MALTEMPO
IL DILUVIO SUL BURNING MAN: BLOCCATI IN MIGLIAIA
Immagine Instagram/Josh Lease
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Redazione
2 anni fa
Sono migliaia le persone bloccate nel Black Rock Desert dopo che una tempesta ha colpito il festival Burning Man

Il Burning Man è un famoso festival che si tiene nel deserto del Nevada e dove una violenta tempesta ha trasformato quella che è conosciuta come The Playa in una enorme distesa di fango. Nell'arco di 24 ore è caduta l'acqua che solitamente si misura in due o tre mesi e ora gli organizzatori stanno cercando di fare in modo che gli oltre 70mila partecipanti possano ripartire dal Black Rock Desert.

"Non mettetevi alla guida"

In questo festival, il ritorno a casa viene solitamente chiamato Exodus, l'esodo. Ora gli organizzatori sconsigliano però di provarci: "Alcune auto con la trazione integrale e pneumatici fuoristrada riescono a muoversi nel fango e riescono ad andarsene con successo. Ma vediamo la maggior parte degli altri veicoli impantanarsi nel fango bagnato bloccando così l'Esodo a tutti", scrivono sul loro sito. Sconsigliano quindi di mettersi alla guida. Pochi sono riusciti, a fatica, a percorrere a piedi gli 8 km che li separano dalla prima strada dove poter fare l'autostop: "Sembrava di avere due mattoni sui piedi", ha raccontato uno dei transfughi alla Cnn.

Il Burning Man

La maggioranza dovrà attendere forse giorni per lasciare il posto, in una situazione resa precaria anche dalle toilette fuori uso e dalle tende sommerse dal fango. Le autorità stanno indagando anche sulla morte di una persona. Rinviato per ora il tradizionale momento clou dell'evento, nato come raduno underground ma diventato negli anni meta di influencer social, celebrità e vip della Silicon Valley: il rogo alla vigilia del Labor Day di un gigantesco fantoccio di legno con fattezze umane, 'l'uomo che brucia', appunto. Un rito propiziatorio di sapore pagano che non basterà a fermare la furia della natura.

Il finimondo anche a Las Vegas

La stessa situazione è capitata nel weekend per la seconda volta in una settimana a Las Vegas, dove l'acqua ha trasformato la luccicante Strip di hotel, casinò e ristoranti in un fiume dove galleggiavano le auto. Un evento analogo ha colpito recentemente anche il parco nazionale della Death Valley, in California, generalmente uno dei luoghi più caldi del pianeta, costretto a chiudere dopo che in 24 ore è caduta l'acqua di un anno intero.

"Nessuno può più negare"

"Penso che nessuno possa più negare l'impatto della crisi climatica", ha messo in guardia Joe Biden, volato sabato in Florida dopo l'uragano Idalia. "Basta guardarsi intorno. Inondazioni storiche, siccità più intense, caldo estremo e incendi significativi hanno causato danni significativi", ha elencato nell'ultima tappa del suo pellegrinaggio tra le crescenti calamità naturali che flagellano l'America, dopo aver visitato le Hawaii devastate dagli incendi.  Il presidente per ora non ha raccolto l'appello di chi gli chiede di proclamare un'emergenza nazionale per il clima: un passo che gli darebbe più poteri per combattere gli eventi meteo estremi che colpiscono il Paese con sempre maggiore frequenza e intensità.

Assicurazioni che non assicurano più

Tanto che almeno cinque della maggiori compagnie assicurative americane non offrono più la copertura contro i disastri nelle aree più vulnerabili, come quelle costiere, mentre altre le limitano e aumentano i costi. Negli ultimi tre anni il settore ha sborsato 295 miliardi di dollari per rimborsare danni legati al cambiamento climatico e nei primi sei mesi di quest'anno le catastrofi naturali hanno già causato negli Usa perdite assicurative per 40 miliardi di dollari, il terzo semestre più costoso di sempre.