
Greta Thunberg ci riprova. A due mesi dal tentativo di forzare il blocco navale attorno a Gaza con un'imbarcazione della Freedom Flotilla l'attivista svedese ha annunciato che si unirà a un'altra missione navale verso la Striscia. Questa volta però più navi faranno parte della flotta su cui salperanno attivisti da 44 paesi. Tra loro l'attrice americana Susan Sarandon, il collega svedese Gustaf Skarsgard e l'attore irlandese Liam Cunningham. La flotta carica di aiuti umanitari partirà da diversi porti. "Il 31 agosto, lanceremo il più grande tentativo di sempre per rompere l'illegale blocco israeliano su Gaza", ha scritto Thunberg su Instagram.
La Global Sumud Flotilla, questo il nome dell'iniziativa, mira a rompere "l'assedio" attorno a Gaza. "Il genocidio contro i palestinesi è in continua escalation da 22 mesi", hanno affermato gli organizzatori . "Ospedali, rifugi, scuole e case sono stati completamente distrutti. Non possiamo restare a guardare mentre questo continua".
Chi parteciperà
Anche se l'esatto numero delle imbarcazioni dirette verso la costa della Striscia non è ancora noto, la flotta sarà composta da piccoli battelli, parte di una "coalizione eterogenea di partecipanti internazionali", tra cui quelli coinvolti in precedenti iniziative simili (via terra ma anche via mare) come la Maghreb Sumud Flotilla, la Freedom Flotilla Coalition (protagonista della missione della Handala, la ultima registrata a luglio) e la Global March to Gaza. Stando agli annunci, un primo drappello di navi partirà il 31 agosto dalla Spagna, un altro il 4 settembre dalla Tunisia, mentre un gruppo di imbarcazioni partirà dalla Malesia il 23 agosto.
Il primo tentativo
Non è la prima volta che l'ambientalista svedese prende parte ad iniziative di questo tipo. Il 9 giugno scorso la Marina militare dello Stato ebraico intercettò e sequestrò la Madleen, su Greta cui viaggiava con altri 11 attivisti di diversi Paesi. "Siamo stati rapiti in acque internazionali", denunciò la ragazza, prima di essere rimpatriata. "Era uno yacht da selfie con un carico di aiuti esiguo", fu la replica del governo Netanyahu. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, bollò l'attivista come "antisemita". Non pochi detrattori fecero notare che Greta aveva accettato il rimpatrio su un aereo, mezzo da lei sempre criticato per motivi ambientalisti.