
Nonostante la fiducia ottenuta in Senato (95 sì e 38 no, soli 133 votanti), l'esperienza di Mario Draghi alla guida del Governo italiano termina dopo 522 giorni. Decisiva è stata la decisione di non votare di M5s, Lega e Forza Italia, tre partiti della sua maggioranza. A questo punto è più che probabile che il presidente del Consiglio dei ministri offra di nuovo le sue dimissioni al presidente italiano Sergio Mattarella.
I non votanti
“Con amarezza il gruppo di Forza Italia al Senato non parteciperà al voto sulla fiducia posta dal governo solo sulla risoluzione Casini”. Così si era espressa in aula la capogruppo di Forza Italia, Annamaria Bernini, durante le dichiarazioni di voto. Dello stesso tenore le dichiarazioni della capogruppo M5S Mariolina Castellone: “in questi 18 mesi sono state smantellate tutte le nostre misure. Togliamo il disturbo “. “La lealtà della Lega non è mai venuta meno in alcun giorno del governo”, ha detto dal canto suo il leghista Stefano Candiani. “Occorre che ci sia una compagine di governo composta da persona serie. Non si può continuare dicendo che niente è successo”.
La nascita, un anno e mezzo fa
L’attuale esecutivo era nato dopo la crisi del secondo governo Conte e aveva come obiettivo principale quello della gestione delle tre emergenze italiane: pandemica, economica, sociale. Nacque così “un governo - disse all’epoca il capo dello Stato Sergio Mattarella - di alto profilo” che non doveva “identificarsi con alcuna formula politica”. Un Governo che doveva fare fronte “con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili”.
Draghi annuncerà domani le dimissioni alla Camera
Draghi annuncerà domani nell’aula della Camera, all’inizio della discussione generale, la propria intenzione di andare a dimettersi al Quirinale. La seduta è convocata per le ore 9. Lo apprende l’agenzia di stampa italiana Ansa da fonti parlamentari di maggioranza.
Le reazioni della stampa
“Una coalizione andata in fumo”. Così il sito del quotidiano francese Le Figaro ha commentato gli ultimi sviluppi della situazione politica italiana. “Tre partiti appartenenti alla coalizione di Mario Draghi hanno annunciato la non partecipazione al voto di fiducia richiesto dal premier al Senato, conducendo di fatto alla fine del suo governo di unità nazionale”. Draghi si ritrova così “privato del sostegno di tre membri importanti della sua coalizione: Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle”. “Mario Draghi sfiduciato dai suoi alleati”, titola da parte sua il sito internet del quotidiano economico Les Echos, evocando possibili elezioni anticipate in autunno.
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