Live Crisi in Medio Oriente
Portava sorrisi e aiuti, uccisa la bimba influencer di Gaza
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Tutti gli aggiornamenti sulla situazione in Medio Oriente nel nostro live.
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Portava sorrisi e aiuti, uccisa la bimba influencer di Gaza
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Yaqeen Hammad è morta venerdì in un raid dell'esercito israeliano a Deir el Balah, nel centro di Gaza.

A 11 anni era la più giovane attivista della Striscia di Gaza, nota sui social per la determinazione con cui sorrideva e aiutava nonostante la guerra. Yaqeen Hammad è morta venerdì in un raid dell'esercito israeliano a Deir el Balah, nel centro di Gaza, allungando la lunga lista dei bambini palestinesi uccisi negli ultimi violenti attacchi. Yaqeen accompagnava spesso il fratello maggiore, Mohamed Hammad, operatore umanitario, nelle missioni umanitarie: insieme consegnavano cibo, vestiti e giocattoli alle famiglie sfollate, riporta il Palestine Chronicle.  Il suo sorriso raggiungeva decine di migliaia di persone in tutta la Striscia grazie ai video che postava su Instagram e nei quali la si vedeva distribuire aiuti o dare piccoli consigli di vita quotidiana sotto le bombe. Quegli stessi utenti oggi la ricordano e la piangono sui social: "Non ci sono più parole".

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Witkoff smentisce Hamas: "Nessun accordo accettato"
L'inviato della Casa Bianca: "C'è un accordo sul tavolo e Hamas dovrebbe accettarlo".

L'inviato della Casa Bianca Steve Witkoff ha smentito le affermazioni di Hamas secondo cui quest'ultima avrebbe accettato l'offerta di un accordo per il rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco a Gaza. "Quello che ho sentito finora da Hamas è stato deludente e del tutto inaccettabile", ha detto Witkoff al quotidiano israeliano Walla. E ha aggiunto che Israele ha accettato la sua proposta. Secondo l'inviato, la tregua "porterà a negoziati significativi verso un cessate il fuoco permanente". "Ho accettato di guidare i negoziati", ha sottolineato Witkoff, "c'è un accordo sul tavolo e Hamas dovrebbe accettarlo."

un giorno fa
"Hamas ha accettato proposta di tregua di Witkoff"
Lo riferisce il portale d'informazione israeliano Ynet.

Hamas ha accettato la proposta dell'inviato speciale del presidente degli Stati Uniti, Steve Witkoff, per un cessate il fuoco a Gaza. Lo riferisce il portale d'informazione israeliano Ynet. Una fonte palestinese vicina all'organizzazione terroristica ha dichiarato che la nuova proposta include il rilascio di 10 ostaggi e un cessate il fuoco di 70 giorni. E ha aggiunto che i negoziati proseguiranno durante la tregua per raggiungere un cessate il fuoco permanente basato sulle garanzie degli Stati Uniti.

2 giorni fa
Israele. l'esercito punta a prendere il 75% di Gaza in due mesi
I palestinesi saranno relegati in tre piccole zone. Ciò significa che i circa due milioni di abitanti di Gaza saranno spinti in un'area pari ad appena il 25% dell'enclave palestinese quando sarà lanciata l'operazione terrestre estesa.

Le forze armate israeliane (Idf) annunciano di puntare a conquistare il 75% di Gaza in due mesi, nell'ambito della nuova offensiva contro il movimento islamista Hamas al potere nella Striscia. I palestinesi saranno relegati in tre piccole zone. Ciò significa che i circa due milioni di abitanti di Gaza saranno spinti in un'area pari ad appena il 25% dell'enclave palestinese quando sarà lanciata l'operazione terrestre estesa. I piani dell'Idf sono stati visionati dal quotidiano in linea The Times of Israel. Attualmente, l'esercito controlla circa il 40% del territorio della Striscia.

2 giorni fa
L'autorità palestinese: "Dichiarata carestia nella Striscia"
Mohamed Mustafa ha accusato Israele di "crimini di guerra evidenti e continuati" con "la negazione deliberata di alimenti e aiuti, i bombardamenti incessanti e la distruzione di ogni possibilità di vita".

"Questo inferno" che vivono Gaza e la Cisgiordania "deve finire in maniera immediata e incondizionata. Abbiamo dichiarato ufficialmente la carestia a Gaza. La comunità internazionale deve agire con l'urgenza e la serietà che esige una dichiarazione di questa portata". Lo ha detto il primo ministro dell'Autorità nazionale palestinese, Mohamed Mustafa, intervenendo alla riunione di 20 ministri europei e arabi del gruppo Madrid+ nella capitale iberica. Mustafa ha accusato Israele di "crimini di guerra evidenti e continuati" con "la negazione deliberata di alimenti e aiuti, i bombardamenti incessanti e la distruzione di ogni possibilità di vita". E ha aggiunto che la situazione in Cisgiordania e Gerusalemme "è ugualmente grave".

2 giorni fa
Croce Rossa: "Uccisi due membri del nostro staff"
Ibrahim Eid e Ahmad Abu Hilal sono stati uccisi ieri in un attacco alla loro abitazione a Khan Younis, nella parte meridionale di Gaza.

Due membri dello staff del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) sono stati uccisi ieri in un attacco alla loro abitazione a Khan Younis, nella parte meridionale di Gaza. Lo indica lo stesso CICR sulla rete sociale X. "Siamo devastati dalla morte di due cari colleghi, Ibrahim Eid e Ahmad Abu Hilal. Oggi, ancora una volta, ribadiamo il nostro urgente appello al rispetto e alla protezione dei civili a Gaza", ha scritto l'organizzazione.

2 giorni fa
Gaza, 20 morti nei raid di Israele odierni
Lo indica l'ultimo bilancio dei servizi di soccorso palestinesi.

Sono almeno 20 le persone uccise questa mattina in attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza. Lo indica l'ultimo bilancio dei servizi di soccorso palestinesi, espressione di Hamas, citati dal Times of Israel. Le vittime, ricorda la fonte, sono concentrate soprattutto a Jabalia, Nuseuirat e Khan Yunis.

3 giorni fa
Gaza, Antonini: "Ormai impossibile la soluzione due popoli due Stati"
Ticinonews ha incontrato il giornalista, antropologo e storico Roberto Antonini per approfondire le discussioni intorno al ruolo internazionale della Svizzera, di fronte a quanto succede a Gaza.

"Il Consiglio Federale è accusato di indifferenza perché gli si chiede di avere una posizione più coerente con quella che è la missione della Svizzera, depositaria del diritto internazionale che è sistematicamente violato". Roberto Antonini, giornalista, antropologo e storico, riassume così le discussioni che stanno prendendo piede recentemente nella Confederazione. "Essere neutrali non vuol dire guardare altrove", ribadisce Antonini, "ma considerare il rispetto dei diritti umani senza guardare in faccia a nessuno. La Svizzera deve far rispettare questo diritto umanitario perché è la sua missione". Ticinonews ha approfondito la questione con il giornalista per capire meglio rivendicazioni e prospettive sul ruolo internazionale della Svizzera rispetto al massacro in corso a Gaza.

Un silenzio al servizio della neutralità?

Il silenzio della Confederazione può essere considerato come strategico, secondo alcuni. Ciò permetterebbe alla Svizzera di mantenere un ruolo di interlocutore neutro tra le due parti opposte. Secondo Antonini quest'interpretazione non è più percorribile: "è una corsa contro il tempo, questo silenzio fa sì che ci sia il perdurare di una serie di massacri, una carneficina, un vero sterminio in atto". "Sarà la Corte Internazionale a stabilire" la natura genocidiaria o meno dell'aggressione di Israele. Tuttavia, secondo Antonini "sostanzialmente è quello che sta succedendo, l'eliminazione di un popolo in quanto tale. Di fronte a questa situazione non si può più tergiversare". 

"Un massacro sistematico"

Qual è la specificità del conflitto scaturito dagli attacchi terroristici dell'8 ottobre? Secondo Antonini la peculiarità di ciò che succede a Gaza è che "non è una guerra. C'è un'aviazione, ma non c'è una contraerea. È un massacro sistematico di civili. Le vittime, i feriti sono bambini, donne e anziani, non ci sono miliziani tra i morti". A colpire è anche il tipo di regime di Israele: "notiamo un accanimento sorprendente da parte di uno stato che rivendica di essere democratico. Lasciare morire la gente di fame, di sete, o per mancanza di farmaci, le amputazioni senza anestesia sono mostruosità che non ci si aspetta da uno stato che vuol far parte del consesso internazionale". 

"Impossibile credere ancora nella soluzione due popoli, due stati"

L'opinione del giornalista è che non ci sia più spazio per la soluzione di "due popoli, due stati", a lungo cercata. Per Antonini "è troppo tardi" di fronte ad "una striscia di Gaza completamente distrutta. In Cisgiordania, che è grande una volta e mezza il Ticino, ci sono 3,5 milioni di persone con 700'000 coloni". L'unica soluzione consisterebbe "in uno stato unico per tutti, con sistemi di protezione delle minoranze, sulla scorta di quello che abbiamo in Svizzera. Ma mi rendo conto che sia una soluzione molto utopica". 

3 giorni fa
In migliaia manifestano per Gaza, scontri con la polizia
Screenshot @pal_action_swiss
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La manifestazione, che ha attirato diverse migliaia di persone nella Capitale, è sfociata in scontri tra la polizia e i presenti.

Diverse migliaia di persone hanno partecipato oggi a Berna a una manifestazione, non autorizzata, contro la guerra a Gaza. I dimostranti hanno condannato il "genocidio" nella Striscia ad opera dell'esercito israeliano. I manifestanti si sono dati appuntamento davanti alla stazione di Berna per poi avviarsi verso la città vecchia, passando davanti a Palazzo federale, stando a un giornalista di Keystone-ATS presente sul posto, scandendo slogan quali "Palestina libera" e "Svizzera non puoi nasconderti".

L'intervento di polizia sui manifestanti

Nel corso dello spostamento sono stati accesi fuochi d'artificio e fumogeni. All'altezza del ponte che porta al quartiere di Kirchenfeld, i partecipanti sono stati accolti dai lacrimogeni e dalla manganellate della polizia, con cui ci sono stati scontri, come si evince da una video postato sul sito web della RSI. Su X la Polizia Cantonale ha parlato di "aggressioni" rivolte agli agenti che hanno richiesto delle misure coercitive. A Keystone-ATS, le autorità cittadine hanno detto di non aver ricevuto alcuna richiesta per una manifestazione. I manifestanti chiedono anche la sospensione da parte della Svizzera di ogni contatto economico, militare e culturale, a livello accademico, con lo Stato di Israele.

3 giorni fa
Un urlo silenzioso. In migliaia a Bellinzona per Gaza. "Non possiamo più stare a guardare"
Migliaia di persone in piazza a Bellinzona hanno sfilato nel pomeriggio contro il massacro della popolazione palestinese a Gaza in manifestazione silenziosa e pacifica organizzata da un gruppo di cittadini. Intanto al fronte i bombardamenti continuano senza sosta.

Migliaia di persone, strette in un corteo silenzioso, hanno attraversato oggi le vie di Bellinzona. Un messaggio potente, che si è fatto spazio senza bisogno di slogan, né megafoni. Solo cartelli, sguardi e passi. Una manifestazione che parte dal basso, promossa da un gruppo di cittadini e cittadine comuni con la volontà di far sentire una voce collettiva, in un momento in cui - denuncia Mariasole Martini Giovannoli, una dei tanti organizzatori del corteo - a mancare è proprio il coraggio delle istituzioni. “Siamo stati spinti dal fatto che da ormai 20 mesi assistiamo al massacro della popolazione palestinese, che secondo noi – ma non solo – ha assunto delle dimensioni assolutamente inaccettabili”. Martini Giovannoli, sottolinea poi che persino un gruppo di esperti e di politici parlano di genocidio. “Le autorità, però, non fanno nulla e il silenzio della Svizzera ci addolora e ci indigna. Nemmeno i partiti si sono mossi, motivo per cui – come gruppo di normali cittadini – abbiamo deciso che non si può più stare ad assistere a un genocidio in diretta, sentendosi impotenti e non rappresentati dalle nostre istituzioni”. Dal piazzale della stazione fino a Piazza Governo, in silenzio. Ma con richieste molto chiare: tra queste il cessate il fuoco immediato, lo sblocco degli aiuti umanitari e la ripresa del finanziamento all'UNRWA.

"Un silenzio assordante"

Della Svizzera si dice che il suo silenzio è complice e assordante. Un silenzio rappresentato, appunto, anche nella giornata di oggi. “Il nostro silenzio - spiegano gli organizzatori - non è come quello delle autorità: il nostro è un lutto consapevole, non complice. È il silenzio di chi non vuole più restare a guardare”. Martini Giovannoli ha poi voluto precisare che “abbiamo voluto una manifestazione silenziosa anche perché in questo modo è il più inclusiva possibile”. Un momento di raccoglimento, ma anche di denuncia. “Non intendiamo un silenzio complice, ma di lutto per tutte le vittime che stanno morendo sotto le macerie e di fame in questi giorni. Si parla di 14mila bambini a rischio di morte per malnutrizione proprio in queste ore, mentre parliamo e manifestiamo”.

Questione antisemitismo

Il tema della manifestazione porta inevitabilmente con sé il tema della polarizzazione. Non mancano infatti le accuse di essere antisemita nei confronti di chiunque manifesti o faccia sentire la propria voce. “Penso che l’accusa di antisemitismo sia inconsistente per chi sta semplicemente criticando l’opera del governo israeliano, e lo dimostra il fatto che sia all’interno di Israele sia fuori dai suoi confini stanno aumentando le iniziative contro questa politica di Netanyahu, portate avanti da ebrei dissenzienti. Ci sono un sacco di personalità del mondo e della cultura ebraica che stanno prendendo posizione contro la politica attuale”.

4 giorni fa
Situazione a Gaza, "Il Municipio di Bellinzona non condanna?"
©Chiara Zocchetti
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La consigliera comunale Martina Minoletti (Unità di sinistra) chiede all'esecutivo cittadino di prendere posizione sulle azioni di Israele contro la popolazione civile della Striscia.

"Quali valutazioni fa il Municipio sulla possibilità di esprimere pubblicamente solidarietà alla popolazione civile palestinese attraverso una presa di posizione ufficiale?". È una delle domande poste nell'interpellanza di Martina Minoletti, consigliera comunale di Bellinzona per l'Unità di sinistra. Minoletti invita l'Esecutivo della Capitale a prendere esempio da Ginevra e Losanna.

L'iniziativa

Le due città romande "si sono pubblicamente espresse chiedendo un intervento chiaro e deciso del Consiglio federale di fronte alla drammatica, disumana e tragica situazione nella Striscia di Gaza, dove è in atto un genocidio e un blocco totale degli aiuti umanitari da parte del governo di Netanyahu. L’iniziativa lanciata da queste due città invita espressamente anche gli altri comuni svizzeri ad aderire a una dichiarazione di solidarietà e richiesta di azione, in nome della difesa del diritto internazionale umanitario e della protezione dei civili".

Le domande

Secondo la consigliera comunale, "il silenzio delle istituzioni non può essere considerato una posizione neutrale. I Comuni, anche quelli che non dispongono di potere esecutivo in materia internazionale, possono e devono esprimersi, in nome dei valori che li fondano". Per questi motivi, Minoletti chiede al Municipio se stia valutando una presa di posizione in "solidarietà alla popolazione civile palestinese", ma anche se non intenda domandare al Consiglio federale una condanna esplicita delle azioni di Israele e di sostenere iniziative simboliche e informative "come momenti di silenzio, illuminazioni del Municipio, eventi di sensibilizzazione" e l'"affissione bandiera della pace".

4 giorni fa
Lazzarini bacchetta la Svizzera: "Deplorevole che non chieda ripresa aiuti verso Gaza"
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Il diplomatico svizzero critica la Confederazione. "Ventiquattro Paesi hanno lanciato un appello a Israele, non so di cosa abbia bisogno la Svizzera per decidersi".

Il Commissario generale dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa), Philippe Lazzarini, ritiene "deplorevole" che la Confederazione "non si metta in prima linea" per chiedere l'immediata ripresa degli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza. Secondo Lazzarini, svizzero, Berna dovrebbe "assumere la guida" di iniziative in tal senso.

"Deplorevole"

Ventiquattro Paesi occidentali hanno lanciato lunedì un appello a Israele per l'immediata e completa ripresa della consegna di aiuti a Gaza, senza alcuna interferenza. "Non so di cos'altro abbia bisogno la Svizzera per decidersi", ha detto il Commissario generale dell'Unrwa in un'intervista a Le Temps. "È deplorevole che la Svizzera, un Paese con una tradizione umanitaria, ma che ospita anche una Ginevra umanitaria che attraversa una grave crisi, non prenda l'iniziativa. Penso che un Paese come il nostro dovrebbe assumere la guida in iniziative di questa natura", ha aggiunto. A suo avviso, il diritto internazionale umanitario è chiaro: qualsiasi spostamento forzato che risponda a un obiettivo politico o militare in una situazione come questa può costituire un crimine di guerra. È quindi assolutamente fuori questione che la comunità umanitaria si renda complice di un simile progetto.

Propaganda israeliana

Lazzarini si rammarica anche del fatto che alcuni politici svizzeri abbiano ceduto alla "campagna diffamatoria" del governo israeliano contro la sua organizzazione e l'Onu: "Hanno preso per oro colato le informazioni, anzi la propaganda, delle autorità israeliane", ha sottolineato. Il ginevrino ha deplorato inoltre "un atteggiamento politico, non solo nei confronti della nostra agenzia, ma anche dei bisogni dei rifugiati palestinesi". Interrogato mercoledì sul rinnovo dell'aiuto svizzero all'Unrwa, Lazzarini ha sottolineato che il contributo svizzero è stato dimezzato da 20 a 10 milioni di franchi, somma che, secondo il comunicato del Consiglio federale, è destinata al programma dell'agenzia in Giordania, Libano e Siria. "Data la situazione assolutamente disperata di Gaza, ci si potrebbe aspettare piuttosto un aumento del contributo per quel territorio", ha dichiarato, aggiungendo che "il denaro concesso dalla Svizzera è benvenuto, ma abbiamo disperatamente bisogno di molto di più".

5 giorni fa
A Gaza vengono consegnati farina e cibo ai residenti
Lo riferisce "Haaretz".

Il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) ha reso noto che gli aiuti umanitari vengono distribuiti alla popolazione di Gaza. Lo riferisce "Haaretz". Secondo gli operatori sono stati consegnati ai residenti farina, cibo per bambini e attrezzature mediche. Una parte dei prodotti è stata consegnata a un ospedale da campo.

5 giorni fa
Berna non firma una dichiarazione internazionale per gli aiuti a Gaza
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La Svizzera condivide gran parte del contenuto del documento, che viene però ritenuto "tropo impreciso" per quanto riguarda il cosiddetto nuovo modello per la fornitura di aiuti.

La Svizzera non ha firmato una dichiarazione internazionale a favore dell'approvazione immediata di aiuti umanitari a Gaza, devastata dalla guerra. Secondo la Confederazione, alcune parti della dichiarazione erano "troppo imprecise". Tuttavia, Berna ha richiamato l'attenzione delle autorità israeliane sulle loro responsabilità. Oltre 20 Paesi hanno firmato la dichiarazione su iniziativa del Regno Unito, hanno riferito oggi i quotidiani di Tamedia. La Svizzera condivide gran parte del contenuto di questa dichiarazione. Tuttavia, per quanto riguarda il cosiddetto nuovo modello per la fornitura di aiuti a Gaza, la dichiarazione era "troppo imprecisa", ha indicato oggi il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) all'agenzia Keystone-ATS.

Mancanza di informazioni

L'ambasciata svizzera a Tel Aviv non ha ricevuto alcuna informazione concreta dalle autorità israeliane nonostante le numerose richieste su questo modello. Senza queste informazioni, non è attualmente possibile commentare questo punto della dichiarazione. Secondo il nuovo modello, i soccorsi saranno distribuiti solo in alcune zone di Gaza controllate dall'esercito israeliano. Ciò è stato criticato dalle Nazioni Unite. Gli Stati firmatari vedono un pericolo per la popolazione e per il ruolo e l'indipendenza dell'ONU e hanno quindi richiesto un numero significativamente maggiore di aiuti a Gaza. La Svizzera ritiene inoltre che le agenzie ONU presenti a Gaza debbano poter svolgere il loro lavoro liberamente e senza ostacoli, ha aggiunto il DFAE. Israele è obbligato a rispettare il diritto internazionale umanitario. I servizi di Ignazio Cassis hanno fatto riferimento alle Convenzioni di Ginevra. Secondo il DFAE, questa settimana l'ambasciata di Tel Aviv ha comunicato chiaramente tale posizione alle autorità israeliane.

6 giorni fa
Attivisti di destra tentano di fermare i camion di aiuti per Gaza
Lo riporta il "Times of Israel".

Attivisti delle organizzazioni di destra Tzav 9 e Israeli Reservists-Generation of Victory hanno tentato di impedire ai camion degli aiuti umanitari di raggiungere Gaza, ostruendo la strada che conduce al valico merci di Kerem Shalom, all'estremità meridionale della Striscia. Lo riporta il "Times of Israel". Tzav 9, che si oppone alla fornitura di aiuti a Gaza finché Hamas continuerà a tenere in ostaggio gli israeliani, diffonde filmati di attivisti che camminano lentamente davanti ai camion per impedirne l'avanzata e di almeno un attivista che viene arrestato. La polizia afferma che un manifestante è stato arrestato per aver tentato di bloccare la strada e un altro per non aver ascoltato le istruzioni della polizia e aver ostacolato gli agenti nello svolgimento del loro dovere.

6 giorni fa
Da Berna 20 milioni per la popolazione palestinese e per l’UNRWA in Giordania, Libano e Siria
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Un contributo di 9 milioni di franchi a quattro organizzazioni umanitarie che operano a favore della popolazione palestinese colpita dal conflitto nel Territorio palestinese occupato (TPO) è stato deciso oggi dal Consiglio federale. Altri 10 milioni di franchi saranno invece destinati all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente (UNRWA) per il suo programma in Giordania, Libano e Siria. Infine, 1 milione di franchi servirà ad attuare le raccomandazioni formulate nel rapporto Colonna per rafforzare l’imparzialità dell’agenzia.

Il Consiglio federale ha deciso di concedere un contributo di 9 milioni di franchi a quattro organizzazioni umanitarie che operano a favore della popolazione civile del TPO (Territorio palestinese occupato, ndr.) colpita dal conflitto. Questo contributo sarà ripartito tra il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF), il Programma alimentare mondiale (PAM), l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e la Croce Rossa Svizzera / Mezzaluna Rossa Palestinese per le loro attività nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. Il budget umanitario totale per il TPO nel 2025 ammonta attualmente a 21 milioni di franchi. Ai 9 milioni di franchi concessi oggi si aggiungono i 12 milioni di franchi già stanziati quest’anno per le organizzazioni umanitarie partner della Svizzera, tra cui il PAM, il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) e alcune organizzazioni non governative (ONG) svizzere.

Sostegno ai progetti dell’UNRWA

In termini di sanità, istruzione e protezione della popolazione civile, i progetti dell’UNRWA svolgono un ruolo centrale per i 3,5 milioni di profughi palestinesi in Giordania, Libano e Siria. I 10 milioni di franchi per il 2025 proposti dal Consiglio federale sono destinati specificamente a sostenere le attività dell’UNRWA in questi tre Paesi. Il Consiglio federale ritiene inoltre necessario migliorare la governance dell’UNRWA e, in particolare, rafforzare la sua imparzialità. Per questo ha deciso di stanziare 1 milione di franchi per attuare le raccomandazioni del rapporto Colonna: un sostegno che andrà ad aggiungersi a quello di molti altri donatori. Commissionato dal segretario generale delle Nazioni Unite e pubblicato il 22 aprile 2024, il rapporto dell’ex ministra degli esteri francese Catherine Colonna contiene 50 raccomandazioni, che l’UNRWA si è impegnata ad attuare integralmente. Come deciso dal Parlamento nel dicembre del 2024, qualsiasi contributo a favore dell’UNRWA richiede la consultazione delle Commissioni della politica estera dell’Assemblea federale. Il pacchetto totale di 11 milioni di franchi per l’UNRWA sarà presentato prossimamente a tali commissioni.

Appello per il ripristino del cessate il fuoco e di un accesso umanitario senza ostacoli

Il Consiglio federale esprime la sua profonda preoccupazione per la tragedia umanitaria in corso nella Striscia di Gaza, aggravata dalla persistente assenza di un accesso umanitario. Israele è tenuto a rispettare gli obblighi in materia di diritto internazionale umanitario che gli incombono in quanto potenza occupante. In particolare, deve applicare le Convenzioni di Ginevra, che sanciscono l’obbligo di approvvigionare la popolazione e di garantire un accesso rapido e senza ostacoli all’assistenza umanitaria per tutte le persone bisognose, in modo imparziale e senza discriminazioni. Il Consiglio federale chiede l’accesso umanitario immediato e senza ostacoli alla Striscia di Gaza, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi e il ripristino del cessate il fuoco. Riafferma inoltre la necessità che tutte le parti in conflitto rispettino in modo rigoroso il diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario.

7 giorni fa
Trump frustrato, vuole che Netanyahu concluda guerra Gaza
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Secondo il sito Axios, il presidente Usa sta esercitando pressioni sul leader di Israele tramite i suoi collaboratori.

Donald Trump è frustrato dalla guerra a Gaza e sconvolto dalle immagini della sofferenza dei bambini palestinesi. Lo riporta il sito statunitense di notizie politiche Axios citando alcune fonti della Casa Bianca, secondo le quali il presidente americano ha incaricato i suoi collaboratori di riferire al premier israeliano Benjamin Netanyahu che vuole che concluda la guerra nella Striscia.

Fossato tra Trump e Netanyahu

"Il presidente è frustrato da quanto sta accadendo a Gaza. Vuole che la guerra finisca, vuole che gli ostaggi tornino a casa e vuole che inizi la ricostruzione", ha detto un funzionario della Casa Bianca. Pur negando che Trump è pronto ad abbandonare Israele e che sta esercitando una forte pressione di Netanyhu, le fonti della Casa Bianca sentite da Axios riferiscono di differenze sempre più ampie fra il presidente americano che vuole vedere la guerra finire e il premier israeliano che sta ampliando il conflitto.

8 giorni fa
Cinque tir ONU con aiuti umanitari sono entrati a Gaza
Domenica sera il premier Benyamin Netanyahu ha deciso la ripresa della distribuzione aggirando la votazione dei ministri che l'avrebbero bocciata.

L'IDF ha annunciato che cinque camion delle Nazioni Unite carichi di aiuti umanitari e cibo per bambini sono entrati nella Striscia di Gaza "dopo un accurato controllo di sicurezza" da parte del personale della Land Crossings Authority presso il Ministero della Difesa.

Un momento importante

È la prima volta che gli aiuti umanitari riprendono ad arrivare a Gaza dopo la chiusura dei valichi imposta da Israele il 2 marzo scorso. Domenica sera il premier Benyamin Netanyahu ha deciso la ripresa della distribuzione aggirando la votazione dei ministri che l'avrebbero bocciata.

9 giorni fa
L'esercito israeliano: "Iniziata l'offensiva di terra a Gaza"
Un portavoce dell'Idf ha dichiarato che la scorsa settimana l'aeronautica militare ha lanciato un attacco di apertura dell'operazione Carri di Gedeone, durante il quale ha colpito più di 670 obiettivi di Hamas.

Le forze di terra dell'esercito israeliano (Idf) hanno iniziato l'operazione "Carri di Gedeone" in diverse aree della Striscia di Gaza. Lo riferiscono le forze armate. Un portavoce dell'Idf ha dichiarato che la scorsa settimana l'aeronautica militare ha lanciato un attacco di apertura dell'operazione Carri di Gedeone, durante il quale ha colpito più di 670 obiettivi di Hamas per interrompere i preparativi al combattimento e con l'obiettivo di supportare le operazioni di terra. Tra gli obiettivi attaccati c'erano depositi di armi, terroristi, una tratta sotterranea e siti di lancio di missili anticarro. Le truppe hanno eliminato decine di terroristi e sono ora dispiegate in punti chiave dentro la Striscia.

9 giorni fa
Governo Israele discute oggi su consegna di cibo a Gaza
Il governo discuterà le opzioni per impedire che la Striscia si trovi a fronteggiare una situazione di carestia.

Il gabinetto politico e di sicurezza di Israele discuterà oggi la possibilità di far arrivare cibo a Gaza in seguito alla pressione esercitata dagli Usa. Secondo fonti vicine alla questione, il governo discuterà le opzioni per impedire che la Striscia di Gaza si trovi a fronteggiare una situazione di carestia. Lo riferisce il notiziario della tv pubblica Kan.

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