
Giunta alla sua terza settimana, l'operazione "Piombo Fuso" resta anche oggi in una fase stagnante, mentre i soldati israeliani rafforzano le posizioni attorno a Gaza City (800'000 abitanti) e sono impegnati in perlustrazioni nelle zone già occupate alla ricerca di depositi di armi e di bunker di Hamas. "Utilizzeremo il pugno di ferro" a Gaza fintanto che Hamas continuerà a sparare razzi contro il territorio israeliano, ha detto il premier israeliano Ehud Olmert. Hamas ha ribattuto: "siamo vicini alla vittoria". In un comunicato diffuso oggi il governo di Hamas nella Striscia di Gaza ha affermato che la "vittoria" sull'esercito israeliano è "più vicina che mai" e ha fatto sapere che non accetterà nemmeno di esaminare progetti di tregua finché Israele non avrà cessato le operazioni, non avrà ritirato le truppe e non avrà riaperto i valichi. Mentre ricompare anche il leader di Hamas: Ismail Haniyeh, in un discorso registrato trasmesso stasera dalla televisione al-Aqsa di Hamas, ha affermato che gli attacchi di Israele a Gaza non hanno spezzato Hamas."L'aviazione israeliana ha lanciato contro di noi 2.200 attacchi - ha esclamato Haniyeh - eppure continuiamo a lottare". Israele sostiene che Hamas sta attraversando una crisi molto grave. "Sta in pratica crollando", ha assicurato il ministro delle infrastrutture Benyamin Ben Eliezer. Secondo il premier Ehud Olmert Israele è vicino alla realizzazione di due obiettivi principali: la fine dei lanci di razzi palestinesi su Israele e il blocco del contrabbando di armi dal Sinai verso Hamas. L'Egitto - ha stimato Ben Eliezer - ha un ruolo chiave. "Una volta che avrà stabilito che è suo interesse nazionale impedire che a Hamas giungano armi, sigillerà il confine con Gaza". Secondo Israele è appunto quello il canale utilizzato da Hamas per rifornirsi di razzi di lunga gittata, di quantità di esplosivi e di altre armi. Se la 'falla' restasse aperta, dice Israele, in un futuro non lontano Hamas potrebbe minacciare anche Tel Aviv, distante 70 chilometri da Gaza. Un dirigente del ministero della difesa israeliano, Amos Ghilad, doveva recarsi in questi giorni al Cairo per discutere dettagli relativi alla chiusura ermetica del confine: ma per il momento ha avuto istruzione di restare a Tel Aviv. La cosa lascia pensare che una intesa sia ancora lontana. Nel frattempo il braccio armato di Hamas continua a sparare razzi contro le città israeliane. Ne sono esplosi oggi una ventina, in particolare nelle città di Beer Sheva, Ofakim, Sderot, Ashqelon, Ashdod. Non si sono avute vittime: ma complessivamente un milione di israeliani restano anche oggi esposti alla minaccia di quei razzi. Stasera Israele ha smentito informazioni divulgate da Hamas su un presunto rapimento di un soldato israeliano da parte di miliziani palestinesi. "Non c'è stato alcun rapimento" ha detto un portavoce militare. Hamas accusa intanto Israele di aver fatto ricorso ad armi che provocano incendi ed ustioni. Ciò sarebbe avvenuto in particolare nella zona centrale e meridionale della Striscia. Da domenica, secondo Hamas, il numero dei palestinesi uccisi dal fuoco israeliano sarebbe di circa 30. Se fra di essi vi siano miliziani (e quanti), Hamas non lo precisa. Dall'inizio dei combattimenti è stato molto restio a riferire delle proprie perdite che in Israele sono stimate in circa 360 uomini. Fonti mediche a Gaza riferiscono da parte loro che finora nell'operazione "Piombo Fuso" sono stati uccisi 900 palestinesi. I feriti sono più di 3400, secondo le fonti. Anche oggi Israele ha interrotto, per ragioni umanitarie, i combattimenti per tre ore durante le quali sono stati inoltrati alla popolazione palestinese di Gaza 165 camion carichi di aiuti. Intanto il segretario generale della Lega Araba, Amr Mussa, ha annunciato oggi che una riunione urgente dei ministri degli esteri arabi per esaminare gli sviluppi "legati al rifiuto di Israele di attuare la risoluzione 1860 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu" è stata convocata in Kuwait per venerdì. La risoluzione,
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