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Il Regno Unito riapre, è corsa ai negozi e ai pub
Keystone-ats
3 anni fa
Dopo 99 giorni di lockdown il Regno Unito ha riaperto. In diretta da Liverpool a Ticinonews su Teleticino la giornalista Gioia Palmieri

Lunghe code all’ingresso dei negozi di Oxford Circus, come davanti ai saloni di bellezza, ai parrucchieri, ma soprattutto fuori dai pub, per assaporare la prima birra fuori casa dopo 99 giorni di lockdown. La riapertura dei negozi non essenziali in Inghilterra, al termine del terzo confinamento nazionale dall’inizio della pandemia, ha i contorni di una liberazione a Londra, per quanto parziale, per milioni di sudditi di Sua Maestà.

Un lockdown di 4 mesi
Tra boom di prenotazioni e qualche assalto vero e proprio, nonostante le raccomandazioni alla prudenza rinnovate nelle stesse ore dal premier Boris Johnson. Reazione forse inevitabile in un Paese nel quale gli esercizi “non essenziali”, le palestre, le piscine, i giardini recintati, i musei riaperti da oggi sono rimasti chiusi per quasi 8 mesi in un anno, nel quadro di un’emergenza Covid che solo nelle ultime settimane - grazie al combinato disposto delle chiusure e d’una campagna vaccinale sprint arrivata prima di chiunque altro in Europa oltre la soglia di 40 milioni di dosi iniettate - ha visto tornare sotto controllo contagi e morti.

10 mila appuntamenti persi
Yulia Massoni, titolare del salone di bellezza Seed, a Fulham, ha calcolato di aver perso nel frattempo oltre 10 mila appuntamenti, fra tagli, pieghe e colori, subendo un calo del 60% del fatturato. “L’aspetto peggiore - racconta oggi all’Ansa dietro la sua ritrovata postazione alla cassa - è stato a livello mentale: non sapevamo quando avremmo potuto riaprire”. “L’incertezza del futuro è stata pesante almeno quanto le perdite economiche”, aggiunge Massoni, secondo cui la ripresa, dopo l’ennesima prolungata chiusura forzata, rappresenta d’altronde anche una testimonianza di “resilienza”. “In questo momento - le sue parole - sento che potrei superare qualsiasi difficoltà. Come se con il giusto approccio mentale si potesse andare oltre ogni problema e trovare sempre una soluzione”. Sensazioni simili a quelle di Omar Khan, proprietario di un negozio di gadget che ha scommesso contro l’emergenza pandemica aprendone addirittura un secondo in queste settimane. “Stamattina per me è stato come un nuovo inizio: ho riordinato i prodotti sugli scaffali vivendo le stesse ansie di 6 anni fa, quando avevo aperto la prima volta”, racconta con un sorriso.

Corsa al pub
La corsa vera però, scattata già dalle prime ore del mattino, è per oggi quella verso i pub, con il ritorno del servizio limitato fino almeno al 17 maggio (come per ristoranti e caffè) ai tavoli all’aperto: comunque presi d’assalto in barba ai rigori di un aprile invernale in ore nelle quali di primo mattino non è mancato persino qualche fiocco di nevischio. Tra i casi limite, spicca l’Oak Inn di Coventry, già finito sotto inchiesta nel quartiere universitario della città inglese martire dei bombardamenti nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale a causa di un assembramento di persone radunatesi in fila ben poco distanziati fra loro fin dalla mezzanotte. Del resto, se fra gli avventori l’entusiasmo e la sete prevalgono per il momento sulle cautele di un’uscita dal lockdown che nelle indicazioni del governo dovrebbe restare graduale e controllata, tra chi lavora non mancano i timori per un nuovo rialzo di contagi. Come confessa Kate Pesaran, del pub londinese The Keep of Brook Green: “Preoccupata - dice - di dover restare in balia di queste continue aperture e chiusure anche nei prossimi mesi. E senza potere farci nulla”.

“Territorio dell’immunità di gregge”
Secondo uno studio dell’Imperial College, il Regno in effetti da oggi dovrebbe essere nel territorio “dell’immunità di gregge”, dato che tre quarti della sua popolazione ha ormai gli anticorpi del Covid grazie alle guarigioni dalle infezioni pregresse e agli oltre 40 milioni di dosi di vaccino fin qui somministrate. Numeri che non devono tuttavia far abbassare la guardia, argomenta Hana Michael, di professione estetista, convinta dalle raccomandazioni delle autorità e dei medici: “Dobbiamo continuare ad essere responsabili - le sue parole - perché il Covid è ancora là fuori, e dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri poiché solo così potremo davvero sconfiggere questa pandemia”.

“Un importante passo verso la libertà”
Toni in sintonia quasi perfetta con Johnson: pronto a salutare la giornata di oggi come “un importante passo verso la libertà” di tornare a poter fare “tante cose che amiamo e che ci sono mancate”, ma non senza invitare ancora una volta tutti a rispettare i paletti residui, a “comportarsi con responsabilità”: perché la minaccia non è ancora finita.

L’intervista a Gioia Palmieri

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