La spiegazione
Il terremoto in Turchia "è una storia che si ripete periodicamente"
© Twitter e Ticinonews
© Twitter e Ticinonews
Redazione
un anno fa
La violenza del sisma che ha devastato vaste aree di Turchia e Siria lascia senza parole. "Questa parte del pianeta è fra le più pericolose a livello sismico".

"Quando questa mattina ho sentito mia zia e i miei cugini, stavano uscendo dall'ospedale. Fortunatamente le loro ferite erano solo lievi, ma hanno perso la loro casa". I parenti di Ezgi Görgü, la nostra segretaria di redazione, vivono a Malatya, nell'Est della Turchia, una delle città più colpite dal violentissimo terremoto che questa mattina ha devastato vaste aree di Turchia e Siria. "I miei famigliari hanno una seconda abitazione lontano dalla zona colpita e oggi pomeriggio mi hanno detto che si stavano dirigendo lì. Purtroppo però non tutti hanno la fortuna di avere un secondo domicilio o un luogo in cui stare in questo momento".

Fra le aree più pericolose del pianeta

Le immagini che giungono dalle zone colpite restituiscono il quadro di uno scenario apocalittico. Il sisma, con la sua magnitudo di 7.9 sulla scala Richter, è stato molto forte. L'intensità non sorprende Silvio Seno, già direttore dell'Istituto scienze della Terra alla Supsi. "È una storia che si ripete periodicamente", esordisce nel suo intervento a Ticinonews. "Questa parte del pianeta è una delle più pericolose sul piano sismico e ogni 10-20 anni si assiste a un terremoto importante, ma su periodi più estesi anche a terremoti davvero forti, proprio come quello capitato nella notte". La regione è già stata teatro di sismi distruttivi. "Nel 1999 a Izmit, un po' più a Nord rispetto alla zona colpita oggi, la faglia Nord Anatolica ha generato un sisma che ha fatto quasi 20'000 vittime. Non è la stessa del terremoto di oggi, che è la Est Anatolica, ma entrambe appartengono a un unico sistema attivo".

Spostato di 3 metri, da un momento all'altro

I numeri che descrivono la potenza di questo evento naturale impressionano. Con il terremoto, la terra si è spaccata per 150 chilometri e l'Anatolia si è spostata di 3 metri. "Dobbiamo immaginarci la faglia, ovvero la sorgente del terremoto, come una grande frattura che attraversa la crosta per decine e decine di chilometri in profondità. È lungo questa frattura che avviene lo spostamento", spiega Silvio Seno. "È come se lei - prosegue lo scienziato - che in questo momento è seduto davanti a me, dopo il terremoto si spostasse di 3 metri alla mia sinistra, istantaneamente. E tre metri sono tantissimi". In effetti, "l'energia rilasciata da questo terremoto è stata enorme. Lo spostamento è quindi veramente importante". Con queste magnitudo, spiega Seno, "è possibile che si sviluppino grandi fratture che attraversano la superficie terrestre, che spaccano strade, che si vedono nel paesaggio e che creano delle voragini".

Costruire bene

Prevedere il momento esatto in cui avverrà un sisma rimane impossibile. Si conosce però il livello di pericolosità sismica di un'area. "Questo è già utilissimo, molto più di un'ipotetica previsione che ci indichi data e orario di un terremoto", commenta Seno. "Questo dato permette di applicare delle norme antisismiche che ci proteggono. Per difenderci dal rischio terremoti servono case che resistano". Ciò non è però possibile ovunque. "Interviene il fattore economico. I costi per mettere in sicurezza rispettando gli standard antisismici sono enormi, soprattutto dove c'è un grande patrimonio di edifici storici. I paesi che hanno più capacità scientifiche, tecniche ed economiche sono anche quelli in grado di reagire meglio".