Estero
“Facebook sapeva quanto fosse dannoso”
Daniele Coroneo
4 anni fa
In audizione al Senato Usa, l’ex dipendente del social Frances Haugen accusa l’azienda di favorire i contenuti divisivi per aumentare i profitti. Zuckerberg: “Accuse che non hanno senso”

“Sono qui perché credo che Facebook danneggi i bambini, alimenti divisioni e indebolisca la democrazia”. Sono gravi le accuse di Frances Haugen, ex ingegnera del gigante di Menlo Park, udita dalla Commissione del commercio del Senato statunitense. Haugen cita in particolare rapporti interni all’azienda, a suo dire coperti dal massimo riserbo, che mostrano come Facebook sia a conoscenza dell’impatto negativo su psiche e società dei social da lei controllati. Fra questi pure Instagram, reo fra le altre cose di instillare nelle ragazze dubbi profondi sull’adeguatezza del loro aspetto fisico.

“Crescita a ogni costo”
“La leadership della compagnia sa come rendere Facebook e Instagram più sicuri, ma non vuole fare i necessari cambiamenti perché ha messo i suoi astronomici profitti davanti alla gente, scegliendo di crescere a ogni costo”, ha commentato Haugen.

Zuckerberg respinge le accuse
Le accuse di Haugen, in particolare quelle riferite all’esistenza di rapporti ignorati dell’azienda sui suoi effetti su democrazia e psiche, fanno male alla reputazione di Facebook, già messa a dura prova dalla panne di lunedì sera. In una nota ai dipendenti, Mark Zuckerberg ha difeso l’impresa, bollando le affermazioni di Frances Haugen come insinuazioni che “non hanno alcun senso”.

“L’argomentazione che deliberatamente spingiamo per il profitto contenuti che rendono le persone arrabbiate è profondamente illogica”, ha precisato il capo dell’azienda e terzo uomo più ricco d’America. “Facciamo soldi con le inserzioni - spiega - e gli inserzionisti continuamente ci dicono che non vogliono che i loro annunci siano vicino a contenuti dannosi o furiosi. Non conosco alcuna azienda tech che vuole realizzare prodotti che rendono le persone arrabbiate o depresse. Morale, business e incentivi sui prodotti puntano tutti nella direzione opposta”.

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