
La recente serie di aggressioni da parte di orsi bruni ha messo in ginocchio il settore turistico nel nordest del Giappone nel periodo più redditizio dell'anno: quello del 'koyo', il suggestivo spettacolo del foliage autunnale.
Crollo delle prenotazioni
Nella regione di Tohoku, infatti, le prenotazioni negli onsen - i tradizionali stabilimenti termali - sono crollate, segnalano gli operatori locali, mentre l'accesso a parchi e sentieri viene spesso sospeso dopo ogni avvistamento, e le autorità locali lanciano ripetuti appelli alla massima vigilanza. Il clima di allerta è particolarmente presente nella prefettura di Iwate, dove, dal mese di aprile, ben cinque persone hanno perso la vita in attacchi di orsi, su un totale di 13 vittime a livello nazionale nello stesso periodo. L'impatto economico si è fatto sentire particolarmente in diverse cittadine della regione, dove i ryokan, le tradizionali locande, registrano continue cancellazioni, e alcuni onsen chiudono le vasche all'aperto per precauzione. Stessa situazione per la vicina prefettura di Akita. Il parco Senshu, una delle mete più battute per il foliage autunnale, è stato chiuso a fine ottobre dopo i ripetuti avvistamenti dei mammiferi. Dall'inizio dell'anno sul territorio si sono contate quattro vittime.
Chi cerca soluzioni
Nonostante il clima di tensione, altre mete turistiche provano a trovare metodi alternativi. Nella prefettura di Miyagi, il canyon di Narukokyo, al confine con Yamagata, continua ad attirare visitatori stranieri. Il comune di Osaki ha messo cartelli in quattro lingue: giapponese, inglese, coreano e cinese, e potenziato le pattuglie di sicurezza per segnalare eventuali presenze degli animali. Con la stagione turistica autunnale ormai compromessa e nessun segnale di ripresa delle presenze turistiche, spiegano i media locali, molte attività del Tohoku si preparano a fronteggiare un lungo inverno di incertezza, con "un'emergenza naturale" sempre più difficile da gestire.
