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Il nodo dell'immigrazione
un anno fa
Sarà uno dei temi affrontati nelle ore immediatamente seguenti l'insediamento

Prima ancora del giuramento, l'agenda di Trump è già fitta di impegni. Cavallo di battaglia della sua campagna presidenziale, il tema dell'immigrazione sarà fra quelli affrontati nelle ore immediatamente seguenti l'insediamento. Nel corso del suo ultimo comizio da presidente eletto, Trump ha rinnovato la promessa: firmerà «rapidamente gli ordini esecutivi», lanciando «il più aggressivo e ampio sforzo per ripristinare i confini degli Stati Uniti che il mondo abbia mai visto». «Molto preso inizieremo la più grande operazione di deportazione della storia americana», ha aggiunto.

Fra le misure anticipate, Trump prevede di dichiarare un'emergenza nazionale, che sbloccherebbe i finanziamenti federali e corpi militari per aiutarlo a realizzare «piani di messa in sicurezza nel confine». A seguire, il tycoon ha intenzione di riavviare la costruzione di muro lungo il confine tra Stati Uniti e Messico. Una delle misure più discusse durante la sua prima presidenza. 

Ma non è tutto. Trump ha anche intenzione di iniziare a lavorare per limitare la «cittadinanza per diritto di nascita», lo ius soli. Secondo un dirigente in entrata alla Casa Bianca,  Donald Trump emetterà un ordine per mettere fine alla cittadinanza per diritto di nascita per i bambini nati negli Stati Uniti i cui genitori non hanno uno status di immigrazione legale. La legittimità legale di tale mossa, tuttavia, verrà quasi certamente portata davanti alla Corte Suprema e necessiterà di un emendamento costituzionale. 

Tra le altre misure, spicca anche la reintroduzione della politica «Remain in Mexico» (rimanere in Messico, ndr), nota anche come «Protocollo di protezione dei migranti», la quale prevede che alcuni richiedenti asilo aspettino in Messico fino alle date di udienza negli Stati Uniti, prima di entrare nel Paese. 

E non finisce qui. In merito alla questione dell'immigrazione, Trump intende anche ripristinare i divieti di viaggio (per lo più per quelli a maggioranza musulmana) e limitare le ammissioni e reinsediamenti di rifugiati.

Al tempo stesso, un altro dei suoi obiettivi è quello di riportare in vigore il «Title 42» (Titolo 42), un ordine di sanità pubblica risalente al suo primo mandato, che consente alle autorità di immigrazione di espellere e impedire ai richiedenti l'asilo di entrare negli Stati Uniti. Una misura che l'amministrazione Trump aveva discusso internamente durante il suo primo mandato e a cui alcuni segretari di gabinetto si erano opposti, sostenendo che non ci fosse alcuna emergenza sanitaria pubblica che la giustificasse legalmente. Salvo, poi, ritrovarsi a cambiare idea e ad attuare l'ordine, con l'arrivo della pandemia di coronavirus nel 2020. 

Il nuovo «zar di Trump per le frontiere», Tom Homan, ha dichiarato che i raid su larga scala, verosimilmente, inizieranno già domani, martedì, e si concentreranno sulle persone considerate «una minaccia per la sicurezza o l'incolumità». Il piano di Trump sull'immigrazione, detto in altre parole, è quello di «riprendere da dove si era interrotto» al termine del suo primo mandato, cercando di «andare oltre». Non solo, dunque, rilancerebbe alcune delle politiche più criticate durante la sua presidenza – molte delle quali sono state eliminate, nel corso degli ultimi quattro anni, da Biden – ma addirittura è pronto a inasprirle.