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I fratelli Menendez restano in carcere, negata la libertà vigilata
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Redazione
2 giorni fa
A distanza di 36 anni dall’omicidio dei loro genitori, avvenuto nell’agosto del 1989 nella villa di famiglia a Beverly Hills, una commissione di sorveglianza della California ha negato la libertà vigilata a entrambi i fratelli, ritenuti ancora un rischio per la società.

Erik e Lyle Menendez resteranno in carcere. A distanza di 36 anni dall’omicidio dei loro genitori, avvenuto nell’agosto del 1989 nella villa di famiglia a Beverly Hills, una commissione di sorveglianza della California ha negato la libertà vigilata a entrambi i fratelli, ritenuti ancora un rischio per la società.

Erik

Giovedì è toccato a Erik, oggi 53enne, che durante un’udienza durata tutto il giorno ha cercato di dimostrare di essere cambiato dietro le sbarre, parlando di fede, sobrietà e attività a sostegno dei detenuti più anziani. "Il 21 agosto è il giorno in cui la mia famiglia ha scoperto che i miei genitori erano morti, l’inizio del loro percorso di trauma", ha ricordato collegato in videoconferenza dal carcere di San Diego. A suo favore sono intervenuti oltre dieci parenti, tra cui la zia Teresita Menendez-Baralt, malata di cancro, che ha dichiarato di averlo perdonato e di volerlo accogliere in casa. La commissione, tuttavia, ha sottolineato una lunga lista di infrazioni commesse in prigione – dall’uso illecito del cellulare, a collaborazioni con bande, traffico di droga, violazioni disciplinari e persino uno schema di frode fiscale – giudicandolo "ancora un pericolo per la società".

Lyle

Il giorno successivo la stessa decisione è stata presa per Lyle, 57 anni, che non è riuscito a convincere i commissari di essere cambiato. Anche per lui la libertà vigilata è stata respinta, con la possibilità di presentare una nuova richiesta solo tra tre anni.

Condannati all'ergastolo nel 1996

I due fratelli furono condannati all’ergastolo senza condizionale nel 1996, al termine di un processo altamente mediatico. La procura sostenne che il movente fosse l’eredità milionaria del padre José, figura di spicco dell’industria discografica. La difesa, invece, parlò di un duplice omicidio maturato dopo anni di violenze e abusi sessuali subiti e taciuti dalla madre. Negli ultimi anni i familiari hanno tentato di riaprire il caso, tornato alla ribalta anche grazie alla serie Netflix Monsters: The Lyle and Erik Menendez Story. Nel maggio scorso un giudice di Los Angeles aveva ridotto la condanna a 50 anni, in quanto entrambi avevano meno di 26 anni al momento del crimine, rendendoli eleggibili per la libertà vigilata. Ma per ora la porta della scarcerazione resta chiusa.