
“I militari si sono accordati per un cessate il fuoco dalle 9 alle 21”. Ad annunciare un nuovo stop per permettere l’apertura di corridoi umanitari è stata la vice prima ministra ucraina, Irina Vereschuk.
Vie di fuga
Vie di fughe concentrate principalmente nell’est del paese, con l’eccezione di cittadine alla periferia ovest di Kiev, fra cui Irpin, Borodyanka e Gostomel. “Ieri siamo riusciti ad organizzare i corridoi – ha detto poche ore dopo il presidente Zelensky. Da Sumy a Poltava 1600 studenti e 3500 residenti sono stati soccorsi. L’evacuazione dalle città e dai paesi della regione di Kiev continua. Più di 18mila persone sono riuscite a lasciare Dymer, Vorzel e Irpin”.
Appello alla comunità internazionale
Un bilancio tratteggiato poco dopo il rinnovato appello rivolto alla comunità internazionale, di chiudere lo spazio aereo sopra l’Ucraina. A ribadire un concetto cruciale per il presidente ucraino ci ha pensato anche la Kiev Classic Orchestra che ha tenuto un concerto in Piazza Maidan, ripreso dall’ufficio presidenziale con il titolo “Free sky”. Quando le armi si fermano si rinvigorisce la propaganda da entrambe le parti. E così in una colonna di veicoli militari russi diretti verso la capitale spuntano su camion e carri le bandiere dell’Unione sovietica, verso cui un cameraman del Ministero della difesa russo indugia lungamente. Ma in questo 14esimo giorno dallo scoppio della guerra in Ucraina, i riflettori sono puntati soprattutto sulla centrale nucleare di Chernobyl. Già ieri sera in una presa di posizione, il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia nucleare, Rafael Mariano Grossi, aveva indicato come la situazione fosse fonte di preoccupazione e come le comunicazioni con la centrale si limitassero ad e-mail.
Chernobyl a rischio?
Nel pomeriggio l’agenzia nazionale Ukrenergo ha pubblicato sui social un video: “Da oggi a causa dei combattimenti, la centrale nucleare di Chernobyl è disconnessa dalla rete elettrica. L’impianto era alimentato da una sola linea, le altre due erano state tagliate a causa dei bombardamenti della federazione russa”. La compagnia ha chiesto che dei tecnici possano ripristinare il collegamento, mentre dei generatori diesel d’emergenza si sono attivati. La loro autonomia è di 48 ore. E prontamente sono arrivate le annotazioni russe per il tramite della portavoce del ministero degli affari esteri della federazione che ha affermato che il controllo sull’impianto è esercitato dei soldati russi e dal personale tecnico ucraino. Qualsiasi voce circa un aumento delle radiazioni – è stato aggiunto – non è vera. Dobbiamo preoccuparci? Sebbene la situazione sia in aperta violazione dei pilastri sulla sicurezza, in un tweet l’Agenzia internazionale per l’energia nucleare(Aiea) ha voluto rassicurare che l’attuale assenza di corrente elettrica destinata al raffreddamento del combustile non sta avendo un impatto critico sulla sicurezza.
Attesi i colloqui
Domani ad Antalya in Turchia, si terrà l’incontro fra il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kulebava e l’omologo russo Sergei Lavrov. Alla vigilia, le prospettive di pace sono ridotte al lumicino.
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