
Oggi il Qatar ha confermato di essere in trattative con il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) per l’organizzazione dei Giochi Olimpici del 2036. E lo Stato mediorientale sembra avere buone possibilità. "Attualmente disponiamo del 95% delle infrastrutture sportive necessarie e abbiamo un piano nazionale completo affinché le strutture siano pronte al 100%", ha dichiarato in un comunicato lo sceicco Joaan ben Hamad Al-Thani, presidente del Comitato Olimpico del Qatar e responsabile della candidatura. Il ricco Stato del Golfo, che ha ospitato i Mondiali di calcio nel 2022, potrebbe diventare il primo paese del Medio Oriente e del Nord Africa a organizzare le Olimpiadi, ha sottolineato da parte sua il primo ministro qatariota, lo sceicco Mohammed ben Abdulrahmane Al-Thani, citato dall’agenzia stampa ufficiale.
Nuova procedura di assegnazione
Con la nuova procedura di assegnazione dei Giochi, introdotta con la scelta di Brisbane per l’edizione del 2032 (alla quale il Qatar aveva già manifestato interesse), i Paesi candidati non sono più obbligati a rendere pubblica la loro candidatura, ma possono condurre trattative riservate con il CIO fino alla decisione finale della sessione. L’ex presidente del CIO Thomas Bach ha comunque dichiarato che ci sono già “un numero a due cifre” di Paesi interessati a ospitare i Giochi estivi del 2036 e del 2040, tra cui India, Sudafrica, Corea del Sud, Turchia e Ungheria, che hanno già manifestato apertamente le loro intenzioni. A causa del principio di rotazione continentale — con le edizioni 2024, 2028 e 2032 già assegnate rispettivamente a Europa, Nord America e Oceania — è probabile che il 2036 torni in Asia, a meno che non diventi l’occasione per i primi Giochi Olimpici in Africa nella storia. La scelta dell’ospite dei Giochi 2036 sarà uno dei primi grandi dossier della nuova presidente del CIO, Kirsty Coventry, entrata in carica il 23 giugno. Ha già avviato una riflessione sul metodo di assegnazione, in particolare per definire il “momento adeguato” per la decisione: storicamente fissato a sette anni dall’evento, ora non è più regolato da una tempistica precisa.