Estero
Il dramma di Shangai
Immagine Shutterstock
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Redazione
3 anni fa
Il nuovo lockdown di massa ha colpito 25 milioni di persone, la popolazione è al limite della fame e i positivi che non possono essere spostati sono stati letteralmente chiusi in casa

Lì dove tutto è cominciato, l’emergenza non sembra placarsi. Ma se la linea morbida non ha funzionato, la strategia covid zero passa ora da una repressione totale. A Shangai il nuovo lockdown di massa ha colpito 25 milioni di persone che da due settimane sono costrette a vivere ai limiti dell’umano. Per capire quello che sta accadendo dobbiamo però fare un passo indietro.

Gli avvenimenti
Il blocco della più grande città della Cina è iniziato il 28 marzo dopo l’incremento di nuovi casi, arrivati fino a 20mila al giorno. Un lockdown che doveva durare fino agli inizi di aprile, ma che invece le autorità hanno deciso di prolungare a data da destinarsi stringendo sempre di più le maglie dei divieti. Con immagini che fanno a dir poco accapponare la pelle. Nella città, infatti, i bambini positivi al Covid e che sono in quarantena sono stati separati dai genitori, mentre gli abitanti parlano di carenze di cibo e diverse difficoltà nel ricevere beni di prima necessità. I beni alimentari sono stati consegnati i primi giorni, ma ormai da tempo la popolazione è alle prese con riserve inesistenti, al limite della fame. Gli scaffali dei supermercati sono ormai vuoti e rifornirsi online è praticamente impossibile. Manca anche l’acqua, tanto che il governo ha invitato i cittadini a “bollire quella del rubinetto che contiene solo metalli pesanti ma non batteri”.

Porte e finestre sprangate per i positivi
I residenti devono rimanere a casa, tutte le attività non essenziali sono state chiuse e il trasporto pubblico sospeso. I positivi che non possono essere spostati sono stati letteralmente chiusi in casa, con porte e finestre sprangate dall’esterno. Diversi i centri costruiti per accampare – è il caso di dirlo – i positivi. Il più grande conta 40mila posti, con letti di cartone. Un capitolo a parte infine è dedicato agli animali: uccisi se i proprietari sono positivi. O chiusi in sacchi di plastica ancora vivi. La popolazione è al limite della sopportazione fisica e psichica. Con le rivolte che ormai sono divenute la quotidianità.

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