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In Toscana c'è stato il primo suicidio assistito
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Keystone-ats
un giorno fa
L'uomo, sessantenne, era affetto dal 2008 dal morbo di Parkinson e, per una grave disfagia, era costretto a vivere con gastrostomia endoscopica percutanea in funzione per 21 ore al giorno. Lo rende noto oggi l'Associazione Luca Coscioni.

In Toscana c'è stato il primo caso di suicidio medicalmente assistito dopo l'approvazione a febbraio della legge regionale denominata "Liberi Subito" su tempi e modalità, "a conferma della sua piena applicabilità in virtù di giudicato costituzionale, nonostante l'impugnazione da parte del governo". Lo rende noto oggi l'Associazione Luca Coscioni. Il 17 maggio, in provincia di Siena - spiega l'Associazione in una nota -, D. P., scrittore, ha potuto scegliere con lucidità e serenità di porre fine alla propria vita grazie alla sentenza 242 del 2019 della Corte costituzionale italiana e alla legge toscana. L'uomo, sessantenne, era affetto dal 2008 dal morbo di Parkinson e, per una grave disfagia, era costretto a vivere con gastrostomia endoscopica percutanea in funzione per 21 ore al giorno.

La vicenda

La nota ripercorre la vicenda a partire dall'agosto del 2023 quando D. P., tramite un amico, aveva contattato l'Associazione Luca Coscioni per ricevere informazioni su come accedere alla morte volontaria assistita e gli erano state fornite tutte le indicazioni necessarie incluse le informazioni anche sulle disposizioni anticipate di trattamento, sul percorso di sedazione palliativa profonda e sul distacco dei trattamenti in corso. Dopo aver ricevuto, lo scorso 22 aprile, l'esito positivo delle verifiche previste dalla sentenza della Corte costituzionale nota come "Cappato-Dj Fabo", D. P., meno di un mese dopo, ha confermato la volontà di procedere a casa. Il tutto si è svolto nel pieno rispetto della procedura prevista dalla legge toscana e delle condizioni stabilite dalla Corte costituzionale. A casa sua è stato preparato il farmaco letale, che D. P. si è autosomministrato. Alle 16:47 del 17 maggio D. P. ha attivato il dispositivo a doppia pompa infusiva e alle 16:50 ha smesso di respirare, serenamente.

Presidente regione: adesso serve norma nazionale

"La legge toscana sul fine vita ha colmato un vuoto. Occorre però adesso una norma nazionale che formalizzi quanto affermato dalla Corte costituzionale con la sentenza 242 del 2019". Così il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, dopo questo primo caso di suicidio medicalmente assistito in Toscana. "Quanto avvenuto - spiega Giani - dimostra che la nostra legge, in realtà, non crea nuove condizioni, anche di disciplina, rispetto al fine vita medicalmente assistito. La legge si è limitata a tradurre in procedure obiettive, imparziali, neutre, uguali per tutti quanto affermato dalla Corte costituzionale (...). La legge toscana ha reso concreti i principi contenuti nella sentenza, permettendo ai cittadini di accedere ad un percorso di fine vita medicalmente assistito, rispettando il principio di autodeterminazione". "In poche parole - ha concluso Giani - siamo davanti alla dimostrazione più evidente di quanto la legge toscana abbia momentaneamente colmato un vuoto, che però non abbiamo la presunzione di riempire per sempre. Diventa adesso opportuno arrivare a una legge nazionale che traduca i principi della sentenza della Consulta".

Legge Toscana impugnata dal governo ma non sospesa

"La legge è in vigore e produttiva di effetti. L'impugnativa del governo (italiano) non produce la sospensione della norma". È quanto si spiega dalla Regione Toscana in merito alla normativa sui tempi e modalità di accesso al suicidio assistito approvata a maggioranza lo scorso 11 febbraio dal Consiglio regionale toscano, promulgata il 14 marzo da Giani e che poi il governo, il 9 maggio scorso, ha deciso di impugnare senza però chiederne anche la sospensione. Già nei giorni successivi alla notizia dell'impugnazione da parte del governo, il presidente del Consiglio regionale toscano Antonio Mazzeo era intervenuto su Facebook spiegando: "In queste ore in tanti mi stanno scrivendo, preoccupati, dopo l'impugnazione da parte del governo della legge regionale sul fine vita. Voglio rassicurarvi: la legge resta pienamente in vigore, almeno fino al pronunciamento della Corte costituzionale". L'entrata in vigore della legge era stata invece sospesa, subito dopo la sua approvazione, per il ricorso dell'opposizione di centrodestra in Consiglio regionale presentato il 15 febbraio al collegio di garanzia, organo ausiliare regionale chiamato a valutare la conformità allo Statuto delle leggi approvate in Toscana. Lo stesso collegio ha poi deciso all'unanimità che la norma varata sul fine vita "non presenta le violazioni statutarie prospettate e che dunque, in relazione ai profili contestati, è conforme allo Statuto". Decisione resa nota il 13 marzo. Il giorno dopo la legge è stata promulgata da Giani.