apostoliche in particolare in Argentina, Uganda, Corea del Sud e Bangladesh. In Argentina Tscherrig conobbe Jorge Bergoglio - diventato poi papa Francesco - quando era ancora arcivescovo di Buenos Aires. Nel 1996, Papa Giovanni Paolo II lo ha nominato nunzio apostolico (ambasciatore del Vaticano) in Burundi e lo ha consacrato arcivescovo.
Una macchina complessa messa a punto in secoli di storia e tradizione liturgica. È il conclave che, per l'elezione del successore di Bergoglio, si apre oggi, mercoledì 7 maggio. Il numero massimo di cardinali elettori è stabilito in 120, ma deroghe sono ammesse. Attualmente gli aventi diritto al voto sono 133. Come da tradizione il Conclave si svolgerà nella Cappella Sistina, luogo d'arte e di fede, per la ventiseiesima volta nella storia.
Il 5 maggio tutto il personale che avrà accesso al Conclave ha giurato assoluta segretezza: religiosi, tecnici, medici, cuochi, guardie svizzere, floristi. È vietato parlare con i cardinali o riferire quanto visto. La sanzione in caso di violazione è la scomunica latae sententiae, automatica e immediata. Anche i cardinali, prima del voto, giurano uno a uno sul Vangelo.
Dei 133 cardinali elettori, ben 108 sono stati nominati da papa Francesco, che ha reso il collegio più giovane, globale e variegato. I cardinali provengono da 71 Paesi: 59 europei (19 italiani e due svizzeri), 37 americani (tra Nord, Centro e Sud), 20 asiatici, 16 africani e 3 oceanici. Il più giovane è Mykola Byčok, ucraino, 45 anni, vescovo a Melbourne. Il più anziano è Carlos Osoro Sierra, spagnolo, 79 anni, che compirà 80 anni il 16 maggio.
Due cardinali elettori, lo spagnolo Antonio Cañizares Llovera e il keniota John Njue, non saranno presenti per motivi di salute. Il cardinale Vinko Puljić, invece, ha dichiarato che, se aiutato, potrà votare in Sistina. Se non ce la farà, entrerà in azione il gruppo degli infirmarii: tre cardinali incaricati di raccogliere voti da eventuali infermi. Seguono un rituale rigoroso: urna sigillata, scheda piegata, giuramento anche del malato. Le schede saranno poi inserite nel calice votivo con le altre, alla presenza degli scrutatori.
Casa Santa Marta dispone di 134 posti, ma con 14 camere sigillate, tra cui quella che fu di Francesco, 13 cardinali saranno ospitati nell’attiguo ex ospizio Santa Marta, riadattato per l’occasione. Le stanze sono assegnate per sorteggio. Ogni camera è semplice ma autonoma, con bagno privato.
Il maestro delle cerimonie Diego Ravelli non parteciperà al voto ma svolgerà un ruolo chiave: è lui a pronunciare l’“Extra omnes”, che segna la chiusura delle porte della Sistina. Il primo giorno dell'avvio del conclave si terrà una sola votazione nel pomeriggio mentre nei giorni successivi saranno quattro in totale, due la mattina e due il pomeriggio.
Le giornate seguono un ritmo liturgico e rigoroso. Colazione all’alba, Messa alle 8.15 nella Cappella Paolina, poi votazioni al mattino e al pomeriggio, nella Cappella Sistina. Alle 16.30 inizia la processione dei cardinali in abito corale, accompagnati dal canto delle litanie dei santi e dal Veni Creator. Dopo le votazioni pomeridiane, si recitano i Vespri. I pasti e gli spostamenti avvengono in completo isolamento. Tutto è organizzato per garantire raccoglimento e discernimento. Le fumate avvengono due volte al giorno: bianca se si è eletto il Papa, nera altrimenti.
Una volta scritto il nome sulla scheda sotto la frase 'Eligo in Summum Pontificem', ogni singolo cardinale elettore si avvia verso l'altare con la scheda piegata e ben visibile. La adagia su un piatto d'argento poggiato su un'urna e poi la lascia scivolare all'interno. Una volta conclusa la sessione di voto, i primi due scrutatori aprono e leggono in silenzio il nome scritto sulla scheda, mentre il terzo pronuncia il nome. Le schede vengono forate e legate insieme, per essere poi bruciate all'interno della stufa.
Nel caso di mancata elezione verrà aggiunta una miscela che colorerà il fumo di nero. In caso contrario, invece, il decano si rivolge al candidato eletto per chiedergli se accetta o meno l'incarico e quale sarà il nome scelto. Se accetta, verranno bruciate le schede aggiungendo il colorante bianco che annuncerà dal comignolo della cappella Sistina l'elezione del nuovo Papa.
Per essere eletto, il Papa deve ottenere i due terzi dei voti dei presenti. Con 133 cardinali, il quorum è 89. Se dopo tre giorni non si raggiunge un risultato, si osserva una pausa di riflessione. Dopo 33-34 scrutini andati a vuoto, si può passare a un ballottaggio tra i due candidati più votati, ma resta il vincolo della maggioranza qualificata. È vietata la scelta per acclamazione o compromesso. Secondo il diritto canonico, può essere eletto qualunque maschio battezzato e celibe, anche non cardinale, sebbene nella prassi ciò non accada da secoli.
È un piccolo ambiente riservato accanto alla Sistina, dove il Papa eletto si ritira prima di apparire al mondo. Vi trova una veste talare bianca in tre taglie, un crocifisso, immagini mariane e un divano rosso. Qui molti hanno pianto, colti dal peso della responsabilità: Giovanni XXIII scoppiò in lacrime, Benedetto XVI parlò di “ghigliottina”, Francesco si limitò a dire “Il carnevale è finito”. È il momento in cui la persona cede il passo al Pontefice. Da lì, vestirà di bianco: una scelta introdotta da Pio V nel 1566.
Dopo circa un’ora dalla fumata bianca, si apre la loggia centrale della Basilica di San Pietro. Il cardinale protodiacono, nel 2025 Dominique Mamberti, si affaccerà per pronunciare: “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!”. Seguiranno nome e cognome dell’eletto e il nome pontificale scelto. Mamberti, 72 anni, corso, ex ministro degli Esteri vaticano, guida oggi la Segnatura Apostolica. Un annuncio carico di attesa e speranza per oltre un miliardo di cattolici nel mondo.
È il giorno del Conclave. Da oggi, all'interno della Cappella Sistina, 133 cardinali inizieranno i lavori che porteranno all'elezione del successore di papa Francesco. "Pietro Parolin è il favorito", spiega a Ticinonews Markus Krienke, professore alla Facoltà di Teologia dell’Università della Svizzera italiana, anche perché "essendo il segretario di Stato della Santa Sede sarà al centro dell'attenzione, visto che presiederà il Conclave". Ma anche il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, arcivescovo emerito di Manila ha buone possibilità". Tuttavia, "se non si riesce a trovare subito una maggioranza di due terzi dei cardinali favorevoli alla nomina di un candidato, potrebbero entrare in gioco anche Matteo Maria Zuppi, arcivescovo metropolita di Bologna, oppure Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma, o quello di Stoccolma, o Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, in Burkina Faso, Juan Luis Cipriani Thorne, arcivescovo emerito di Lima, in Perù, Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo cattolico della Repubblica Democratica del Congo, ma anche il cardinale Lazzaro You Heung-sik, attuale Prefetto del Dicastero per il Clero".
A livello di tempistiche, secondo Krienke il Conclave dovrebbe essere abbastanza breve, questo perché "il pre-conclave è in atto da diversi giorni, quindi i cardinali già si conoscono e credo che siano già state espresse alcune preferenze". Tuttavia, "non è detto che la maggioranza dei due terzi sia già stata stabilita, ma potrebbe esserci un certo consenso per 2-3 candidati". La Chiesa "vuole dimostrare unità, soprattutto in un mondo incerto come quello attuale, anche per questo prima di domenica ci sarà un nuovo Papa, anche perché il procedimento prevede che dopo tre giorni di lavori, quindi sabato, arrivi un giorno di riposo". Ecco perché, secondo l'esperto, "sabato potrebbe arrivare una fumata bianca, ma forse già venerdì".
Il successore di Papa Francesco "dovrà riuscire a comunicare la fede anche nelle zone di crisi del mondo, ad esempio nel Sudamerica, dove il cattolicesimo è sotto pressione". In altre parole, "dovrà portare la fede, magari anche tralasciando alcuni dogmi morali o di procedura della chiesa, che oggi non vengono più capiti". Il prossimo "dovrà essere un Papa in grado di comunicare, dovrà avere la spinta carismatica di Bergoglio, ma stare anche attento alla curia e alle istituzioni, così come al rapporto tra lo stesso papa e la curia".