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È morto Giorgio Armani
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La notizia ha colto di sorpresa, perché Armani ha lavorato fino all’ultimo giorno.

Lo stilista Giorgio Armani si è spento oggi all’età di 91 anni, compiuti lo scorso 11 luglio. Accanto a lui c’erano i familiari e Leo Dell’Orco, il compagno degli ultimi vent’anni. Lo comunica il gruppo con una nota. "Con infinito cordoglio, il gruppo Armani annuncia la scomparsa del suo ideatore, fondatore e instancabile motore: Giorgio Armani. Il Signor Armani, come è sempre stato chiamato con rispetto e ammirazione da dipendenti e collaboratori, si è spento serenamente, circondato dai suoi cari. Infaticabile, ha lavorato fino agli ultimi giorni, dedicandosi all'azienda, alle collezioni, ai diversi e sempre nuovi progetti in essere e in divenire", si legge nel comunicato. La camera ardente sarà allestita a partire da sabato 6 settembre e sarà visitabile fino a domenica 7 settembre, dalle ore 09.00 alle ore 18.00, a Milano, in via Bergognone 59, presso l'Armani/Teatro. Per espressa volontà del signor Armani, i funerali si svolgeranno in forma privata, viene spiegato.

Solo pochi giorni fa aveva annunciato l’acquisto de La Capannina, definendolo un gesto "affettivo, un ritorno alle origini": proprio lì, negli anni Sessanta, aveva incontrato Sergio Galeotti, diventato poi suo compagno di vita e di lavoro. Non solo: aveva anche voluto visionare e approvare personalmente i look della collezione celebrativa dei 50 anni, che sfilerà alla prossima fashion week di settembre. "Negli anni, Giorgio Armani ha creato una visione che dalla moda si è estesa a ogni aspetto del vivere, anticipando i tempi con straordinaria lucidità e concretezza. Lo ha guidato un'inesauribile curiosità, l'attenzione per il presente e le persone. In questo percorso - viene affermato - ha creato un dialogo aperto con il pubblico, diventando una figura amata e rispettata per la capacità di comunicare con tutti. Sempre attento alle esigenze della comunità, si è impegnato su molti fronti, soprattutto verso la sua amata Milano". 

Infezione polmonare

Poche settimane prima del 91° compleanno, un’infezione polmonare aveva costretto Armani al ricovero e poi alla convalescenza nella sua casa di via Borgonuovo, a Milano. Per questo – fatto rarissimo – non aveva presenziato alla sfilata di giugno, pur rassicurando tutti: "Sto bene". Già l’anno precedente, dopo un ricovero, era tornato in passerella appena dimesso per salutare il pubblico. Quest’estate, invece, dopo la malattia erano arrivate settimane serene: il compleanno celebrato da auguri da tutto il mondo, l’acquisto della Capannina e soprattutto il ritorno al suo lavoro sugli abiti.

La biografia

Giorgio Armani era nato a Piacenza l’11 luglio 1934, ultimo di tre figli. Il più piccolo e il più amato, cresciuto sotto lo sguardo affettuoso della madre Maria, da cui ereditò classe e gusto raffinato. Dopo la guerra la famiglia si trasferì a Milano, affrontando con dignità un periodo non semplice. Qui frequentò il liceo e poi si iscrisse a Medicina, attratto – come raccontava – dall’idea di “occuparsi dei corpi”. Una scelta che, pur presto abbandonata, avrebbe influenzato la sua carriera: la conoscenza dell’anatomia gli permise infatti di capire meglio di altri come vestire i corpi reali, come amava sottolineare. Dopo tre anni di università e il servizio militare, lasciò le aule della Statale e nel 1957 iniziò a lavorare alla Rinascente. La moda era già entrata in famiglia con la sorella Rosanna, modella. Lui cominciò dalle vetrine, dove si distinse per eleganza e originalità. Nel 1964 fu Nino Cerruti a notare quelle scenografie sofisticate e ad affidargli una linea di abbigliamento: la carriera era ormai avviata. La moda divenne la sua vita. Nel 1963 aveva conosciuto Sergio Galeotti, con cui formò una coppia indissolubile: il manager e il creativo. Insieme tracciarono la strada che avrebbe portato Armani a diventare un’icona mondiale dello stile.

L'azienda

La Giorgio Armani è una azienda con cinquant'anni di storia, cresciuta con emozione e con pazienza. Giorgio Armani ha sempre fatto dell'indipendenza, di pensiero e azione, il proprio segno distintivo. L'azienda è il riflesso, oggi e sempre, di questo sentire. La famiglia e i dipendenti porteranno avanti il Gruppo nel rispetto e nella continuità di questi valori. "In questa azienda ci siamo sempre sentiti parte di una famiglia. Oggi, con profonda commozione, sentiamo il vuoto che lascia chi questa famiglia l'ha fondata e fatta crescere con visione, passione e dedizione. Ma è proprio nel suo spirito che insieme, noi dipendenti e i familiari che sempre hanno lavorato al fianco del signor Armani, ci impegniamo a proteggere ciò che ha costruito e a portare avanti la sua azienda nella sua memoria, con rispetto, responsabilità e amore."