Estero
Eichmann e la Soluzione Finale, spuntano gli audio
Eichmann nel processo in Israele.
Eichmann nel processo in Israele.
Keystone-ats
2 anni fa
In un documentario che sarà presentato in un festival del film di Tel Aviv compaiono delle interviste audio rilasciate da Adolf Eichmann a un giornalista olandese nazista

Ciò che Adolf Eichmann non confessò nel processo a suo carico a Gerusalemme nel 1961, lo aveva rivelato anni prima ad un giornalista olandese nazista in una lunga intervista.

Quelle registrazioni - di cui si sapeva l’esistenza ma a lungo ritenute perse - sono rimaste sepolte per molto tempo in un archivio tedesco e non sono venute fuori durante il processo in Israele, quando la pubblica accusa, Gideon Hausner, non poté riprodurle in tribunale.

Documentario trasmesso a Tel Aviv
Ora invece è possibile ascoltare la viva voce dell’architetto della Soluzione Finale nel film-documentario ‘Le Confessioni del Diavolo: le ultime registrazioni di Eichmann’ di Yariv Mozer che aprirà il ‘Docaviv International Documentary Film Festival’ a Tel Aviv.

“Sarei contento se li avessimo messi tutti a morte”
“Se avessimo messo a morte” tutti “i 10,3 milioni di ebrei, sarei contento e direi: ‘Bene, abbiamo distrutto il nemico’”, confessa Eichmann al giornalista Wilhelm Sassen durante una serie di incontri avvenuti nel 1957 in Argentina. “È una cosa difficile da dire e so che sarò giudicato per questo, ma questa è la verità”, spiega compiaciuto aggiungendo numeri, informazioni sulla macchina da morte nazista, dichiarazioni antisemite e orgoglio da Terzo Reich.

15 ore su 70 di registrazione
Del resto si sentiva al sicuro: era sgusciato con la fuga dalle maglie del Processo di Norimberga, era scappato in Argentina dove nessuno - pensava - l’avrebbe cercato e quel giornalista era stato un membro delle Waffen-SS, anche lui rifugiatosi nel paese sudamericano. Delle lunghe conversazioni con Eichmann - svoltesi a casa Sassen a volte alla presenza di altri - il giornalista registrò 70 ore, ma solo 15 sono state reperite nell’archivio che dal 1990 è aperto solo agli studiosi con l’obbligo di ascolto sul posto.

Eichmann chiese di esibire gli audio in aula
Mozer, per la prima volta, è riuscito invece ad ottenere il permesso di farne ascoltare pezzi al grande pubblico. ‘Life Magazine’ - come ricorda Haaretz - aveva parlato di parte di quelle registrazioni e Hausner ne aveva la trascrizione ma al processo a Gerusalemme Eichmann sostenne che nelle interviste a Sassen era stato frainteso e chiese di esibire gli originali in aula. Cosa che la pubblica accusa non poté fare anche se questo non salvò Eichmann, travolto dalla mole di altre prove e testimonianze contro di lui che lo portarono al patibolo in Israele. “Eichmann - ha spiegato Mozer ad Haaretz - ripeté varie volte durante il processo di non sapere dello sterminio degli ebrei, ma le registrazioni mostrano senza dubbio che ne è stato artefice”.

Non solo la “banalità del male”
Se Hausner avesse avuto quelle registrazioni - ha proseguito Mozer - avrebbe potuto smontare la linea della difesa che Eichmann secondo cui aveva obbedito solo a degli ordini. E “lo avrebbe fatto facilmente” perchè - ha spiegato il regista - le registrazioni “provano che non era solo una espressione della ‘Banalità del male’ come affermò Hanna Arendt, ma un attivo partner di una ideologia alle fondamenta dello sterminio degli ebrei”.

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