Secondo il giornalista esperto in Medio Oriente, neppure le accuse della Commissione d'inchiesta dell'Onu porteranno delle conseguenze. "Storicamente, le dichiarazioni delle Nazioni Unite sono state tante, ma sono sempre rimaste lettera vuota".
"Un’operazione che si stava preparando da tempo e che,
colpevolmente, nessuno dei governi dell’Occidente ha cercato di fermare, al di
là delle condanne un po’ retoriche e senza efficacia, e della complicità
effettiva dell’amministrazione americana". Così Luigi Geninazzi, giornalista esperto in Medio Oriente, ha commentato a Ticinonews l'attacco di terra sferrato dall'esercito israeliano a Gaza City. Questa situazione "da un lato era prevista, ma si pensava quasi magicamente che questa linea rossa, superata nella notte da Israele, potesse rimanere tale, che non si oltrepassasse questo tabù
della distruzione di una città". Si tratta "chiaramente di una misura sproporzionata, che
tardivamente la Commissione d'inchiesta dell'Onu ha condannato come un genocidio cosciente,
criminale, condotto da Israele nei confronti della popolazione palestinese”.
Ci si chiede adesso se queste accuse della Commissione d'inchiesta genereranno un qualche tipo di pressione. “Purtroppo, se guardiamo la storia di questi 80 anni, le dichiarazioni dell’Onu sono state tante, ma sono sempre
rimaste lettera vuota, senza alcuna efficacia", analizza Geninazzi. Certo, "hanno importanza, perché
parliamo di una condanna emessa dalla più alta Assemblea di tutte le nazioni del
pianeta, ma non portano conseguenze". Allo stesso modo "le dichiarazioni di riconoscimento dello Stato palestinese, a mio avviso
corrette dal punto di vista formale, arrivano tardivamente. E, soprattutto, sono anch’esse simboliche, poiché manca proprio il territorio palestinese”.
Guardando al futuro della situazione in Medio Oriente "la questione due Stati mi sembra
ormai improponibile, poiché mancano le condizioni materiali. Già prima della
guerra vi erano tante difficoltà, ma adesso è assolutamente non fattibile". Secondo Geninazzi "l’Occidente, seppur
tardivamente, dovrebbe svegliarsi. Noi siamo sotto shock perché
da almeno tre anni ci troviamo in scacco di due grandi guerre - il conflitto Russia-Ucraina e quello in Medio Oriente - le quali sembrano non finire mai". Il fatto di non aver tentato neppure una
misura di sanzione, una rottura di un accordo commerciale nei confronti del governo Netanyahu, "svalorizza tutto quanto è stato giustamente fatto verso Putin; siamo al 19esimo pacchetto di sanzioni contro al Russia, ma
come si spiega l'assenza di sanzioni contro un Paese che si comporta
allo stesso modo?" Il problema adesso "non è più combattere Hamas. Israele è arrivato al punto che ormai vuole distruggere tutto ciò che c’è attorno ad Hamas,
quindi i palestinesi: i complici, ma anche gli indifferenti e chi non ne sa
nulla, perfino i neonati. È veramente una prospettiva che dovrebbe far riflettere i
governi occidentali”, conclude Geninazzi.