Estero
Il principe Filippo è morto
Il marito della regina Elisabetta II aveva 99 anni ed è deceduto al Castello di Windsor. L’annuncio arriva da Buckingham Palace

Il duca di Edimburgo è morto all’età di 99 anni. La salute del principe Filippo si stava lentamente deteriorando da un po’ di tempo. Ha annunciato che si sarebbe dimesso dagli impegni reali nel maggio 2017, scherzando sul fatto che non poteva più alzarsi in piedi.

Filippo, era stato dimesso di recente dopo alcune settimane in ospedale a Londra a causa di una non meglio precisata infezione - non legata al Covid-19 - cui si erano aggiunti problemi al cuore. Nella nota diffusa da Buckingham la regina esprime “profonda tristezza” per la perdita “dell’amato marito”. Inossidabile punto di riferimento della corte britannica per decenni, il duca di Edimburgo aveva celebrato a novembre i 73 anni di matrimonio con la quasi 95enne Elisabetta II. Avrebbe compiuto 100 anni il 10 giugno.

L’annuncio della morte arriva dalla famiglia anche sui social: “Sua Maestà la Regina ha annunciato la morte del suo amato marito, Sua Altezza Reale il Principe Filippo, Duca di Edimburgo”.

Non ci saranno i funerali di Stato
Niente funerali di Stato per il principe Filippo, lo riferiscono fonti di palazzo alla Bbc. La cerimonia sarà di natura privata, pur con gli onori del caso, “nel rispetto delle consuetudini e delle volontà” del defunto. Il corpo resterà nel castello di Windsor fino al rito religioso, che si svolgerà nell’adiacente cappella di St George - dove si sono sposati fra gli altri Harry e Meghan - alla presenza della famiglia reale e d’una rappresentanza di ospiti. La presenza del pubblico non è inoltre incoraggiata in ragione delle restrizioni Covid.

Una vita un passo indietro
Ritiratosi a vita privata nel 2017, Filippo compariva ormai di rado al fianco della quasi 95enne regina Elisabetta, sposata nel lontano 1947 e sostenuta lealmente per oltre sette decenni, prima e dopo l’ascesa al trono. L’ultima passerella di un evento pubblico era stata addirittura un paio d’anni fa, per l’ennesimo matrimonio di una nipote, lady Gabriella. Poco tempo dopo essere stato costretto a rinunciare alla guida e alla patente per aver provocato, 97enne, un incidente stradale vicino alla residenza reale di campagna di Sandringham.

I mesi più recenti li aveva trascorsi invece con Elisabetta nella quiete del castello di Windsor, in isolamento cautelare a causa del Covid-19, mostrandosi solo in qualche foto ufficiale: a novembre per il 73esimo anniversario di nozze, a gennaio per far da testimonial alla sicurezza del vaccino ricevuto con Sua Maestà.

Epilogo d’un lungo tramonto affrontato ancora una volta in coppia con la donna e la sovrana del suo destino, nonostante qualche periodico ricovero “precauzionale” in ospedale: nel 2017 per una sindrome influenzale, nel 2018 per un intervento all’anca, a fine 2019 per esami e trattamenti vari; nelle settimane scorse per un’imprecisata infezione (estranea al Covid-19, secondo Buckingham Palace) seguita da un intervento al cuore. Ricoveri risolti tutti senza complicazioni e in pochi giorni per il roccioso duca di Edimburgo, vecchio marinaio e reduce fra gli ultimi della Seconda Guerra mondiale. A differenza di questa volta, di quest’ultimo colpo rivelatosi evidentemente fatale e destinato a lasciare ora la regina priva del sostegno insostituibile “dell’amato marito”.

Nato a Corfù il 10 giugno 1921, carico di titoli araldici ma senza trono, Filippo di Grecia e di Danimarca sposa la figlia ed erede di re Giorgio VI d’Inghilterra il 20 novembre 1947, quando lei ha solo 21 anni. Lui è biondo, aitante, sportivo, ha prestato servizio in guerra da ufficiale nella Royal Navy.

Ma, seppure imparentato con i Windsor e cresciuto in Gran Bretagna, si converte dall’ortodossia all’anglicanesimo solo al momento del sì, dopo aver adottato il cognome Mountbatten degli antenati isolani di parte materna (che l’avevano anglicizzato dal teutonico Battenberg).

Si rivelerà un’unione indistruttibile malgrado la difficoltà iniziale a ritagliarsi un ruolo, le rinunce legate alla necessità di camminare nel cono d’ombra di una consorte chiamata già nel 1952 ad indossare la corona e qualche sospetto di scappatella. Un’unione benedetta da quattro figli (l’eterno erede al trono Carlo, Anna, Andrea ed Edoardo) e consolidata dall’intesa personale, dal rispetto tetragono di un certo codice di regole, da un culto pragmatico della tradizione, dalla comune devozione a impegni pubblici e obblighi di corte.

Nella sua lunga vita Filippo è stato anche giocatore di polo, driver fino a tarda età di calesse (e di fuoristrada, tanto da scarrozzarvi 95enne Barack e Michelle Obama), pittore d’acquerelli. Ma soprattutto rappresentante infaticabile della “Firm”, la “Ditta” familiare della dinastia, in centinaia di associazioni di volontariato.

Non se ne potrebbe avere tuttavia un ritratto completo senza accennare alle famose o famigerate gaffe, collezionate in quantità nei decenni: qualcuna tinta di pregiudizio, ma alla fine accettate da sudditi e media come un tratto tutto sommato divertente da “nonno” della nazione. Una figura autorizzata talora a scivolare oltre i confini del politicamente corretto. E forte, in fondo alla strada, del riconoscimento unanime d’aver contribuito da coprotagonista - a suo modo - a portare la monarchia britannica nel XXI secolo.

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