
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato informato dagli Stati Uniti che il giorno dell’attacco russo sarà mercoledì 16 febbraio. Secondo quanto riferisce la CNN in una breaking news, il presidente ucraino ha detto che “non è la prima volta” che si parla di questa data. “Il nostro Paese è più forte che mai”, ha detto ancora invitando tutta la popolazione il 16 febbraio a “sventolare le bandiere ucraine e a indossare i colori nazionali. Faremo del 16 febbraio il giorno dell’unità”. “Vogliamo la pace e vogliamo risolvere tutte le questioni esclusivamente attraverso i negoziati”, ha detto ancora Zelensky elogiando l’esercito ucraino che è “molte volte più forte di otto anni fa”.
‘Non crediamo Putin abbia preso una decisione finale’
Queste affermazioni non vengono però confermate dal portavoce del Pentagono John Kirby: “Non crediamo che Vladimir Putin abbia già preso una decisione finale” sull’eventuale attacco contro l’Ucraina, ha affermato, pur ribadendo che un’azione militare è possibile “in qualsiasi momento”. Kirby non ha voluto però entrare nel merito delle informazioni di intelligence secondo cui il giorno previsto per l’attacco sarebbe mercoledì. Putin, ha proseguito, continua a rafforzare il suo dispositivo di attacco per tenere aperte “tutte le opzioni” nel caso decidesse di attaccare, cosa che potrebbe fare “con scarso o nessun avvertimento”.
Il capo del Pentagono domani in Europa
Il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Ned Price, in un punto con la stampa, ha sottolineato che ancora “non si è visto nessun segno tangibile di de-escalation da parte della Russia” in Ucraina. E il capo del Pentagono Lloyd Austin fa sapere che da domani sarà in visita a Bruxelles, in Polonia e in Lituania. Da parte sua la CBS cita un funzionario americano secondo il quale Mosca ha spostato parte dell’artiglieria a lungo raggio in posizione di tiro. E alcune truppe russe vicino al confine con l’Ucraina hanno iniziato a muoversi in “posizioni da attacco”.
Bruxelles prepara piano ad hoc per rifugiati ucraini
L’Unione Europea nelle ultime ore sta valutando un ulteriore aspetto di una possibile escalation della crisi, quello migratorio. La Polonia ha infatti già lanciato l’allarme e Bruxelles è pronta a venire incontro a Varsavia, mettendo in atto un piano ad hoc per far fronte ad un eventuale arrivo in massa di ucraini in fuga dalla guerra. “Stiamo lavorando perché ci sia un principio di solidarietà da parte dei Paesi membri. Nella crisi bielorussa si trattava di una guerra ibrida, in questo caso di persone in fuga per salvare la propria vita”, ha spiegato un alto funzionario europeo.
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