Estero
Embargo sul petrolio, “difficile trovare un’intesa”
Lara Sargenti
2 anni fa
I 27 non sono ancora riusciti a trovare un accordo sull’embargo al petrolio russo. Il giornalista Pisanò: “Se non c’è unanimità, è difficile prevedere delle sanzioni. L’unico modo sarebbe quello di cambiare il sistema”

Ennesima fumata nera a Bruxelles. I 27 non sono ancora riusciti a trovare un accordo sull’embargo al petrolio russo. Il principale motivo è legato all’opposizione dell’Ungheria, che è totalmente dipendente dal greggio di Mosca ed è priva di accesso al mare. La Commissione Europea aveva quindi proposto un regime particolare per Budapest, concedendole un’esenzione all’embargo fino al 2024. Lo stallo, però, non è stato superato né al livello del Coreper (i rappresentanti permanenti dei 27 presso l’Ue), né al passaggio successivo, quello dei ministri degli Esteri. Se finora il sistema europeo si era mostrato unito, il mancato accordo mostra tutta la sua fragilità. Si riuscirà mai a trovare un’intesa? I colleghi di Radio 3i lo hanno chiesto ad Alessio Pisanò, giornalista freelance a Bruxelles.

Non si possono bypassare le regole
“Le regole parlano chiaro”, sottolinea Pisanò. “Per approvare delle sanzioni a livello europeo serve l’unanimità e in questo caso non c’è. L’Ungheria dipende al 100% dal petrolio russo e il paese non è intenzionato a privarsene. Anche la Slovacchia è fortemente dipendente dal greggio di Mosca. È dunque difficile prevedere delle sanzioni a questo giro, a meno che non si riesca a compensare il fabbisogno interno di questi paesi in altro modo”.

Il problema del diritto di veto
L’opposizione, come detto, non viene solo dall’Ungheria, ma anche da Slovacchia e Bulgaria. Può essere interpretato come un segnale politico all’Unione Europea? “Il problema è sempre lo stesso”, prosegue Pisanò. “Il diritto di veto rende ogni decisione del Consiglio europeo farraginoso, lungo, complicato, difficile e quasi impossibile. La responsabilità ricade poi sempre su Bruxelles, che viene accusata di non fare abbastanza o non quello che ci si aspetta”.

Verso un nuovo sistema?
In questo senso per Pisanò è interessante tenere presente uno dei risultati scaturiti dalla Conferenza sul futuro dell’Europa, che si è conclusa lo scorso 9 maggio. “È stato proposto di andare oltre il diritto di veto dei paesi membri per determinate materie. Si tratterebbe di introdurre una maggioranza qualificata che permetterebbe, in determinate situazioni, di andare avanti anche senza un accordo di tutti i paesi membri. Non è ovviamente qualcosa che possa essere fatto nell’immediato. E le sanzioni, se si vuole che abbiano un effetto deterrente nei confronti di Mosca, devono essere attuate il prima possibile”.

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