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In Italia si festeggia la Liberazione, ecco perché è stato scelto il 25 aprile
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Redazione
9 giorni fa
In questa data gli italiani celebrano il riscatto del Paese dal regime fascista, dall’occupazione nazista e il valore dimostrato dai partigiani. Proprio oggi, nel 1945, iniziò la ritirata dei soldati tedeschi e di quelli della Repubblica di Salò da Milano e Torino.

Oggi, 25 aprile, i nostri vicini di casa italiani festeggiano l’Anniversario della Liberazione. In questa festa nazionale si ricorda il riscatto del Paese dal regime fascista e dall’occupazione nazista durante la Seconda guerra mondiale. Si celebra anche il valore dei partigiani di ogni fronte e fazione che, a partire dal 1943, contribuirono alla lotta per il Paese, andando a liberare diverse zone cittadine prima dell’arrivo degli Alleati. La guerra non finì il 25 aprile 1945, ma il 2 settembre dello stesso anno. Il 25 è un giorno simbolico, scelto perché in questa data cominciò la ritirata dei tedeschi e dei soldati della Repubblica di Salò da Milano e Torino, in seguito allo sfondamento della Linea Gotica da parte degli alleati e all’azione della Resistenza. Come da tradizione, oggi alle 9 di mattina, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto una corona di alloro al sacello del Milite ignoto, custudito nell'Altare della Patria.

La storia della Resistenza italiana

Storicamente le formazioni partigiane vennero create dopo l’armistizio dell'8 settembre 1943, per iniziativa di antifascisti e di ex-militari del Regio esercito. La Resistenza inizialmente era composta da poche migliaia di uomini, tuttavia, in seguito divenne un enorme fenomeno a cui aderirono, indipendentemente dal sesso, le più disparate classi sociali. Nei territori ancora sotto il giogo nazista si vennero a formare i GAP, i Gruppi di Azione Patriottica e i SAP, Squadre d'Azione Partigiana (entrambe organizzate dal Partito Comunista Italiano) che si impegnarono nel compiere operazioni di sabotaggio, attentati contro le forze d'invasione e azioni di propaganda per sollevare la popolazione contro il nemico comune. Tuttavia, non mancarono casi di vendette personali ed esecuzioni sommarie perpetrate contro civili fascisti o comunque non favorevoli all'agire della Resistenza.  

La fuga del Duce e della figlia verso la Svizzera

Ricordiamo che la Svizzera fu la meta scelta, sia da Mussolini che dalla figlia, per la fuga verso la salvezza. Nel 1944, infatti Edda Ciano, valicò il confine con i suoi figli, in missione per salvare il marito, Galeazzo Ciano, che rischiava la fucilazione dopo essere stato accusato di alto tradimento per cospirazione contro il governo fascista. In quell'occasione la donna fu ospitata da una piccola comunità di suore domenicane a Neggio, nel Canton Ticino. Nell'anno seguente, fu il Duce a tentare di raggiungere il confine, unendosi a una colonna tedesca; fu riconosciuto e venne arrestato dai partigiani, per poi essere giustiziato. In suo possesso gli fu trovato un lasciapassare per la Confederazione che gli era stato concesso da un politico elvetico.

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