
Tassare gli extra-profitti realizzati dalle aziende monopoliste di cibo ed energia e cancellare le rate di debito 2022 e 2023 per i Paesi a basso e medio reddito potrebbe consentire di azzerare la fame nel mondo in 10 anni: a sostenerlo è Oxfam, che lancia un appello in questo senso al G7. “Mentre i grandi monopolisti dei settori alimentari ed energetico, con la crisi dei prezzi, realizzano migliaia di dollari di profitti al secondo, molti Paesi in via di sviluppo sono a rischio default - afferma la ong in una nota -. Nel 2021, il debito estero per i Paesi a basso reddito rappresentava il 171% della spesa complessiva per la sanità, l’istruzione e la protezione sociale”.
“Si potrebbe azzerare la fame in 10 anni”
A suo giudizio, tassando il 90% dei profitti in eccesso realizzati durante la pandemia dalle più grandi società nei paesi del G7, si potrebbe azzerare la fame in 10 anni. Inoltre, le grandi multinazionali “dovrebbero porre rimedio al grande fallimento di non essere riusciti a vaccinare almeno il 70% della popolazione in ogni parte del mondo entro metà 2022, come promesso un anno fa”.
L’aumento dei tassi d’interessa alimenta la crisi
“L’aumento dei tassi di interesse nelle nazioni ricche - sostiene ancora Oxfam - sta alimentando allo stesso tempo la crisi globale del debito, con molti Paesi che non riescono più a farvi fronte e sono in questo momento a rischio default. Nel 2022 il costo del servizio del debito per i paesi più poveri del mondo è stimato in 43 miliardi di dollari, mentre nel 2021, il debito estero per i paesi a basso reddito rappresentava il 171% della spesa complessiva per la sanità, l’istruzione e la protezione sociale. Per evitare la catastrofe - conclude -, è dunque fondamentale la cancellazione immediata dei pagamenti del debito a carico dei Paesi a basso e medio reddito nel 2022 e 2023.”
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