Live Guerra in Ucraina
"Il piano per rovesciare Zelensky? Disinformazione russa"
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4 giorni fa
Tutti gli aggiornamenti sul conflitto.
4 giorni fa
"Il piano per rovesciare Zelensky? Disinformazione russa"
Lo ha affermato l'intelligence di Kiev.

L'intelligence ucraina, il Gur, bolla come disinformazione russa il piano occidentale per rovesciare il presidente Voldymyr Zelensky, diffuso dagli 007 russi. "I propagandisti di più alto rango dello Stato aggressore russo, insieme ad altre numerose risorse mediatiche disordinate del Cremlino, stanno diffondendo massicciamente disinformazione su un incontro apparentemente segreto, presumibilmente nelle Alpi, tra esponenti militari e statali ucraini e rappresentanti degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. La menzogna mira ad aumentare la tensione sociale in Ucraina, a seminare sfiducia nella leadership politico-militare dell'Ucraina, a spostare l'attenzione pubblica dal tema della guerra a quello delle elezioni, a provocare discordia e a ridurre la capacità del nostro stato di opporre resistenza armata agli occupanti russi", scrive l'intelligence di Kiev.

4 giorni fa
Trump, "L'ultimatum alla Russia è di 10 giorni da oggi"
Il presidente Usa: "La Russia non ha ancora risposto".

La scadenza per la Russia per una soluzione al conflitto ucraino è di dieci giorni a partire da oggi: lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump a bordo dell'Air Force One, in volo dalla Scozia a Washington. Trump ha anche detto di non aver avuto alcuna risposta dalla Russia riguardo al suo ultimatum. "È una vergogna", ha sottolineato parlando con i reporter.

4 giorni fa
Il Cremlino: "Preso nota dell'ultimatum di Trump"
Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov citato dall'agenzia Ria Novosti.

Il Cremlino ha "preso nota" dell'ultimatum di 10-12 giorni alla Russia da parte del presidente americano Donald Trump per mettere fine al conflitto in Ucraina. Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov citato dall'agenzia Ria Novosti. La Russia rimane "impegnata nel processo di pace" in Ucraina per "garantire i suoi interessi", ha aggiunto Peskov. Il Cremlino lamenta però un "rallentamento" nel processo di normalizzazione dei rapporti con gli Usa, che non sta andando "né qui né là", ha detto ancora il portavoce. "Naturalmente vorremmo vedere una maggiore dinamica, siamo interessati a questo".

5 giorni fa
Trump lancia l'ultimatum a Putin, "Ha 10-12 giorni per la tregua"
Il presidente Usa: "Sono deluso da Putin, non parlerò più con lui". La Russia: "Ogni ultimatum è un passo verso la guerra".

Con una nuova mossa a sorpresa, Donald Trump ha annunciato la riduzione da 50 a 10-12 giorni, a partire da subito, l'ultimatum lanciato alla Russia per arrivare alla pace con l'Ucraina prima di ricorrere a sanzioni secondarie contro Mosca e i suoi partner. "Sono deluso da Putin", ha affermato il presidente americano, sottolineando di non essere più interessato a parlare con il suo omologo russo.

"Grazie al presidente Trump per essere rimasto fermo e aver trasmesso un chiaro messaggio di pace attraverso la forza", ha reagito subito sui social il consigliere presidenziale ucraino Andriy Yermak. "Quando l'America guida con forza, gli altri ci pensano due volte", ha aggiunto. Ma l'ex presidente russo Dmitry Medvedev ha evocato addirittura lo spettro di un possibile scontro militare tra Russia e America.

"Ogni ultimatum è un passo verso la guerra"

"La Russia non è Israele e nemmeno l'Iran", ha scritto su X Medvedev, attuale vice segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale. "Ogni nuovo ultimatum di Trump è una minaccia e un passo verso la guerra, non tra la Russia e l'Ucraina, ma con il suo stesso Paese", ha aggiunto. Per poi concludere con un invito al presidente statunitense a non incamminarsi "sulla strada dell'ex presidente Usa Joe Biden.

Due ultimatum in pochi giorni

Il nuovo ultimatum è stato lanciato da Trump alla fine di un colloquio col premier britannico Keir Starmer in Scozia. L'inquilino della Casa Bianca ha detto di aver creduto "più volte" nel recente passato di poter essere vicino a "una soluzione" per mettere fine alla guerra in Ucraina. "E poi Putin prende e lancia missili contro città come Kiev, facendo molti morti in una casa di riposo o dove sia", ha aggiunto. Le stesse parole, più o meno, usate quando il 14 luglio aveva dato a Mosca un ultimatum di 50 giorni, minacciando "dazi molto severi", al "cento per cento", se non si fosse raggiunto un accordo in quel lasso di tempo. La Casa Bianca aveva spiegato che il presidente si riferiva a sanzioni secondarie in forma di dazi non solo contro l'export russo verso gli Usa (molto limitato), ma soprattutto contro i Paesi che continuano a comprare il petrolio russo, prime fra tutte quindi la Cina e l'India.

La posizione di Mosca

La Russia, tuttavia, non dà segnali di volere fermarsi. Le sue richieste per porre fine ai combattimenti sono "indiscutibili", ha detto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov. Ed esse comprendono la rinuncia di Kiev a entrare nella Nato e il riconoscimento come territorio russo delle quattro regioni finora parzialmente occupate (Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson), oltre alla Crimea. E il ministero della Difesa ha rivendicato la conquista nelle ultime 24 ore di altri due villaggi nella regione orientale di Donetsk.

La cronaca dal fronte

Il dicastero di Mosca ha aggiunto che nella notte tra domenica e lunedì, nei bombardamenti effettuati sull'Ucraina con droni e missili lanciati da aerei, compresi gli ipersonici Kinzhal, sono state colpite "infrastrutture di un aeroporto militare, un deposito di munizioni, armamenti missilistici e componenti per la produzione di droni". Le autorità ucraine parlano invece di feriti tra i civili. In particolare, 13 nel quartiere Darnytsia a Kiev, tra i quali una bambina di due anni e un bambino di tre.

L'attacco hacker

La compagnia aerea russa Aeroflot è stata intanto costretta a cancellare oltre 50 voli a causa di un attacco hacker al suo sistema informatico, secondo quanto riferito dalla Procura generale. Un procedimento penale è stato aperto per "accesso non autorizzato a dati informatici" della compagnia. La stessa Aeroflot non ha confermato ufficialmente l'attacco, che è stato rivendicato congiuntamente da un gruppo di hacker ucraino, Silent Crow, e uno bielorusso, Cyber Partisans. Secondo i due gruppi, si è trattato di una "operazione su larga scala" preparata "per lungo tempo" che ha portato alla "compromissione completa" del sistema informatico della compagnia aerea. "Informazioni piuttosto allarmanti", secondo quanto ha ammesso il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

5 giorni fa
Trump deluso da Putin, "Ridurrò la scadenza per la tregua"
La pena per Putin, se non dovesse approvare l'accordo di pace con l'Ucraina, è "di nuove sanzioni e i dazi al 100%".

"Sono deluso da Putin". Lo ha detto Donald Trump nell'incontro col premier Keir Starmer avvertendo che ridurrà la deadline di "50 giorni" data a Mosca per approvare l'accordo di pace con l'Ucraina. Trump ha ripetuto di aver creduto "più volte" nel recente passato di poter essere vicino a "una soluzione" per mettere fine alla guerra in Ucraina. "E poi Putin prende e lancia missili contro città come Kiev, facendo molti morti in una casa di riposo o dove sia". Di qui la delusione verso il presidente russo e la sua decisione di "ridurre i 50 giorni che gli ho dato" per accettare un cessate il fuoco - pena nuove sanzioni e la minaccia di dazi del 100% contro Mosca - "a un numero inferiore. Anche perché credo di sapere già la risposta".

8 giorni fa
"Improbabile un vertice Zelensky-Putin entro agosto"
Lo ha detto il portavoce del Cremlino.

È "improbabile" che un incontro tra i presidenti ucraino Volodymyr Zelensky e russo Vladimir Putin possa tenersi entro la fine di agosto, come chiesto da Kiev. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Ria Novosti. Per organizzare il vertice è necessario un "complesso lavoro preliminare", ha aggiunto il portavoce, dopo che oggi Zelensky aveva detto che "i negoziatori russi hanno cominciato a discutere" il possibile vertice. Peskov ha ribadito che un incontro tra Putin e Zelensky dovrebbe essere il passo finale per firmare un accordo di pace.

Posizioni "diametralmente opposte"

Il portavoce ha poi dichiarato che "al momento gli approcci alle bozze di memorandum" che Russia e Ucraina "si sono scambiate durante la seconda tornata" di colloqui a Istanbul il 2 giugno "sono diametralmente opposte" e quindi, a suo parere, "è improbabile che si possa giungere a un accordo dall'oggi al domani". "Ciò richiederà un lavoro diplomatico molto complesso", ha aggiunto ancora il portavoce del Cremlino, che rispondeva a una domanda sulla possibilità di un incontro tra Putin e Zelensky entro fine agosto. Lo riporta la Tass.

8 giorni fa
Zelensky: "Colloqui al via per un possibile incontro con Putin"
Lo ha detto il presidente ucraino.

Il presidente ucraino Voldymyr Zelensky ha affermato che "i negoziatori russi hanno cominciato a discutere" su un possibile incontro tra il leader ucraino e il presidente russo Vladimir Putin. "Dobbiamo porre fine a questa guerra, che probabilmente inizia con un incontro tra i leader", ha dichiarato Zelensky durante un incontro con i giornalisti a cui ha partecipato l'agenzia di stampa AFP, aggiungendo che i negoziatori russi avevano "iniziato a discuterne" con la parte ucraina.

9 giorni fa
Gli Usa approvano la vendita di armi all'Ucraina per 322 milioni
Lo annuncia il dipartimento di Stato americano.

Gli Stati Uniti approvano la vendita di missili e veicoli per la difesa aerea all'Ucraina per 322 milioni di dollari. Lo annuncia il dipartimento di Stato americano.

10 giorni fa
Deciso lo scambio di 1200 prigionieri per parte
Lo hanno concordato le delegazioni russa e ucraina durante i colloqui a Istanbul

Nei colloqui di oggi a Istanbul, le delegazioni russa e ucraina hanno concordato altri scambi di prigionieri per un totale di 1200 per parte. Lo ha detto il capo delegazione russo, Vladimir Medinsky. Le posizioni tra Russia e Ucraina sui rispettivi memoranda con le proposte di pace rimangono "distanti", ma le due parti hanno deciso di continuare i contatti, ha aggiunto il capo della delegazione russa.

Kiev propone incontro Putin-Zelensky in agosto

La delegazione ucraina a Istanbul ha da parte sua proposto alla controparte russa di tenere un incontro tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky in agosto. In una conferenza stampa dopo i colloqui, il capo negoziatore ucraino, Rustem Umerov, ha affermato che l'incontro "avrebbe un maggiore valore" se partecipassero anche Donald Trump e Recep Tayyip Erdogan. "Siamo pronti (per il cessate il fuoco) e spetta agli altri rispondere", ha detto Umerov parlando della tregua, su cui però non c'è stato alcun accordo, e aggiungendo che i colloqui di Istanbul hanno portato a progressi dal punto di vista "umanitario", come lo scambio di prigionieri.

10 giorni fa
Cominciati a Istanbul colloqui tra delegazioni Mosca e Kiev
Ci sono prove di disgelo, ma la strada è in salita.

Dopo oltre sette settimane i negoziatori russi e ucraini sono tornati a parlarsi di persona nella terza tornata delle trattative avviate a Istanbul con la mediazione della Turchia. Colloqui che secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dovrebbero aprire la strada a un vertice con Putin che suggelli la pace. Ma il Cremlino ha avvertito che prima è necessario "un lavoro complesso" di preparazione.

Obiettivo cessate il fuoco

"I rappresentanti dell'Ucraina insisteranno ancora una volta sulla necessità di un urgente e completo cessate il fuoco", ha scritto Zelensky su X poco prima dell'inizio delle trattative. "L'obiettivo finale è ovviamente un cessate il fuoco che costruisca la strada alla pace", gli ha fatto eco il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan. Ma la Russia ha detto più volte che un cessate il fuoco non può essere raggiunto senza un accordo complessivo su una soluzione di pace duratura.

La delegazione ucraina

La delegazione ucraina, guidata come nelle due tornate precedenti dall'ex ministro della Difesa Rustem Umerov, è arrivata nella città sul Bosforo dopo che ad Ankara il capo di gabinetto della presidenza di Kiev, Andrey Yermak, aveva avuto un incontro con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Durante il colloquio, è stata discussa tra l'altro la possibilità di una "ulteriore cooperazione nella difesa" tra l'Ucraina e la Turchia, ha scritto sul suo canale Telegram Yermak. E l'incontro tra le delegazioni russa e ucraina, svoltosi presso il palazzo Ciragan, è stato preceduto da un colloquio ristretto a tre tra il ministro turco Fidan, Umerov e il capo negoziatore russo, Vladimir Medinsky.

Un lavoro complesso

Alla vigilia dei colloqui, Zelensky aveva detto che "l'Ucraina è pronta a lavorare nel modo più produttivo possibile" per arrivare alla pace e per "preparare un incontro dei leader per la vera fine di questa guerra". Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha confermato che, dopo gli scambi di prigionieri concordati nelle due precedenti tornate, quella odierna doveva servire proprio ad avviare il lavoro per "la preparazione dell'incontro al vertice". Un lavoro tuttavia "complesso" che deve passare attraverso la ricerca di punti comuni tra i memoranda preparati dalle due parti con le rispettive proposte di pace. Ma i documenti sono "diametralmente opposti", ha avvertito il portavoce di Putin. "Nessuno si aspetta una strada facile", ha affermato ancora Peskov.

Lo stato del conflitto

Sul terreno, prosegue l'avanzata delle forze russe, che secondo il ministero della Difesa hanno conquistato un altro villaggio, Varachino, nella regione settentrionale ucraina di Sumy. Mentre le autorità ucraine, secondo le quali le perdite russe dall'inizio del conflitto avrebbero superato il milione di soldati, hanno detto che due civili sono stati uccisi e altri 30 feriti in raid russi nelle ultime 24 ore sulla stessa regione di Sumy e su quella di Kherson, nel sud del Paese. Nella regione russa di Rostov, invece, il governatore ha riferito che tre persone sono rimaste ferite in seguito a un attacco di droni ucraini.

Esercitazioni navali russe 

La Marina russa ha intanto annunciato oggi l'inizio di esercitazioni navali con le flotte del Nord, del Pacifico, del Baltico e con la flottiglia del Caspio. Manovre denominate 'Tempesta di luglio' alle quali è prevista la partecipazione di 150 unità navali, 120 velivoli e oltre 15.000 militari.

13 giorni fa
Mosca pianifica attacco con 2'000 droni contro l'Ucraina
Per il generale di divisione tedesco Christian Freuding servono "contromisure intelligenti, l'uso dei Patriot è illogico contro i droni kamikaze russi".

Il capo del centro situazionale per l'Ucraina presso il ministero della difesa tedesco, il generale di divisione della Bundeswehr Christian Freuding, ha detto ieri che Mosca intende lanciare contemporaneamente fino a 2'000 droni verso l'Ucraina: lo riportano i media ucraini.

"Una seria sfida per il sistema di difesa aerea ucraino"

Questo "rappresenterà una seria sfida per il sistema di difesa aerea ucraino", ha aggiunto Freuding in un podcast. Servono "contromisure intelligenti", ha aggiunto, osservando che l'uso dei missili Patriot è illogico contro i droni kamikaze russi, il cui costo è di 30-50 mila euro, mentre un missile Patriot costa oltre 5 milioni.

19 giorni fa
Putin prepara nuova offensiva a est entro 60 giorni
Lo riporta Axios, riferendosi ad una conversazione telefonica tra il presidente russo e Trump.

All'inizio di questo mese il presidente russo Vladimir Putin ha detto al suo omologo statunitense Donald Trump che stava pianificando un'altra escalation nell'Ucraina orientale nei successivi 60 giorni, per raggiungere i confini amministrativi delle regioni in cui ha una presenza significativa: lo riporta Axios, riferendosi ad una conversazione telefonica avvenuta il 3 luglio fra i due leader.

La decisione di inviare armi a Kiev

Il sito di notizie americano afferma che quella telefonata ha contribuito a convincere Trump a inviare nuove armi a Kiev. Subito dopo una telefonata avuta con Putin il 3 luglio, Trump ha detto al presidente francese Emmanuel Macron che il leader russo Vladimir Putin "vuole prendersi tutto".

19 giorni fa
Trump oggi annuncia il nuovo piano per armare Kiev
Il presidente USA intende inviare missili Patriot e vari equipaggiamenti militari molto sofisticati. "Ci pagheranno il 100%".

Il presidente americano Donald Trump intende annunciare oggi un nuovo piano per armare l'Ucraina, che includerà l'invio di dotazioni offensive a Kiev: lo riporta il sito di notizie Axios, citando alcune fonti. La nuova iniziativa - secondo Axios - verrà presentata in un incontro a Washington tra Trump e il segretario generale della Nato, Mark Rutte. Le fonti del sito di notizie Usa affermano che il piano "probabilmente includerà missili a lungo raggio in grado di raggiungere obiettivi in profondità nel territorio russo, inclusa Mosca". 

Missili patriot e altri equipaggiamenti

Parlando con i reporter, Trump ha annunciato in nottata che manderà i missili Patriot all'Ucraina. "Invieremo loro i Patriots, di cui hanno disperatamente bisogno", ha detto senza riferire quanti. Il presidente americano ha poi confermato che avrà un incontro domani con il segretario generale della Nato, Mark Rutte. "Ma fondamentalmente invieremo loro (agli ucraini, ndr) vari equipaggiamenti militari molto sofisticati e ci pagheranno il 100%". "Non ho ancora concordato il numero (di Patriot, ndr), ma (gli ucraini, ndr) ne avranno un po' perché hanno bisogno di protezione, e l'Unione Europea pagherà, noi non pagheremo nulla, ma li invieremo", ha aggiunto. "Sono molto deluso da Putin, parla in modo gentile e poi bombarda tutti la sera".

22 giorni fa
Zelensky: "Le forniture militari sono state ripristinate"
Lo ha annunciato il presidente ucraino sui social.

"Abbiamo segnali politici di altissimo livello, buoni segnali, in particolare dagli Stati Uniti d'America e dai nostri amici europei. Secondo tutti i rapporti, le forniture sono state ripristinate": lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo messaggio serale sui social, aggiungendo che sono attesi a breve "importanti passi avanti" in merito a nuove sanzioni contro la Russia. "Continueremo a lavorare la prossima settimana con la parte americana a livello militare, in particolare con il nostro esercito, con il generale Kellogg", sostiene il leader ucraino.

22 giorni fa
Guerra in Ucraina, Berna è delusa per la mancata revisione dello Statuto di Roma
Gli Stati parte della Cpi hanno respinto un emendamento che chiedeva di equiparare la guerra d'aggressione ai crimini di guerra, ai crimini contro l'umanità e al genocidio.

Le competenze della Corte penale internazionale (CPI) in materia di crimine di aggressione non saranno per il momento estese. Gli Stati parte della Corte hanno respinto mercoledì scorso a New York un emendamento allo Statuto di Roma. La Svizzera è delusa dall'esisto dell'incontro. L'obiettivo della riunione era equiparare la guerra d'aggressione ai crimini di guerra, ai crimini contro l'umanità e al genocidio. La Corte penale internazionale (CPI), con sede all'Aia nei Paesi Bassi, avrebbe quindi potuto aprire un'indagine sull'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. La CPI, la cui base giuridica è lo Statuto di Roma, può avviare indagini su questi ultimi tre crimini non appena una delle parti interessate ha ratificato lo Statuto di Roma. Nel caso del crimine di aggressione, però, entrambe le parti devono riconoscere la CPI. L'Ucraina riconosce la CPI, al contrario della Russia.

Delusione rossocrociata

"Il caso dell'Ucraina mette in evidenza le lacune normative riguardanti la giurisdizione della CPI per il crimine di aggressione", ha dichiarato oggi a Keystone-ATS, Franz Perrez, direttore della Direzione del diritto internazionale pubblico in seno al Dipartimento federale degli affari esteri. La Svizzera vorrebbe colmare questa lacuna. Secondo Perrez, che ha partecipato alla conferenza svoltasi da lunedì a mercoledì, un'ampia maggioranza di Stati membri ha sostenuto la richiesta. Tuttavia "è deludente che ciò non si sia potuto realizzare durante i negoziati", ha sottolineato l'ambasciatore. Ad ogni modo, il tema non è liquidato. Una conferenza di revisione si terrà nuovamente a New York nel 2029, come specificato dalla CPI in una nota diffusa ieri (giovedì). "Speriamo che, in una situazione geopolitica mutata, sia possibile colmare le lacune del diritto penale internazionale", ha chiosato Perrez.

23 giorni fa
Da Roma 10 miliardi a Kiev. Meloni, "Putin ha fallito"
Il messaggio della Conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina: "Non siete soli".

Un Piano Marshall per Kiev e un salto di qualità nell'azione contro Mosca, con maggiore pressione e deterrenza. Che vuol dire nuove sanzioni all'aggressore e più armi all'aggredito. La Conferenza per la ripresa dell'Ucraina può segnare un cambio di passo nella strategia del fronte occidentale che sostiene la resistenza di Volodymyr Zelensky.

"Il piano russo è fallito"

Il debutto degli USA fra i Volenterosi dà un peso diverso alla coalizione guidata da Francia e Gran Bretagna, che annunciano di aver pronto un piano di peacekeeping pronto a scattare quando arriverà il cessate il fuoco. Quanto tempo servirà non è chiaro. Ma "è fallito" il piano russo "di piegare gli ucraini con il freddo, la fame e la paura", assicura la premier italiana Giorgia Meloni, che con gli alleati già è proiettata a una fase di ricostruzione post-bellica.

"Il miracolo economico dell'Ucraina"

L'economia ucraina non si è fermata, come dimostra anche la qualità degli stand allestiti presso il Centro congressi La Nuvola a Roma (droni, tecnologie agricole, protesi mediche, tra gli altri), dove tutto è filato liscio, a dispetto del caos al ritiro accrediti (8'351 i partecipanti, rispetto ai 5'000 attesi fino a pochi giorni fa). Ora, però, Kiev cerca il rilancio. L'Italia ha già vissuto una storia di boom dopo la Seconda guerra mondiale, e la premier spera che da Roma sia partito il percorso del "miracolo economico dell'Ucraina".

"Al centro della ripresa vanno messe le persone"

"Tutto ciò che ha distrutto la Russia può essere ricostruito - le parole di Zelensky -. Questa coalizione ha bisogno di Paesi, di leader, di aziende, tutti insieme per ricostruire la nostra società. Ci serve un piano di recupero e di resilienza chiaro. Un po' come il piano Marshall". Energia, infrastrutture, ospedali, le priorità. Ma è "fondamentale" che al centro della ripresa "vengano messe le persone", avverte la first lady Olena Zelenska. L'altro paletto condiviso a Roma, è che della ricostruzione non deve trarre beneficio Mosca o chi ne ha appoggiato la guerra.

I soldi necessari

La Banca Mondiale stima servano 500 miliardi di euro. La quarta edizione della Conferenza sulla ripresa ha prodotto circa duecento accordi per 10 miliardi. È meno dei 16,5 miliardi di quella precedente a Berlino. In compenso Kiev incassa dagli alleati impegni sulle forniture di armi. Un bilancio indigesto per Mosca. La sua ambasciata in Italia definisce l'appuntamento di Roma una manifestazione di "brama di dominio, avidità e ingordigia", da parte dei "leader dei Paesi occidentali, Italia compresa", accusati di "distorcere qualunque realtà".

"Kiev non è sola"

"Oggi è più che mai cruciale che Kiev avverta che non è sola", è il messaggio della Conferenza sintetizzato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e l'Ue "è chiamata a ribadire la volontà di sviluppare un mondo mondo libero" contro "le volontà di sopraffazione". "Ora più che mai l'Ucraina può contare sull'Ue", garantisce Ursula von der Leyen, annunciando un Fondo europeo per la ricostruzione e incoraggiando i 27 "a comprare armi da Kiev". Meno costante in questi mesi è stata la posizione della Casa Bianca. Tanto che il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha mandato un messaggio a Vladimir Putin ("Noi non molliamo") e uno "a Washington: state con noi, state con gli europei, siamo sulla stessa barca e ci spendiamo per lo stesso ordine mondiale".

"Putin non vuole la pace"

I bombardamenti russi nella notte prima del vertice mostrano, secondo Zelensky, che Putin "non vuole la pace". Ne è convinta anche Meloni, che sottolinea gli "sforzi" di Donald Trump per arrivare a un negoziato ed esorta tutti gli alleati a mantenere "l'unità dell'Occidente". Un segnale in questo senso, per la premier, è la prima presenza degli USA al tavolo dei Volenterosi, con l'inviato speciale per l'Ucraina Keith Kellogg. Un formato rispetto al quale nei mesi scorsi è stata fredda, ma a cui ora assicura che "potete contare sempre sull'Italia a 360 gradi". Nella riunione in videoconferenza fra Roma e Londra, gli interventi più duri contro Mosca - raccontano fonti diplomatiche - sono stati sottolineati dagli applausi dei leader. La linea della premier è che "la pace si costruisce non con i buoni propositi, ma con la deterrenza" e "con l'aumento della pressione su Mosca".

23 giorni fa
Berna e Kiev firmano il trattato internazionale per la ricostruzione dell'Ucraina
L'accordo sottolinea il maggiore coinvolgimento del settore privato svizzero nei progetti di ricostruzione in Ucraina e l'impegno a lungo termine della Confederazione.

La Svizzera e l'Ucraina hanno firmato oggi a Roma un trattato internazionale per la cooperazione nella ricostruzione del Paese distrutto dalla guerra di aggressione russa. Nella capitale italiana è in corso fino a domani la quarta Conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina. Berna è rappresentata dall'ambasciatore Jacques Gerber, mentre Kiev dalla vice prima ministra e ministra dell'Economia, Yulia Svyrydenko. Le basi giuridiche dell'accordo bilaterale è costituita dal trattato internazionale approvato dal Consiglio federale il 25 giugno scorso. L'accordo sottolinea il maggiore coinvolgimento del settore privato svizzero nei progetti di ricostruzione in Ucraina e l'impegno a lungo termine della Confederazione.

Processo di selezione

"Non daremo progetti a tutti. Ci sarà un processo di selezione per garantire che vengano soddisfatte le reali esigenze dell'Ucraina", ha dichiarato il delegato del Consiglio federale per l'Ucraina Jacques Gerber all'agenzia Keystone-ATS. Queste includono energia, trasporti e mobilità, attrezzature meccaniche, costruzioni, acqua e protezione e prevenzione dei disastri. A questo scopo sono previsti, fino al 2028, 1,5 miliardi di franchi provenienti dai fondi della cooperazione internazionale. Un terzo (500 milioni di franchi), sarà messo a disposizione proprio per coinvolgere maggiormente il settore privato svizzero nella ricostruzione dell'Ucraina.

Altri progetti saranno firmati domani

In occasione della conferenza di Roma, la delegazione elvetica a Roma ha lanciato diversi progetti di sostegno, ha indicato stasera il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR). Questi progetti si concentrano, tra l'altro, sulla decentralizzazione e sull'istruzione e formazione democratica in Ucraina. La firma di altri progetti è prevista per domani. Insieme al Basel Institute on governance, la Svizzera ha anche organizzato una discussione sugli sforzi in corso in Ucraina per prevenire e combattere la corruzione. Fino alla fine di maggio di quest'anno, la Confederazione aveva già stanziato circa 5,16 miliardi di franchi per sostenere le popolazioni colpite dalla guerra in Ucraina e in Svizzera. Dal 2025 al 2036, Kiev sarà sostenuta con altri 5 miliardi di franchi.

Miliardi di danni da parte della Russia

A livello europeo, oggi è stato lanciato a Roma un nuovo fondo per riparare i danni causati dalla guerra in Ucraina. Il settore privato contribuirà al fondo. Il denaro sarà destinato in particolare alla riparazione e alla nuova costruzione di impianti energetici, ma anche ad aziende industriali e centri dati digitali. Secondo le informazioni fornite da Berlino, il nuovo fondo ammonterà inizialmente a un miliardo di euro. Secondo i dati ufficiali, ad oggi sono stati mobilitati più di 16 miliardi di euro in quattro conferenze per la ricostruzione. Il costo totale della ricostruzione in Ucraina è stimato dalla Banca Mondiale in oltre 500 miliardi di euro. Kiev chiede la confisca dei beni russi per pagarli. L'impulso per un ampio accordo sul processo di ricostruzione politica in Ucraina era stato dato a Lugano nel luglio 2022: all'allora Lugano Recovery Conference, presieduta dal consigliere federale Ignazio Cassis e dal primo ministro ucraino Denys Shmyhal, i rappresentanti di 59 Stati e organizzazioni internazionali avevano discusso i punti chiave che sono stati poi formulati nella Dichiarazione di Lugano e nei Principi di Lugano.

24 giorni fa
Il Papa incontra Zelensky, "Il Vaticano è pronto a ospitare i negoziati"
@Vatican Media
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Al centro dell'incontro, avvenuto nel pomeriggio, la guerra in Ucraina e la necessità di trovare un accordo di pace giusto e duraturo.

Papa Leone XIV e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si sono affacciati insieme dal balcone delle Ville pontificie di Castel Gandolfo per salutare con un gesto della mano la folla raccoltasi sotto l'ingresso. Il presidente ucraino è arrivato intorno alle 13:30. Nel frattempo la commissaria presidenziale russa per i diritti umani, Tatyana Moskalkova, ha detto di avere inviato una lettera al Pontefice per chiedere l'assistenza del Vaticano per il ritorno di 30 cittadini russi prelevati dalle truppe di Kiev dalla regione russa di Kursk che attualmente sono tenuti in quella ucraina confinante di Sumy. Il Vaticano si è inoltre detto disponibile ad ospitare i rappresentanti di Russia e Ucraina per i negoziati di pace.

La notizia dell'appello coincide con il colloquio a Castel Gandolfo tra Papa Leone XIV e il presidente ucraino, incentrato tra l'altro sul ritorno dei bambini ucraini che le autorità di Kiev accusano Mosca di avere deportato in Russia. Da parte loro i russi respingono le accuse, affermando che i minori sono stati evacuati da zone di combattimento per essere sottratti al pericolo e che vengono restituiti ai genitori o ai tutori legali quando questi vengono rintracciati. "Oggi - ha detto Moskalkova, citata dall'agenzia Tass - 30 persone sono a Sumy. Abbiamo appena parlato con il Comitato internazionale della Croce Rossa per assicurarci che ricevano tutti gli aiuti umanitari necessari, che ricevano cibo, vestiti adeguati, forniture mediche. E il Comitato internazionale della Croce Rossa li visita. Sono in corso negoziati per il loro ritorno in patria".

La richiesta di assistenza

La commissaria russa ha aggiunto di avere inviato una lettera a Leone XIV con "una richiesta di assistenza" per risolvere il problema, che "contraddice ogni norma e morale".  La stessa richiesta è stata inviata da Mosca alle Nazioni Unite e all''Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Sia la Santa Sede sia queste organizzazioni "hanno accettato l'appello e hanno detto che faranno del loro meglio" parlandone a Zelensky, ha concluso Moskalkova.

Tutto pronto per l'Urc 2025

Intanto, nella capitale italiana è stato imposto un divieto di sorvolo, l'area è stata cinturata e bonificata e nessuna manifestazione è consentita: questo il piano di sicurezza della questura di Roma per l'Ukraine Recovery Conference 2025. Una vera e propria "città congressuale" sarà allestita nelle prossime ore nel cuore del quartiere Eur, con l'interessamento di un perimetro esteso intorno al Centro Congressi La Nuvola, che ospiterà l'appuntamento internazionale. All'evento - giovedì e venerdì - prenderà parte il presidente Zelensky, nonché 9 capi di Stato, 6 primi ministri e 36 ministri. Al piano operativo concorreranno le forze di polizia, i vigili del Fuoco e l'Ares 118. Sono attesi la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e, in occasione dell'evento conviviale in programma nella serata di domani, il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella.

Gli ospiti attesi

Tra gli ospiti dell'evento figurano circa 4'000 contractors, ossia esponenti del mondo dell'imprenditoria provenienti da tutto il mondo, ai quali saranno affidate le sessioni di lavoro per lo più incentrate nella giornata dell'11 luglio. Il punto è stato fatto nella mattinata odierna nel corso del tavolo tecnico tenuto dal questore di Roma, Roberto Massucci, anche alla presenza di rappresentanti del ministero degli Esteri italiano, dopo il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica presieduto ieri dal prefetto Lamberto Giannini.

Il piano di sicurezza

Per le esigenze di sicurezza sarà cinturata un'area compresa all'interno della quale l'accesso sarà consentito solo ai residenti o a chi, per motivi di lavoro non procrastinabili, esibirà un titolo idoneo, e comunque solo dopo essere stato sottoposto ai controlli a cura degli operatori di polizia che saranno impegnati a presidio dei singoli varchi. All'interno dell'area, che sarà transennata sin dalle prime ore della mattina, non saranno consentite attività non compatibili con la natura del rischio dell'evento istituzionale e, in particolare, non saranno consentite manifestazioni in luogo pubblico e/o aperto al pubblico. Nel perimetro di sicurezza non sarà permesso il transito né la sosta di veicoli privati, così come sarà interdetto il transito ed il trasporto di merci pericolose così come il transito dei mezzi del trasporto pubblico. Tutta l'area sarà anche tutelata dal divieto di sorvolo e vedrà l'impiego di assetti speciali delle Forze di polizia e dell'Esercito italiani.

La "città congressuale"

La "città congressuale" non sarà concentrata sul centro congressi La Nuvola, ma si estenderà fino a ricomprendere il palazzo dei Congressi, dove sarà attivo il Media Center ed il Centro accrediti, senza tralasciare il Palazzo delle Civiltà, dove sarà invece allestita una mostra tematica. Gli uffici aperti al pubblico della prefettura di Roma siti in via Stendhal, così come dell'Archivio centrale dello Stato italiano, nei giorni interessati dall'evento resteranno chiusi all'utenza. Sempre per le esigenze dell'evento, resterà interdetta la stazione della metropolitana Eur Fermi, mentre sarà attiva la stazione della Metropolitana Palasport.

un mese fa
'gasdotto esploso nell'estremo oriente russo'
È quanto affermano diversi media ucraini, citando non meglio precisate "fonti di intelligence".

Un'esplosione ha danneggiato un gasdotto vicino a Vladivostok, che riforniva diverse basi militari nell'estremo oriente russo, sull'Oceano Pacifico, creando un vasto incendio. Lo affermano diversi media ucraini, citando non meglio precisate "fonti di intelligence". L'esplosione sarebbe avvenuta intorno all'una di notte locale (quando in Italia erano le 17 circa). Il gasdotto - scrive il Kyiv Independent, che afferma di non poter confermare le informazioni - alimenta di energia varie basi e sedi militari russe sul Mare del Giappone, inclusa la 155ma brigata della flotta russa del Pacifico. L'esplosione e l'incendio hanno danneggiato anche un acquedotto che alimenta anche le basi militari e le comunicazioni online nella zona della baia di Lazurnaya, a nord di Vladivostok.

un mese fa
"Uccisi circa 500 soldati ucraini in un solo giorno"
Lo ha dichiarato Alexander Savchuk, portavoce del gruppo tattico.

La Russia afferma di aver ucciso circa 500 soldati ucraini nella sola giornata di ieri. Alexander Savchuk, portavoce del gruppo tattico, ha dichiarato alla Tass che sono stati uccisi 460 soldati. "Sono stati distrutti - ha detto - due veicoli corazzati da combattimento, cinque veicoli a motore e due cannoni ". I combattenti del gruppo tattico hanno anche colpito formazioni di tre brigate meccanizzate ucraine, una brigata di cacciatori e una brigata aviotrasportata, due brigate di difesa territoriale, una brigata di Marines, due reggimenti d'assalto e una brigata della Guardia Nazionale nelle aree di Krasnoarmeysk, Dimitrov, Boykovka, Petrovskoye, Novopavlovka, Dachnoye e Grodovka. Altri 60 soldati ucraini sarebbero morti nel Dnepr, dove sono state colpite una brigata di difesa territoriale e una brigata di difesa costiera nelle aree di Antonovka, Novoandreyevka, Malaya Tokmachka, Tokarevka e Sadovoye.

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