
Nuova debacle elettorale per il premier giapponese Shigeru Ishiba, con il mancato raggiungimento della soglia dei 50 seggi necessari a mantenere la maggioranza al Senato, dopo l'analogo risultato ottenuto alla Camera bassa nelle consultazioni dello scorso autunno: non succedeva dal 1955, l'anno di fondazione dei Liberal-democratici (Ldp), che il partito di governo non riusciva a conservare la prevalenza numerica in entrambe le aule del Parlamento.
Il 58% alle urne
Circa 26 milioni di cittadini si sono recati alle urne, nonostante il lungo ponte di vacanza nazionale, con un'affluenza stimata di poco inferiore al 58%, in leggero rialzo rispetto alla ultima tornata elettorale del 2022, a marcare l'insoddisfazione per l'operato del premier, da tempo in crisi nei sondaggi. Tuttavia, nessun ribaltone alla guida della coalizione di governo - di cui fa parte anche il partito centrista di ispirazione buddista Komeito - è previsto nell'immediato, ha assicurato il leader 68enne in un'intervista televisiva a scrutinio ancora in corso: "Dobbiamo essere pienamente consapevoli delle nostre responsabilità come maggior partito in parlamento, e affrontare adeguatamente i problemi del Paese". Parole anticipate in mattinata dal segretario generale dell'Ldp, Hiroshi Moriyama, che ha ribadito la necessità di evitare "un vuoto politico", anche se le principali forze di opposizione hanno escluso la possibilità di formare un raggruppamento con l'attuale esecutivo.
Crescono i consensi per il partito populista di destra Sanseito
Uno scenario complicato ancor di più dall'inatteso successo, solo fino a qualche anno fa, del partito populista di destra Sanseito. Dapprima attivo solo sulle piattaforme social, durante la pandemia del coronavirus, impegnato perlopiù a diffondere messaggi con teorie complottistiche sulle vaccinazioni, il movimento è riuscito a guadagnare slancio con la sua posizione anti-establishment e la retorica filo-trumpiana con il messaggio "Japanese First", intriso di pesanti critiche all'immigrazione, la lotta alla globalizzazione e il ruolo dei capitali stranieri. Gli ultimi exit poll segnalano il raggiungimento di almeno 7 seggi (fino a 16, secondo altre fonti), facendo appello soprattutto ai giovani elettori maschi.
Malcontento generale
Un malcontento generale originato in primo luogo dal carovita, con l'aumento dell'inflazione che utilizza come comparazione il prezzo del riso, fondamentale per la dieta di moltissimi giapponesi e quasi raddoppiato nel corso dell'ultimo anno. Una dinamica esacerbata dallo stallo di molte attività economiche, a distanza di mesi dall'avvio dei negoziati da parte dell'esecutivo con l'amministrazione Trump, poco incline a fare concessioni al "Paese alleato" in vista della scadenza del primo agosto, sgretolando ogni progetto di investimento, in particolare dell'industria automobilistica che impiega quasi il 10% della popolazione in età lavorativa in Giappone.
Pressioni per le dimissioni da parte dei democratici
Nuove pressioni per le dimissioni di Ishiba potrebbero venire dal Partito costituzionale democratico, dicono gli osservatori politici. La principale forza di opposizione minaccia infatti la possibilità di una mozione di sfiducia che può essere approvata solo dalla più influente Camera dei Rappresentanti, dove la coalizione non ha la maggioranza. Uno strumento che, se ratificato, richiederebbe al premier di sciogliere la camera entro 10 giorni o al gabinetto di dimettersi in massa.