Live Crisi in Medio Oriente
Gaza? "Un eldorado immobiliare che si ripaga da solo"
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5 ore fa
Tutti gli aggiornamenti sulla situazione in Medio Oriente nel nostro live.
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L'Ue sanziona Israele ma è rebus sul via libera dei 27
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La Commissione Europea ha presentato un pacchetto di misure che prendono di mira i ministri estremisti di Netanyahu, i coloni violenti e il commercio con Israele.

La Commissione Europea, dopo il pubblico impegno della presidente Ursula von der Leyen, si è finalmente mossa e ha presentato un pacchetto di misure per sanzionare il "governo israeliano" alla luce "dell'inaccettabile situazione umanitaria a Gaza".

Le misure

Sul tavolo dei 27 finiscono dunque le misure contro i ministri estremisti di Benyamin Netanyahu, Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, e i coloni violenti nonché la sospensione di una parte del trattato sul libero commercio dell'Ue con Israele (nello stesso capitolo anche l'aggiunta alla lista nera di 10 membri del Politburo di Hamas). "L'orrore quotidiano a Gaza deve cessare", ha commentato von der Leyen. Peccato che gli Stati membri sulle misure siano altamente divisi. "Ora avremo una discussione al Consiglio Affari Esteri ma le posizioni politiche restano quelle che sono", ha sentenziato l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas, pur evidenziando che "le opinioni pubbliche stanno cambiando all'interno degli Stati membri perché le persone vogliono che le sofferenze a Gaza si fermino".

Le decisioni

Il Collegio dei Commissari ha licenziato le proposte dopo una mattinata di consultazioni, mentre in serata si è tenuto un confronto al Coreper - il Comitato dei Rappresentanti Permanenti, sorta di 'direttorio' dell'Ue - per un primo scambio di vedute. Anche perché ogni opzione si porta dietro un diverso tipo di voto e, conseguentemente, uno scontro politico. Per le sanzioni a ministri, coloni e agli uomini di Hamas (sull'ultimo punto tutti d'accordo) serve l'unanimità e Budapest sinora non ha tolto il veto. Sul commercio, invece, basta la maggioranza qualificata. Ma due big come Italia e Germania, sostenute da altri Paesi, hanno reso possibile una minoranza di blocco e al Consiglio Affari Esteri informale di due settimane fa lo schieramento si è mostrato compatto.

Spetta agli Stati membri decidere

Certo, quindici giorni fa mancava ancora la proposta ufficiale della Commissione, l'offensiva su Gaza City, un bilancio di 65mila vittime, le dure parole dell'Onu sul genocidio. Il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa ha salutato "con favore" le proposte e ha notato che ora "spetta agli Stati membri decidere". Traduzione: assumersi pubblicamente la responsabilità dell'ennesimo flop geopolitico dell'Ue, senza nemmeno potersi nascondere dietro all'alibi dell'unanimità.

Germania e Italia

"Il silenzio di un grande Paese è stato notevole", confida una fonte diplomatica riferendosi a Berlino. L'Italia, al Coreper, ha indicato invece di essere "disposta a discutere delle sanzioni contro i ministri israeliani", ipotesi non esclusa nemmeno dal ministro Antonio Tajani al Consiglio di Copenaghen. Sul ben più spinoso capitolo dei rapporti commerciali, invece, l'Italia ha preso nota delle proposte aspettando l'analisi che verrà fatta a livello dei gruppi di lavoro competenti per esaminare i testi, prima di tornare al Coreper.

Per Israele le misure sono "moralmente e politicamente distorte"

Israele ha subito risposto all'Ue con forza. Il ministro degli Esteri Gideon Sa'ar ha definito le misure proposte "moralmente e politicamente distorte". Accuse in qualche modo respinte dal commissario al Commercio Maros Šefčovič. "Ci rammarichiamo di dover prendere queste misure ma crediamo che siano giuste e proporzionate visto quello che accade a Gaza dal punto di vista umanitario". L'obiettivo, ripetono all'esecutivo Ue, non è quello di "punire Israele" ma di migliorare la situazione sul terreno. E d'altra parte, quand'anche fossero adottate, le misure sul commercio colpirebbero solo una parte minoritaria dell'interscambio tra l'Unione e lo Stato ebraico, che nel 2024 ammontava a 42 miliardi di euro.

La decisione della Commissione

Al momento, va detto, a muoversi davvero è stata principalmente la Commissione, che ha sospeso i finanziamenti alla cooperazione bilaterale con Israele, in tutto una ventina di milioni di euro. Una goccia nel mare. Ma la commissaria al Mediterraneo Dubravka Suica ha rivendicato la scelta "indipendente" dell'esecutivo Ue come un "segnale importante". L'Europa che non sa decidere, insomma, questa volta non sta a palazzo Berlaymont.

5 ore fa
Gaza? "Un eldorado immobiliare che si ripaga da solo"
Lo ha detto il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich.

"La Striscia di Gaza è un eldorado immobiliare". Lo ha affermato il ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich prendendo la parola al vertice sulla rigenerazione urbana organizzato dal Centro immobiliare e dal portale Madlan 2025, come scrive l'Ansa. Smotrich ha anche detto che "la ricostruzione della Striscia potrà trasformarsi in un investimento redditizio", aggiungendo che "è già stata iniziata una discussione con gli americani". In altre parole, ha concluso, "il progetto si trova sul tavolo del presidente Trump, che sta verificando come questa cosa possa diventare un eldorado immobiliare che si ripaga da solo".

5 ore fa
Attacco israeliano al campo al-Shati, superati i 65mila morti
Lo riferisce il ministero della salute di Gaza.

Un filmato diffuso sui social media, ripreso e verificato da Al Jazeera, mostra un'enorme nuvola di fumo che si alza dopo un attacco israeliano al campo di al-Shati. Il ministero della Salute di Gaza, che fa capo ad Hamas, ha intanto reso noto che il bilancio delle vittime a Gaza supera i 65.000 morti dall'inizio della guerra nel 2023. Secondo gli ultimi dati, almeno 65.062 palestinesi sono stati uccisi e 165.697 feriti negli attacchi a Gaza in quasi due anni di guerra. Nelle ultime 24 ore, gli ospedali hanno ricevuto i corpi di 7 persone uccise e 87 feriti provenienti dai centri di distribuzione degli aiuti. L'ultimo bilancio delle persone morte mentre cercavano aiuto nei centri gestiti dall'organizzazione americana GHF è di 2.504, e oltre 18.381 feriti. I morti di fame dell'ultimo giorno sono 4, il totale sale a 432, inclusi 146 bambini.

15 ore fa
400mila persone fuggite da Gaza City finora
Lo conferma l'Idf in una stima riportata il Times of Israel.

Circa 400'000 palestinesi hanno finora evacuato Gaza City verso altre aree della Striscia. Lo conferma l'Idf in una stima riportata il Times of Israel, sottolineando che circa un milione di palestinesi risiedevano nella città prima che l'esercito israeliano iniziasse la grande offensiva nella zona. Ieri, il premier Benyamin Netanyahu aveva riferito che circa il 40% degli abitanti aveva lasciato la città. Negli ultimi giorni, il ritmo delle evacuazioni è aumentato fino a decine di migliaia di persone al giorno, secondo l'esercito. L'Idf ha annunciato questa mattina l'apertura di una seconda via di evacuazione su Salah a-Din, la principale autostrada nord-sud di Gaza.

16 ore fa
Israele annuncia una seconda via d'evacuazione per i cittadini di Gaza
Lo ha comunicato l'Idf.

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno comunicato stamattina ai cittadini della Striscia di aver aperto una seconda via di evacuazione per coloro che desiderano fuggire da Gaza City, mentre l'esercito dello Stato ebraico avanza nella principale città dell'enclave palestinese. La via, lungo Sala-al-Din Street nel sud nella Striscia, sarà aperta da mezzogiorno di oggi a mezzogiorno di venerdì, ha annunciato in arabo su X il portavoce militare israeliano Avichay Adraee. Fonti mediatiche di Gaza riferiscono intanto che le forze israeliane hanno continuato a bombardare la città e altre parti della Striscia durante la notte, ferendo o uccidendo diverse persone.

un giorno fa
Assalto a Gaza, "La regione è sull'orlo del caos totale"
lo afferma il ministero degli Esteri egiziano.

L'operazione militare israeliana a Gaza porta l'intero Medio Oriente "sull'orlo di una nuova fase di caos": lo afferma il ministero degli Esteri egiziano in una nota. L'Egitto ha messo in guardia "dai rischi catastrofici delle operazioni militari israeliane nella regione, che è sull'orlo di una nuova fase di caos totale a causa dell'incoscienza e dell'eccessiva arroganza di Israele. Ciò danneggerà inevitabilmente gli interessi di tutte le parti regionali e internazionali, senza eccezioni".

"Bisogna rispettare i diritti umani"

Rimproverando alla comunità internazionale il "grave deterioramento della situazione" per la loro "inazione di fronte ai crimini e al genocidio commessi", Il Cairo ha richiamato alla "necessità di rispettare i diritti umani e lo stato di diritto" e chiede "misure concrete per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza e salvare vite palestinesi, dopo che la macchina bellica israeliana ha ucciso circa 65.000 palestinesi dall'inizio della guerra a Gaza, ne ha feriti centinaia di migliaia e ha distrutto infrastrutture". Richiama poi l'attenzione sul "grave impatto delle operazioni militari israeliane sulla situazione umanitaria generale nella Striscia di Gaza, in particolare alla luce del blocco e della carestia imposti da Israele al popolo palestinese", e condanna "gli sfollamenti e gli abusi commessi contro la popolazione palestinese a seguito dell'operazione militare.

un giorno fa
"Il Qatar finanzia Hamas, l'attacco era giustificato"
Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu.

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha affermato in conferenza stampa che il Qatar finanzia Hamas e che l'attacco a Doha era "giustificato".

un giorno fa
"Trump mi ha invitato alla Casa Bianca"
Lo ha detto il primo ministro Benyamin Netanyahu.

"Trump mi ha invitato alla Casa Bianca. Avverrà tra due settimane, di lunedì, dopo il mio discorso all'assemblea generale dell'Onu. Ho avuto alcune conversazioni con lui dopo l'attacco a Doha, tutte molto positive". Lo ha detto il primo ministro Benyamin Netanyahu durante una conferenza stampa questa sera.

un giorno fa
Le truppe israeliane sono entrate a Gaza City
Lo ha dichiarato l'Idf, l'esercito israeliano.

"Stiamo lanciando un potente attacco contro la roccaforte di Hamas nella città di Gaza. Nelle ultime 24 ore, le truppe della 98/a Divisione hanno iniziato operazioni di terra nel centro di Gaza city. Le truppe che operano sul terreno sono entrate con supporto di fuoco dall'aria e dal mare. Sono state colpite decine di siti terroristici, inclusi strutture militari, postazioni di osservazione e edifici con trappole esplosive destinati a danneggiare le truppe che operano nell'area". Lo ha dichiarato l'Idf, l'esercito israeliano.

un giorno fa
Gaza City: "Se cade la città, cadrà anche Hamas"
Lo ha detto il ministro Israel Katz.

"Vogliamo prendere il controllo di Gaza City perché oggi è il principale simbolo del governo di Hamas. Oggi, se Gaza City cade (...) cadranno loro". Lo ha detto il ministro Israel Katz durante una visita al quartier generale della 162esima divisione, attualmente operativa nella città di Gaza. "Da Hamas vogliamo solo due cose, che non ci concederà volontariamente: la liberazione di tutti gli ostaggi e il disarmo completo. Quanto più sarà intensa l'offensiva, tanto più Hamas sarà sconfitto direttamente, e allo stesso tempo si creerà una leva più forte per il rilascio degli ostaggi", ha aggiunto. Katz ha affermato che i "fratelli assassini Sinwar", Yahya e Muhammad, che guidavano il gruppo terroristico nella Striscia prima di essere uccisi dall'esercito, "hanno rovinato Gaza. Se Izz al-Din Haddad continua così, distruggerà Gaza. Pagheranno il prezzo e Gaza sarà distrutta", ha aggiunto.

un giorno fa
Gaza City, "Una manovra per liberare gli ostaggi e smantellare Hamas"
Lo ha dichiarato il capo di Stato maggiore dell'esercito israeliano.

Il capo di Stato maggiore dell'esercito israeliano Eyal Zamir ha condotto una valutazione della situazione nella Striscia di Gaza con il capo del Comando meridionale Yaniv Asor e altri comandanti, e ha dichiarato che "ieri abbiamo approfondito la manovra nel cuore di Gaza City, un'area vitale per Hamas". "La manovra a Gaza City è un passo significativo per portare a termine la missione più importante ed etica: riportare a casa tutti gli ostaggi e smantellare le capacità militari e governative di Hamas. Si tratta di un passo di cruciale importanza per la continuazione della guerra", ha aggiunto.

un giorno fa
"Israele trasforma Gaza City in una fossa comune"
Lo dichiara il ministero degli esteri dell'Autorità nazionale palestinese (ANP).

"L'invasione di Gaza City espone centinaia di migliaia di civili palestinesi al rischio di morte e sfollamento". Lo dichiara il ministero degli esteri dell'Autorità nazionale palestinese (ANP), con sede in Cisgiordania, denunciando "un tentativo di trasformare Gaza City in una fossa comune e in una terra inabitabile". In una nota postata su X, il ministero chiede "un intervento internazionale urgente ed eccezionale per proteggere i civili nella città di Gaza", definendo "il fallimento della diplomazia internazionale nel fermare la guerra sospetto e ingiustificato".

un giorno fa
Gaza City, "Colpiti 850 obiettivi"
Lo ha dichiarato l'esercito israeliano.

L'aeronautica militare israeliana ha colpito oltre 850 obiettivi e centinaia di membri di Hamas a Gaza City la scorsa settimana, ha riferito l'esercito, in preparazione dell'offensiva di terra nella zona iniziata stanotte. In una dichiarazione, l'IDF ha comunicato di aver dato il via a un'"operazione su vasta scala in tutta la città di Gaza" con l'obiettivo di "raggiungere i traguardi della guerra nella Striscia di Gaza", tra cui la sconfitta di Hamas e la liberazione degli ostaggi. "L'attività delle truppe è iniziata in conformità con il piano operativo e si prevede che si estenderà in base alla valutazione della situazione", hanno aggiunto i militari.

un giorno fa
Gaza City, le famiglie degli ostaggi sono "terrorizzate" per l'offensiva di terra
Stando al Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani l'operazione a Gaza City potrebbe mettere in pericolo i 48 prigionieri.

Il Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani, che si dicono "terrorizzate per la sorte dei loro cari", ha dichiarato lo "stato d'emergenza" per l'offensiva lanciata stanotte dell'esercito a Gaza City e ha annunciato l'allestimento di un accampamento di tende fuori dalla residenza del primo ministro Benyamin Netanyahu a Gerusalemme. L'accampamento, afferma il Forum, "rimarrà finché Netanyahu non ascolterà e non metterà in atto la volontà del popolo: il ritorno immediato di tutti gli ostaggi e la fine della guerra". Ogni sera, alle 19.30 (le 18.30 in Svizzera), sono previste manifestazioni nell'area dell'accampamento. "In seguito alle segnalazioni di incursioni di carri armati e massicci bombardamenti nella città di Gaza, le famiglie, terrorizzate per la sorte dei loro cari, si sono radunate spontaneamente a tarda notte", ha dichiarato il Forum, che rappresenta i parenti della maggior parte degli ostaggi. Secondo l'organizzazione, l'operazione per conquistare Gaza City potrebbe mettere in pericolo i prigionieri: sono 48 in totale nelle mani di gruppi armati a Gaza, di cui circa 20 ritenuti ancora in vita.

un giorno fa
Gaza City, l'esercito israeliano avanza facendo esplodere dei blindati telecomandati
La tecnica ha l'obiettivo di preparare il terreno ad altre unità militari.

Come parte dell'avanzata verso Gaza City, durante la notte e oggi sono stati introdotti alla periferia blindati telecomandati carichi di esplosivo con lo scopo di distruggere edifici e infrastrutture, per preparare il terreno in vista dell'ingresso di altre forze. Il portavoce militare ha spiegato che si tratta di vecchi veicoli M113 dismessi dall'esercito (IDF), riempiti con tonnellate di esplosivo e guidati in profondità nei tunnel grazie a un sistema di controllo a distanza. Le potenti esplosioni sono state udite chiaramente la notte scorsa e questa mattina a Tel Aviv, nel resto del centro e del sud del paese. Secondo l'IDF le potenti esplosioni di questi veicoli vengono impiegate per distruggere infrastrutture e settori disseminati di trappole esplosive e postazioni sotterranee. Anche i media palestinesi riferiscono che questa mattina l'esercito israeliano ha fatto esplodere diversi veicoli blindati e telecomandati, caricati con grandi quantità di esplosivo, nei quartieri di Tel al-Hawa e Rimal, nella città di Gaza. Non si conoscono al momento l'entità dei danni né il numero di vittime.

un giorno fa
Attacco di terra a Gaza city, Geninazzi: "L'operazione andava fermata prima"
Secondo il giornalista esperto in Medio Oriente, neppure le accuse della Commissione d'inchiesta dell'Onu porteranno delle conseguenze. "Storicamente, le dichiarazioni delle Nazioni Unite sono state tante, ma sono sempre rimaste lettera vuota".

"Un’operazione che si stava preparando da tempo e che, colpevolmente, nessuno dei governi dell’Occidente ha cercato di fermare, al di là delle condanne un po’ retoriche e senza efficacia, e della complicità effettiva dell’amministrazione americana". Così Luigi Geninazzi, giornalista esperto in Medio Oriente, ha commentato a Ticinonews l'attacco di terra sferrato dall'esercito israeliano a Gaza City. Questa situazione "da un lato era prevista, ma si pensava quasi magicamente che questa linea rossa, superata nella notte da Israele, potesse rimanere tale, che non si oltrepassasse questo tabù della distruzione di una città". Si tratta "chiaramente di una misura sproporzionata, che tardivamente la Commissione d'inchiesta dell'Onu ha condannato come un genocidio cosciente, criminale, condotto da Israele nei confronti della popolazione palestinese”.

"Dichiarazioni dell'Onu inefficaci"

Ci si chiede adesso se queste accuse della Commissione d'inchiesta genereranno un qualche tipo di pressione. “Purtroppo, se guardiamo la storia di questi 80 anni, le dichiarazioni dell’Onu sono state tante, ma sono sempre rimaste lettera vuota, senza alcuna efficacia", analizza Geninazzi. Certo, "hanno importanza, perché parliamo di una condanna emessa dalla più alta Assemblea di tutte le nazioni del pianeta, ma non portano conseguenze". Allo stesso modo "le dichiarazioni di riconoscimento dello Stato palestinese, a mio avviso corrette dal punto di vista formale, arrivano tardivamente. E, soprattutto, sono anch’esse simboliche, poiché manca proprio il territorio palestinese”.

"La questione due Stati? Improponibile"

Guardando al futuro della situazione in Medio Oriente "la questione due Stati mi sembra ormai improponibile, poiché mancano le condizioni materiali. Già prima della guerra vi erano tante difficoltà, ma adesso è assolutamente non fattibile". Secondo Geninazzi "l’Occidente, seppur tardivamente, dovrebbe svegliarsi. Noi siamo sotto shock perché da almeno tre anni ci troviamo in scacco di due grandi guerre - il conflitto Russia-Ucraina e quello in Medio Oriente - le quali sembrano non finire mai". Il fatto di non aver tentato neppure una misura di sanzione, una rottura di un accordo commerciale nei confronti del governo Netanyahu, "svalorizza tutto quanto è stato giustamente fatto verso Putin; siamo al 19esimo pacchetto di sanzioni contro al Russia, ma come si spiega l'assenza di sanzioni contro un Paese che si comporta allo stesso modo?" Il problema adesso "non è più combattere Hamas. Israele è arrivato al punto che ormai vuole distruggere tutto ciò che c’è attorno ad Hamas, quindi i palestinesi: i complici, ma anche gli indifferenti e chi non ne sa nulla, perfino i neonati. È veramente una prospettiva che dovrebbe far riflettere i governi occidentali”, conclude Geninazzi.

2 giorni fa
Israele respinge le accuse ONU di genocidio: “Rapporto fazioso e privo di fondamento”
Il Ministero degli Esteri israeliano ha definito il documento “falso, distorto e politicamente motivato”, accusando l’ONU di ignorare le responsabilità di Hamas e di perseguire una “agenda anti-israeliana”.

Israele ha respinto con fermezza le conclusioni della Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite che, nel nuovo rapporto diffuso oggi, parla di possibili atti di genocidio a Gaza. Il Ministero degli Esteri israeliano ha definito il documento “falso, distorto e politicamente motivato”, accusando l’ONU di ignorare le responsabilità di Hamas e di perseguire una “agenda anti-israeliana”.

"Legittima risposta al 7 ottobre"

Secondo Gerusalemme, le operazioni militari in corso rappresentano una legittima risposta all’attacco del 7 ottobre 2023 e non vi è alcuna prova di un “intento genocida”, requisito essenziale per configurare il crimine previsto dalla Convenzione del 1948. Israele ribadisce inoltre che Hamas continua a operare in aree densamente popolate e a utilizzare civili come scudi umani, complicando la protezione dei non combattenti. Il governo israeliano accusa infine la Commissione ONU di concentrarsi unicamente sulle azioni dell’esercito israeliano, trascurando le violenze e le responsabilità del movimento islamista palestinese.

2 giorni fa
La Commissione d'inchiesta ONU: "Israele ha commesso un genocidio"
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Lo hanno dichiarato gli investigatori delle Nazioni Unite.

Investigatori delle Nazioni Unite hanno dichiarato di aver stabilito che Israele ha commesso un "genocidio" a Gaza dall'ottobre 2023, con "l'intento di distruggere i palestinesi" presenti nel territorio. "Siamo giunti alla conclusione che a Gaza si sta verificando un genocidio e che la responsabilità ricade sullo Stato di Israele", ha dichiarato Navi Pillay, capo della Commissione d'inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati. La Commissione ha concluso che le autorità e le forze armate israeliane, dall'ottobre 2023, hanno commesso "quattro dei cinque atti genocidi" elencati nella Convenzione sul genocidio del 1948. Si tratta di "uccidere membri del gruppo, causare gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo, infliggere deliberatamente al gruppo condizioni di vita volte a provocarne la distruzione fisica in tutto o in parte, e imporre misure volte a impedire le nascite all'interno del gruppo".

Dolo speciale fra le autorità

Secondo gli inquirenti "esistono anche prove indirette o indiziarie di un dolo speciale (dolus specialis) nel comportamento delle autorità politiche e militari israeliane e nelle operazioni dell'esercito che, considerando l'insieme delle prove, dimostrano l'intenzione specifica necessaria per commettere un genocidio". Il rapporto conclude che il presidente israeliano Isaac Herzog, il primo ministro Benyamin Netanyahu e l'ex ministro della difesa Yoav Gallant hanno "incitato alla commissione di genocidio e che le autorità israeliane non hanno preso provvedimenti contro di loro per punire tale incitamento". "La responsabilità di questi crimini atroci ricade sulle più alte cariche delle autorità israeliane", ha dichiarato la Pillay, 83 anni, ex giudice sudafricana che un tempo ha presieduto il Tribunale internazionale per il Ruanda e ha ricoperto anche l'incarico di Alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani. La Commissione non è un organo legale, ma i suoi rapporti possono esercitare pressioni diplomatiche e servire a raccogliere prove per un successivo utilizzo da parte dei tribunali. La Pillay ha dichiarato che la Commissione sta collaborando con il procuratore della Corte penale internazionale, che nei mesi scorsi ha emesso un mandato d'arresto internazionale nei confronti di Netanyahu e Gallant. "Abbiamo condiviso con loro migliaia di informazioni", ha affermato.

2 giorni fa
Gaza, almeno 38 morti nei raid notturni
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Il numero si basa su quanto riferito dagli ospedali. Secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa, le vittime degli attacchi israeliani di ieri sulla Striscia sono almeno 62.

È di almeno 38 morti il bilancio dei raid notturni israeliani a Gaza. Lo riferisce la CNN, precisando che gli ospedali Al-Shifa e Baptist di Gaza City hanno segnalato rispettivamente 23 e 12 morti, mentre altre tre vittime sono segnalate dall'ospedale di Al-Aqsa.

Le immagini

I video ottenuti dalla CNN "mostrano i corpi di numerosi bambini che arrivano negli ospedali nel nord di Gaza, insieme ad adulti che urlano di dolore mentre piangono i corpi dei loro figli, coperti da sudari bianchi". Intanto, l'agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce che le vittime degli attacchi israeliani di ieri sulla Striscia sono almeno 62, di cui 39 nella parte settentrionale dell'enclave.

2 giorni fa
Trump su attacco a Doha: "Netanyahu non mi ha avvertito prima del raid"
"Non mi ha" informato, ha detto Trump precisando di essere venuto a sapere del raid come gli altri.

Il presidente americano Donald Trump ha negato di essere stato avvertito direttamente dal premier israeliano Benjamin Netanyahu prima che lo Stato ebraico attaccasse Doha. Lo ha detto l'inquilino della Casa Bianca rispondendo a chi chiedeva di confermare le indiscrezioni di Axios. "Non mi ha" informato, ha detto Trump precisando di essere venuto a sapere del raid come gli altri.

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