Crisi in Medio Oriente
Il Capo dell'Idf: "Non accettiamo nulla di meno della sconfitta di Hamas"
© Wikipedia - IDF Spokesperson's Unit
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8 giorni fa
"Non fermeremo la guerra finché non sconfiggeremo questo nemico", ha affermato.

Il capo di stato maggiore dell'Idf Eyal Zamir, ha dichiarato oggi ai riservisti in servizio che l'esercito non accetterà nulla di meno della completa sconfitta di Hamas. "Non fermeremo la guerra finché non sconfiggeremo questo nemico", ha affermato, sottolineando: "Abbiamo già iniziato la manovra a Gaza city. Stiamo già entrando in luoghi in cui non siamo mai entrati prima e stiamo operando lì con coraggio, forza, valore e uno spirito straordinario". Nel suo intervento, Zamir ha sottolineato le vaste operazioni condotte contro Hamas: "li stiamo colpendo, smantellando, sconfiggendo e prevalendo su di loro. Operiamo in tutto il Medio Oriente", ha affermato, "Hamas non avrà alcun posto dove nascondersi da noi. Ovunque li troviamo, che siano figure di spicco o di basso rango, li colpiamo tutti, sempre". La giornata di oggi segna la prima fase per la conquista pianificata di Gaza City, con la chiamata di decine di migliaia di riservisti . Rispetto alle precedenti chiamate, questa volta un numero maggiore di riservisti è riluttante a presentarsi in servizio per motivi personali o finanziari.

Le critiche di Macron

Inanto, il presidente francese Emmanuel Macron ha criticato "la decisione degli Stati Uniti di non concedere visti ai funzionari palestinesi". Macron ha chiesto che "questa misura venga revocata e che la rappresentanza palestinese sia consentita in conformità con gli accordi" relativi alla sede dell'ONU. Macron, nel post, ha spiegato di aver parlato con il principe ereditario saudita con il quale copresiederà la Conferenza per la soluzione a due stati sulla Palestina, a New York il 22 settembre. "Il nostro obiettivo - continua Macron - è quello di riunire il più ampio contributo internazionale alla soluzione dei due Stati, l'unica soluzione in grado di soddisfare le legittime aspirazioni di israeliani e palestinesi. Ciò comporterà l'attuazione di un cessate il fuoco permanente, il rilascio di tutti gli ostaggi, la consegna massiccia di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza e l'invio di una missione di stabilizzazione a Gaza. Stiamo anche lavorando per garantire che il giorno dopo Hamas venga disarmato ed escluso da qualsiasi governo di Gaza, che l'Autorità Nazionale Palestinese venga riformata e rafforzata e che la Striscia di Gaza venga completamente ricostruita". "Nessuna offensiva, nessun tentativo di annessione o spostamento di popolazioni - continua il presidente francese - fermerà lo slancio al quale abbiamo dato vita con il Principe ereditario e al quale molti partner hanno già aderito. Ci vediamo a New York il 22 settembre. Insieme, facciamo sì che questa Conferenza sulla soluzione dei due Stati rappresenti un punto di svolta decisivo per la pace e la sicurezza di tutti nella regione".

Le dichiarazioni USA

Anche l'ambasciatore statunitense in Israele Mike Huckabee ha dichiarato a Channel 12 di aver detto ai funzionari israeliani che l'amministrazione Trump è preoccupata per il collasso economico dell'Autorità nazionale palestinese in Cisgiordania, che potrebbe portare a un'escalation della sicurezza. "Se l'economia palestinese crolla completamente, non sarà una vittoria per nessuno. Porterà a un'escalation e a una crescente disperazione. Le persone disperate fanno cose disperate", ha detto Huckabee. Negli ultimi quattro mesi il ministro di ultradestra delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha adottato misure per strangolare economicamente l'Anp, in particolare bloccando il trasferimento di 500 milioni di dollari di tasse che Israele riscuote per suo conto. Questa somma si aggiunge agli ulteriori 2,5 miliardi di dollari di tasse palestinesi che Israele ha trattenuto negli ultimi anni. Smotrich ha anche deciso di disconnettere le banche palestinesi dal sistema finanziario israeliano, una decisione che per entrare in vigore deve ancora ottenere l'approvazione del gabinetto di sicurezza. Un crollo dell'economia e del sistema bancario palestinese potrebbe far crollare l'Anp, creare un vuoto di governo che spingerebbe la Cisgiordania nel caos e aggraverebbe il conflitto.