
Le immagini e le notizie che giungono in queste ore da Israele e dalla Striscia di Gaza sono sconvolgenti. Dalla nascita dello Stato ebraico, tuttavia, "storicamente non c'è stato quasi alcun anno in cui Israele non sia stato sotto attacco da parte dei suoi vicini", ricorda Enrico Verga, studioso di geopolitica.
Dal torto alla ragione
"Questo potrebbe essere il colpo di grazia per Gaza. Lo stesso Netanyahu ha apertamente invitato i civili a lasciare la città, minacciando di raderla al suolo". Un'azione radicale che secondo Verga apre una questione fondamentale e dal valore strategico: "Una democrazia come Israele può permettersi di compiere quello che sembrerebbe un genocidio, come descritto da Netanyahu? Evidentemente no. A mio avviso, ciò che Hamas sta quindi cercando di ottenere è di passare dal torto alla ragione".
La domanda che l'Occidente dovrebbe porsi
Secondo Verga, quanto sta avvenendo fra Israele e Hamas interpella direttamente anche l'Occidente, che deve chiedersi se possa "concedersi il lusso di osservare un'avanzata israeliana violenta e indiscriminata nella Striscia, già di per sé quasi un campo di concentramento per le dimensioni e la densità della popolazione. Questa è la domanda che l'Occidente si dovrà porre nei prossimi mesi: nell'immediato ha già dato il suo via libera a Israele per procedere".
Parti opposte
Ancora una volta, infatti, Occidente e Medio Oriente potrebbero trovarsi su due fronti opposti. "Tutto il Medio Oriente afferma che quanto successo sabato e domenica sia colpa di Israele. Lo ha detto il Qatar, alleato degli americani, ma pure l'Arabia Saudita, anch'essa alleata degli americani, così come la Turchia, membro Nato e alleata degli americani. Gli alleati americani nella regione sono tutti schierati con la Palestina, ma non muoveranno un dito".
