
La tensione attorno alla situazione ucraina aumenta di ora in ora. Tutti si chiedono quali saranno le prossime mosse degli attori coinvolti e quali conseguenze avranno sugli altri Paesi. Gli occhi del mondo sono puntati, in particolare, sulla regione del Donbass. “Il problema maggiore è quello della mancanza di informazioni”, spiega Peter Regli, già capo del Servizio d’informazione svizzero, in un’intervista a Ticinonews. “Quelle che riceviamo, spesso si contraddicono. Sappiamo che un terzo del Donbass, che è una sorta di provincia ucraina, è occupato dai separatisti. Gli altri due terzi, invece, sono ancora in mano all’Ucraina”. I due settori sono separati secondo la cosiddetta “linea di contatto”. La domanda che bisogna quindi porsi adesso è “dove si trovano i mezzi pesanti russi? Sono ancora fuori dall’Ucraina, o hanno attraversato la frontiera in direzione della zona separatista? Oppure, e questo sarebbe davvero il “casus belli” europeo, hanno già attraversato la linea di contatto? Perché dall’altra parte sono pronte le truppe ucraine, le quali, per il momento, hanno fatto pochissimo per difendersi”.
Differenti motivazioni
Tutti attendono quindi di capire come si muoverà Putin. “Ha diverse possibilità e conosce benissimo la debolezza dell’Occidente”, prosegue Regli. “Sa che la Nato non interverrà militarmente se lui non entrerà in un paese alleato di quest’ultima”. È anche consapevole però “che l’Ucraina, malgrado tutto, è preparata molto bene: i soldati ucraini sono disposti a morire per la loro patria, mentre i giovani militari russi dovrebbero morire per un dittatore. Abbiamo una grande differenza nelle motivazioni. Io penso che Putin, oggi come oggi, non sappia ancora quale soluzione scegliere. Fa avanzare i suoi pezzi pesanti e poi guarda come reagiscono il presidente ucraino e, soprattutto, quello americano”.
Gli unici “alleati”
In questo momento la Russia può contare sul sostegno del suo “vassallo”, ovvero la Bielorussia, ma siccome “un dittatore aiuta l’altro, la Russia ha ricevuto il sostegno morale di Xi Jinping, anche lui interessato a cambiare la struttura del mondo liberale. Tuttavia, militarmente parlando, che io sappia, è unicamente la Bielorussia a sostenere la Russia”. Bielorussia che potrebbe eventualmente lanciare un attacco a tenaglia. “Parliamo di almeno 150'000 truppe, con una serie di mezzi a disposizione: aeronautica modernissima, stanziata lungo il confine nord-est-sud dell’Ucraina, mezzi marittimi pronti a invadere...La situazione è molto preoccupante dal punto di vista del potenziale militare”.
Risposte insufficienti
Per quanto concerne le reazioni di Usa, Europa e Regno Unito, Regli ha le idee chiare. “Capisco che il presidente Volodymyr Zelens'kyj per il momento sia molto deluso, perché finora gli occidentali (anche l’Ue, non solo gli Usa) hanno sostenuto unicamente a parole. Posso anche immaginare che il presidente Vladimir Putin sorrida quando sente delle decisioni prese da Biden e dagli europei in merito alle sanzioni”. Perché anche lui sa che “tali sanzioni non agiscono subito, non hanno un effetto immediato su coloro ai quali sono dirette. Avranno un certo effetti, sì, ma temo che non freneranno il dittatore russo dal continuare la sua operazione, la quale si svolge secondo il copione della guerra moderna del XXI secolo, ovvero la guerra asimmetrica”.
Le conseguenze
Infine, non ci si può non chiedere quali conseguenze avrebbe per noi una guerra in Ucraina. “Avrebbe conseguenze fatali per tutta l’Europa”, avverte Regli. “Dobbiamo pensare che gli ucraini sono ben preparati, molto motivati, hanno ricevuto negli ultimi tempi armi moderne, soprattutto anticarri e antiaerei. Loro si difenderebbero fino all’ultimo, anche con i riservisti, e naturalmente, se Putin invadesse il resto dell’Ucraina, rimarrebbe sempre il grande rischio di un possibile incidente lungo un confine con uno Stato della Nato”. Infatti, se un membro dell’associazione viene attaccato, gli altri 29 devono intervenire in aiuto. “A quel punto, avremmo praticamente una guerra mondiale”. Da 1 a 10, il rischio di finire in una guerra, secondo Regli, è di livello quattro.
Intervista in diretta a Ticinonews
La scheda di Teleticino
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