
Durante la quarta votazione della giornata, con fumata bianca alle 18:07 di giovedì, il conclave ha eletto un nuovo papa.
"Michelle ed io porgiamo le nostre congratulazioni a un nostro concittadino di Chicago, Sua Santità Papa Leone XIV. Questo è un giorno storico per gli Stati Uniti e pregheremo per lui mentre inizia il sacro compito di guidare la Chiesa cattolica e di dare l'esempio a così tante persone, a prescindere dalla fede". Lo scrive su X l'ex presidente americano Barack Obama.
"Mi congratulo con il Cardinale Robert Prevost, neoeletto Papa Leone XIV, per aver assunto questa sacra ed epocale responsabilità, il primo Papa americano. Le invio i miei più calorosi auguri dalla Città Santa di Gerusalemme", ha dichiarato il presidente di Israele Isaac Herzog. "Siamo ansiosi di migliorare le relazioni tra Israele e la Santa Sede e di rafforzare l'amicizia tra ebrei e cristiani in Terra Santa e nel mondo. Possa il suo pontificato costruire ponti e comprensione tra tutte le fedi e i popoli. Che si possa assistere all'immediato e sicuro ritorno degli ostaggi ancora detenuti a Gaza e a una nuova era di pace". Anche il premier israeliano Benyamin Netanyahu si è congratulato con Papa Leone XIV e con la "comunità cattolica mondiale" per l'elezione del nuovo pontefice. "Auguro al primo Papa degli Stati Uniti successo nel promuovere la speranza e la riconciliazione tra tutte le fedi", ha scritto Netanyahu in un post su X dall'ufficio del primo ministro.
"Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam!". Dopo l'annuncio del cardinale Dominique Mamberti dalla Loggia delle benedizioni a Piazza San Pietro è iniziato il pontificato di Leone XIV, il primo papa statunitense, Robert Francis Prevost. A lui aspettano giorni di impegni scadenzati, oltre agli eventuali fuori programma a cui aveva abituato Bergoglio. Come è tradizione domani mattina è previsto il saluto ai cardinali nella Cappella Sistina, mentre non è escluso che tra i primi impegni pubblici ci possa essere un saluto agli operatori della comunicazione che hanno lavorato in questi giorni sul conclave, come fatto da Papa Francesco il 16 marzo 2013 nell'aula Paolo VI. Come è anche tradizione che domenica tenga la preghiera dell'Angelus in piazza San Pietro, anche se prima dell'insediamento.
In un tempo breve verrà poi fissata la messa di inizio pontificato, che di norma si svolge nell'arco di una settimana dall'elezione, anche per permettere ai capi di Stato e di governo di tornare a Roma, dove sono arrivati numerosi per le esequie di Francesco. La messa solenne in piazza San Pietro sarà il giorno dell'abbraccio al nuovo Papa da parte dei fedeli e del mondo. Questo è anche il momento del discorso "programmatico" perché è il tempo in cui effettivamente comincia il ministero petrino. Indosserà pallio e anello del pescatore e con questi simboli prenderà il via il pontificato. È una celebrazione che fino a qualche decennio fa richiamava simboli regali e si chiamava messa di "intronizzazione" o "incoronazione". Ma che con la modernizzazione della Chiesa è oramai la messa di insediamento. Come accaduto per i funerali di Papa Francesco, sono attese migliaia di persone e decine di delegazioni ufficiali, sia degli Stati che rappresentanze delle altre religioni. È una delle messe più importanti nella storia dei pontefici ma è da verificare se Prevost manterrà le semplificazioni che Bergoglio aveva apportato anche nella liturgia. È da attendersi infine, in occasione della messa, il primo giro in papamobile del nuovo pontefice per quel saluto più informale alla sua gente. Ma sullo sfondo c'è anche il Giubileo, che riprenderà con rinnovato slancio con il nuovo Papa, continuando gli appuntamenti già scadenzati.
La presidente peruviana Dina Boluarte, citata da AFP, ha salutato l'elezione del nuovo papa Leone XIV come "storica per il Perù". Boluarte ha poi ricordato, secondo EFE, che Robert Prevost ha ottenuto la nazionalità peruviana "come espressione del suo profondo amore" per il paese sudamericano. "È diventato cittadino peruviano nel 2015, a dimostrazione del suo profondo amore per il Perù, un paese in cui ha dedicato gran parte della sua vita religiosa al servizio dei più umili. Nelle nostre terre ha seminato speranza, ha camminato accanto ai più bisognosi e ha condiviso le gioie del nostro popolo", ha affermato la presidente peruviana.
Rita Famos, presidente della Chiesa evangelica riformata svizzera (EKS), ha riconosciuto l'apertura mentale del nuovo Papa Leone XIV. Gli ha augurato "la benedizione di Dio, la saggezza, la presenza di spirito e la libertà interiore di raccogliere costantemente le sfide del Vangelo". Il percorso di Robert Francis Prevost come agostiniano, i suoi molti anni di servizio in America Latina e la sua esperienza nella Chiesa globale gli conferiscono una ampiezza impressionante. Il suo motto episcopale "In Illo uno unum" ("Nell'unico Cristo siamo uno") è una visione teologica profonda che anche i riformati condividono. Questa visione significa unità in Cristo come fonte di riconciliazione e responsabilità condivisa in un mondo diviso. Famos ha anche ricordato la scelta del nome in successione a Leone XIII, che ha fondato la moderna dottrina sociale cattolica. Il legame tra profondità spirituale e giustizia sociale è un'eredità duratura e un ponte importante per l'ecumenismo. Famos ha espresso la speranza che Leone XIV continui il cammino sinodale con apertura e coraggio e prenda sul serio le voci dei fedeli. Le sue prime parole da Papa sono state sulla pace. Nel suo discorso ho messo al centro l'amore incondizionato di Dio, questo è toccante ed è un segnale forte, ha detto.
Domani il nuovo Papa celebrerà la messa nella Cappella Sistina con i cardinali alle 11.00. Domenica reciterà il Regina Coeli alle 12.00 dalla Loggia centrale. Lunedi 12 maggio alle ore 10.00, come ormai da tradizione, Papa Prevost incontrerà gli operatori dei media per un'udienza nell'Aula Paolo VI alle ore 10.00. Lo ha riferito il direttore della sala stampa vaticana Matteo Bruni.
L'elezione del primo Papa americano avviene in un momento in cui il 20% degli adulti americani si identifica come cattolico, una percentuale rimasta stabile negli ultimi dieci anni circa. I cattolici rappresentano una quota ancora maggiore della popolazione a Chicago, città natale di Papa Leone XIV, dove una persona su tre è cattolica nell'area metropolitana locale, secondo l'arcidiocesi di Chicago.
"Congratulazioni al cardinale Robert Francis Prevost, che è stato appena nominato papa. È un onore realizzare che è il primo papa americano. È emozionante e un onore per il nostro paese. Non vedo l'ora di incontrare papa Leone XIV. È un momento molto significativo". Lo afferma il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sulla sua rete sociale Truth.
La Presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter ha inviato i suoi "migliori auguri" al nuovo Papa Leone XIV. "Il mondo ha bisogno di dialogo, speranza e fiducia", ha scritto in un messaggio sul social network X. "La voce del Papa è importante. In questi tempi di incertezza, risuona ben oltre la Chiesa cattolica", ha aggiunto.
Robert Francis Prevost spiazza i bookmaker, che lo davano tra gli sfavoriti alla vigilia del conclave. Il cardinale statunitense, riporta Agipronews, era in ascesa nelle ultime ore, ma all'ultimo rilevamento era visto come un outsider dai bookmaker britannici di William Hill che lo offrivano come nuovo Papa a 50 volte la posta. Anche nelle giocate totali Prevost partiva dalle retrovie: il nuovo Pontefice era inserito nel gruppo "altro" che complessivamente aveva raccolto meno del 25% delle preferenze.
Il presidente della Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS), Charles Morerod, ha incontrato in un'occasione il nuovo Papa, Robert Francis Prevost, che porterà il nome di Leone XIV. Ha detto di essere stato colpito dalla sua gentilezza, disponibilità e semplicità. "Ho un'impressione molto positiva di lui", ha riassunto il vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo alla RTS. A suo avviso, il nuovo Papa può seguire le orme di Francesco, che lo ha nominato a capo del dicastero per i vescovi. "Non l'avrebbe fatto se non avesse avuto fiducia in lui". Charles Morerod non si aspettava l'elezione di un americano. "Per noi svizzeri, penso che possa essere un Papa con una sensibilità ecumenica. È la prima volta nella storia che un Papa viene da un Paese a grande maggioranza protestante. È stato a lungo anche in Perù. In un certo senso, unisce le due Americhe", ha sottolineato il vescovo.
Il nuovo Papa ha iniziato parlando di pace, un tema non casuale, ha aggiunto il presidente della CVS. "So che è un uomo gentile. I miei colleghi a Roma hanno un rapporto estremamente positivo con lui. Non mi sorprende che abbia scelto il nome di Leone XIV". Una scelta di nome molto significativa, soprattutto in relazione a Leone XIII, un papa che aveva cambiato l'atteggiamento dei cattolici dell'epoca nei confronti di una nuova questione sociale legata all'industrializzazione e all'emergere della classe operaia. Per quanto riguarda la linea politica di Leone XIV, Mons. Morerod ritiene che potrà agire come "mediatore" tra progressisti e conservatori. "Ma aspetterò e vedrò", ha concluso. In un comunicato i membri della CVS ritengono inoltre che il nuovo Papa "dovrà continuare il singolare e difficile compito di guidare i cattolici di tutto il mondo, che vivono in realtà così diverse. Continuando in uno spirito di sinodalità, dovrà poter contare su tutti i fedeli per costruire la nostra Chiesa". I vescovi svizzeri gli assicurano le loro preghiere e invitano tutti i fedeli a fare altrettanto.
Ho appreso con grande gioia dell’elezione del nuovo Santo Padre Leone XIV. Con tanta gratitudine ci uniamo in preghiera per lui e per il suo nuovo ministero a guida e a servizio della Chiesa. Che il Signore accompagni i suoi passi con saggezza e amore, suscitando fede e unità tra tutti noi! In questo particolare momento storico, segnato da tante sofferenze ma anche dall’anno di grazia del Giubileo della speranza, affidiamo con gratitudine il Santo Padre allo Spirito Santo e alla Vergine Maria, affinché lo sostengano con forza e serenità e lo guidino in ogni sua decisione.
Robert Francis Prevost è il nuovo Papa. 69 anni, statunitense, è stato nominato cardinale da Papa Francesco nel 2023. Si farà chiamare Leone XIV. Lo ha comunicato il cardinale protodiacono Dominique Mamberti quando si è affacciato alla Loggia delle Benedizioni, dove ha annunciato al popolo l’avvenuta elezione con la formula “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!".
Nato il 14 settembre del 1955 a Chicago, nello stato dell’Illinois: appartiene all’ordine di Sant’Agostino, una comunità di frati con cui prese i voti nel 1981 e di cui è stato priore generale per due mandati consecutivi. È stato a lungo missionario in Perù ed è considerato generalmente progressista e vicino a papa Francesco, in particolare sulla tutela dell’ambiente. Ha invece posizioni più conservatrici sulla comunità LGBT+ e si è detto contrario al coinvolgimento delle donne in ruoli clericali.
Dopo l'elezione e l'accettazione, il nuovo Papa si è ritirato nella cosiddetta "stanza delle lacrime" - che è la sagrestia della Cappella Sistina - per rimanere in preghiera ed indossare i paramenti papali. All'interno della stanza ci sono le tre vesti papali di diverse misure.
Dopo essersi preparato il nuovo Papa è ritornato nella Cappella Sistina per ricevere l'omaggio dei cardinali, salutandoli uno ad uno. Solo dopo si affaccerà dalla Loggia delle Benedizioni. Stando a quanto filtra dal Vaticano, stasera il nuove pontefice e tutti i cardinali che lo hanno appena eletto saranno a cena insieme.
Intanto sono già salite a oltre 40'000 le persone che hanno raggiunto piazza San Pietro per vedere affacciarsi il nuovo pontefice. Lo si apprende dalle forze dell'ordine presenti sul posto. Il flusso, aumentato notevolmente dopo la fumata bianca, sta crescendo ancora. La telefonia mobile è interrotta.
Dopo la fumata bianca, le guardie svizzere hanno sfilato tra la folla festante in Piazza San Pietro, posizionandosi sotto la loggia delle Benedizioni, dove apparirà il nuovo Papa per rivolgere il suo saluto e impartire la benedizione apostolica "Urbi et Orbi".
Dal 1900 in poi sono stati cinque i Papi eletti al secondo giorno di conclave: prima di questo è toccato a Pio XII, Giovanni Paolo I, Benedetto XVI e Francesco. A ridosso del secondo conflitto mondiale si tenne il conclave più breve del secolo scorso: bastarono tre scrutini in due giorni ad Eugenio Pacelli per salire al soglio pontificio con il nome di Pio XII, il 2 marzo del 1939. Albino Luciani raggiunse il quorum in due giorni e quattro scrutini diventando papa il 26 agosto del 1978 con il nome di Giovanni Paolo I. Anche Joseph Ratzinger, primo Papa del terzo millennio con il nome di Benedetto XVI, fu eletto in due giorni e quattro scrutini, il 19 aprile del 2005. A Jorge Mario Bergoglio sono stati sufficienti cinque scrutini e due giorni il 13 marzo 2013.
La Conferenza dei vescovi svizzeri ha invitato tutte le parrocchie del Paese a suonare le campane per dieci minuti in onore del Papa eletto. Le campane saranno suonate quando il nuovo pontefice entrerà nella Loggia della Basilica di San Pietro. Questo avverrà "una o due ore" dopo l'apparizione della fumata bianca, secondo quanto affermato dalla Conferenza in un messaggio pubblicato sul suo sito web.
Alle ore 18:07, dal comignolo della Cappella Sistina è apparsa la tanto attesa fumata bianca, segnalando l'elezione del nuovo Papa. Il nuovo pontefice, successore di Francesco, guiderà la Chiesa cattolica in questo nuovo capitolo della sua storia.
Il nuovo Santo Padre è stato eletto al quarto scrutinio. Il suono a distesa delle campane di San Pietro confermano, tra l'esultanza della folla in piazza, l'elezione del nuovo pontefice. Il 267° Papa è stato eletto più velocemente di quanto accadde nel 2013 a Jorge Mario Bergoglio che era stato eletto al quinto scrutinio, sempre nella seconda giornata del conclave. Dopo la fumata bianca e udito il suono delle campane a distesa tantissimi fedeli, cittadini o turisti che si trovavano nelle vie limitrofe si stanno muovendo verso piazza San Pietro, andando ad aggiungersi alle 15'000 persone già presenti sulla piazza al momento della fumata.
I cardinali elettori stanno raggiungendo la Cappella Sistina per la terza sessione di scrutini per l'elezione del 267° Papa. Al termine del pranzo, infatti, i porporati hanno raggiunto la Cappella Paolina per il tradizionale momento di preghiera prima di fare il loro ingresso in Sistina. Qui nel pomeriggio si procederà alla quarta e quinta votazione, in attesa della nuova fumata, dopo le prime due nere di ieri e di stamattina. In caso di esito positivo al quarto voto la fumata sarà intorno alle 17.00. Altrimenti ci sarà comunque una fumata (bianca o nera) intorno alle 19.00.
Uno striscione, in lingua inglese, che inneggiava alla figura islamica del Mahdi, è stato sequestrato questa mattina dagli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale, (Sicurezza pubblica emergenziale), in prossimità del palco dell'area stampa sito vicino alla Basilica di San Pietro, dove si sta svolgendo il Conclave. La pattuglia ha fermato subito i tre uomini che hanno esposto il manifesto, recante un Qr code di rimando a un video di matrice islamica e che sottolinea l'importanza della figura del Mahdi, al posto del Papa.
Stando all'agenzia di stampa Adnkronos, oltre al sequestro dello striscione, è scattata la denuncia per i tre: un 41enne spagnolo e per due cittadini svizzeri di 30 e 41 anni, accusati di manifestazione non autorizzata e interruzione di funzione religiosa, in quanto hanno impedito l'accesso dei fedeli alla via Crucis. Subito allertato il personale della Divisione investigazioni generali e operazioni speciali (Digos) della Polizia italiana, che è sopraggiunto sul posto e ha avviato ulteriori accertamenti sul caso.
In attesa delle nuove votazioni del conclave i bookmaker internazionali aggiornano le previsioni sul prossimo Papa: protagonista ancora una volta il testa a testa tra Luis Antonio Tagle e Pietro Parolin. Questa volta, però, è avanti il cardinale filippino, offerto a 3 dai "betting analyst" di William Hill contro il 3,50 del segretario di Stato vaticano. Resiste a 6 la "coppia" italiana formata da Matteo Zuppi e Pierbattista Pizzaballa, mentre sale da 5 a 9 il ghanese Peter Turkson. Il balzo in quota più considerevole è quello di Jean-Marc Aveline, "protetto" di Bergoglio: il francese nuovo Pontefice si gioca ora a 18, in netto calo rispetto al 33 di sei giorni fa. A spuntare nell'elenco dei bookmaker è anche lo statunitense Robert Francis Prevost, in ascesa ma al momento ancora un outsider a quota 50.
Il Conclave non ha ancora scelto il nuovo Pontefice. Secondo e terzo scrutinio del conclave a vuoto. Poco prima di mezzogiorno, il fumo uscito dal comignolo sulla Cappella Sistina era infatti di colore nero, come ieri sera. I 133 porporati, nella sistina da mercoledì pomeriggio, non hanno dunque ancora trovato l'intesa per il successore di papa Francesco. Ricordiamo che il candidato deve ottenere una maggioranza qualificata dei due terzi dei voti. I cardinali andranno ora a pranzo a Santa Marta, per riunirsi nuovamente nel primo pomeriggio.
Dopo la fumata nera, che ha colto di sorpresa i fedeli in piazza San Pietro poiché attesa dopo le 12, è scattato un applauso della folla, nonostante la votazione sia andata a vuoto. Qualcuno è rimasto a inquadrare il comignolo con il proprio smartphone, mentre diversi fedeli hanno deciso di lasciare la piazza. "L'hanno fatta prima perché ieri ci hanno fatto aspettare troppo, più di due ore", dice una signora mentre va via. Secondo una stima delle forze dell'ordine presenti sul posto, sono circa dodicimila le persone presenti a San Pietro in mattinata per assistere alla seconda fumata.
"Auspico che questa sera tornando a Roma trovi già la fumata bianca". Lo dice il cardinale decano Giovanni Battista Re prima di celebrare a Pompei la Messa in occasione della Supplica alla Madonna del Rosario. "Sono particolarmente lieto di essere qui all'inizio del Conclave, perché lo Spirito Santo abbia a soffiare forte e sia così eletto il papa di cui hanno bisogno la Chiesa e il mondo di oggi", ha aggiunto Re, sottolineando che il nuovo Pontefice "prima di tutto dovrà cercare di rafforzare la fede in Dio in questo nostro mondo caratterizzato dal progresso tecnologico, ma sotto l'aspetto spirituale abbiamo notato un po' un 'dimenticare Dio'." Quindi "c'è bisogno di un risveglio".
Il cardinale Re ha tenuto anche a precisare che "i doppi auguri al cardinale Parolin erano per la funzione di decano che assumerà. Parolin è una persona di grande qualità. Ma ce ne sono anche molti altri come lui". Re ha indicato che sono state date varie interpretazioni alle sue parole.
Sono già in piazza San Pietro i fedeli pronti ad assistere alla prima fumata del giorno prevista per le 12, o anticipata alle 10.30 solo nel caso in cui dovesse essere bianca. Tra loro c'è chi è arrivato alle 8.30. "Rimarremo qui fino a che non sarà eletto il Papa", dice Maria Cosenza a Roma dal Brasile. È in compagnia di suo marito e ad entrambi piacerebbe vedere il cardinale Pizzaballa come nuovo pontefice "perché prega per la causa palestinese, come Francesco", sottolineano. Ma alla fine, "è lo Spirito Santo che agirà", aggiungono. Intanto gli occhi dei fedeli già assiepati alle transenne che delimitano le aree della piazza sono puntati verso il comignolo nella speranza di vedere la fumata bianca.
Oggi secondo giorno del conclave per l'elezione del nuovo Papa, dopo la prima fumata nera di ieri. I 133 cardinali votanti - tra cui gli svizzeri Kurt Koch (75 anni) e Emil Paul Tscherrig (78) - sono rimasti chiusi nella Sistina per più di 3 ore prima di mandare il segnale che nessuno ha ottenuto abbastanza voti per succedere a Francesco. In piazza San Pietro e lungo via della Conciliazione più di 45 mila fedeli sono rimasti a lungo con il naso all'insù guardando al comignolo. Oggi si replica: due fumate, a meno che la prima non sia bianca. I cardinali elettori si sono ritrovati alle 8 nel Palazzo Apostolico, per celebrare messa e lodi nella Cappella Paolina. A seguire si ritireranno alle 9.15 in Sistina per recitare l'Ora media e procedere poi alle prime due votazioni.
Due - come detto - le fumate previste: una a fine mattinata, una la sera, ovvero al termine di entrambe le votazioni del mattino e del pomeriggio. A meno che il nuovo papa non venga eletto alla prima delle due votazioni previste di mattina e di pomeriggio: in quel caso la fumata sarà anticipata attorno alle 10.30 se si raggiungerà l'intesa in mattinata o intorno alle 17.30 se sarà necessaria anche la prima votazione nel pomeriggio.
Dopo l’extra omnes, la tradizionale formula latina che significa “fuori tutti”, i 133 cardinali elettori si sono chiusi nella Cappella Sistina per le operazioni di voto. Il primo scrutinio è terminato con una fumata nera: significa che nessun cardinale ha ottenuto la maggioranza dei due terzi necessaria per essere eletto papa. Per capire cosa aspettarci nei prossimi giorni, abbiamo parlato con Ferruccio Pinotti, giornalista del Corriere della Sera, che con i suoi libri si è occupato di questioni vaticane.
Si attendono le prime fumate. Fa strano pensare che gli occhi sono posati su un comignolo in un'era dell’iper-tecnologia come quella a cui siamo abituati…
“Si, è un rito antichissimo, pieno di significati simbolici. Il conclave si è rinchiuso con il “fuori tutti”, cominciano dunque i giochi sui voti. Ci sono le figure con maggiori chance, ma anche il confronto teologico sui temi caldi della Chiesa, come gli omosessuali, l'immigrazione, l'ordinazione sacerdotale delle donne, il loro ruolo nella Chiesa, la gestione dei conflitti. È dunque un conclave estremamente importante, guardato da tutto il mondo con grande attenzione visto che la Chiesa conta oltre 1 miliardo di fedeli”.
Cosa dobbiamo aspettarci da questo conclave?
“In questo conclave si combattono due tendenze. Da un lato ci sono i progressisti, che vogliono proseguire il lavoro di apertura fatto da Francesco (l'attenzione ai poveri, alle donne, la battaglia contro la pedofilia). Dall’altro ci sono i conservatori, i quali ritengono che Francesco si sia spinto troppo in là su alcune tematiche (come l'emigrazione, l'apertura agli omosessuali, i sacramenti) e quindi vorrebbero un ritorno più conservatore e occidentale. L'impulso di Francesco è stato invece marcatamente progressista e internazionale. Si cercherà dunque una figura di sintesi, capace di raccogliere entrambe le fazioni, che a loro volta si scompongono in sottofazioni e gruppi articolati. Trovare una figura che rappresenti tutte queste tendenze, senza annullare il lavoro di Francesco, sarà un impegno arduo”.
Lo possiamo definire un referendum sull'eredità di papa Francesco?
“Si, perché dalla scelta del Pontefice si vedrà se la linea della Chiesa sarà quella di continuare o no. Una figura come il segretario di stato Parolin potrebbe garantire una sintesi in quanto è stato un fedele esecutore della volontà operativa di Francesco. Ma è anche un grande diplomatico che ha coperto incarichi importantissimi, come la cucitura delle relazioni diplomatiche tra Messico e Santa Sede, in Venezuela e in Cina. Ed era una figura già cara a Giovanni Paolo II e a Papa Ratzinger. Altre figure, invece, si pongono sul fronte marcatamente conservatore, come il cardinale dell'Ungheria Erdő. Ci sono poi figure ancora più vicine a Bergoglio, come il cardinale Zuppi, ma anche il cardinale filippino Tagle. Non bisogna poi trascurare le candidature americane. I candidati, tra quelli considerati papabili, non esprimono posizioni conservatrici come si crede, ma piuttosto progressiste. Non ci sarebbe dunque da stupirsi se un cardinale nordamericano fosse tra i prescelti, così come un asiatico. Tutta questa geografia politica, fatta di gruppi cattolici o congregazioni di appartenenza e fazioni, in queste ore si rimescoleranno alla ricerca di una candidatura di sintesi”.
A suo avviso non c'è ancora un vero e proprio favorito?
“Stando ai bookmaker e quello che dice l'IA in questo momento il candidato numero uno è Parolin, però nei suoi confronti si sono già levate delle frecciate relative alla sua salute. Inoltre, potrebbero non giovargli alcune simpatie espresse da ambienti massonici. Zuppi è un’altra figura di qualità, così come ce ne sono altre. C'è un panorama sicuramente articolato che consente scelte molto diverse. Sono anche possibili sorprese dell'ultimo minuto”.
Per quanto riguarda le tempistiche, c'è qualche indicazione che possiamo mettere sul tavolo?
“I pronostici su questo si dividono. C'è chi pensa che un confronto sui grandi temi e sulla ricerca di una sintesi unitaria sia già avvenuta. La fumata bianca potrebbe quindi pervenire anche in tempi brevi. Secondo altri analisti la Chiesa vive un momento delicato ed è quindi importante un confronto tra fazioni conservatrici. Ci sono già dei gruppi di nomi che vengono spinti dalle le varie fazioni, bisogna vedere dopo i primi voti estratti su chi confluiscono. Spesso i conclavi partono con dei favoriti e alla fine sono i voti a emergere”.
Le votazioni per scegliere il 267° Papa riprenderanno domani. In mattinata, i cardinali elettori si ritroveranno prima delle 8 nel Palazzo Apostolico, per celebrare Messa e Lodi nella Cappella Paolina. A seguire si ritireranno alle 9.15 in Sistina per recitare l'Ora media e procedere poi alle prime due votazioni. Poi il ritorno a Santa Marta con il pranzo in programma intorno alle 12.30. Alle 15.45 la nuova partenza verso il Palazzo apostolico, quindi alle 16.30 il ritiro in Sistina con altre due votazioni e al termine (intorno alle 19.30, salvo imprevisti come capitato oggi) la celebrazione dei Vespri.
Due sono le fumate previste nelle diverse giornate: una a fine mattinata, una la sera, ovvero al termine di entrambe le votazioni del mattino e del pomeriggio. A meno che il nuovo Papa non venga eletto alla prima delle due votazioni previste di mattina e di pomeriggio: in quel caso la fumata sarà anticipata attorno alle 10.30 se si raggiungerà l'intesa in mattinata o intorno alle 17.30 se sarà necessaria anche la prima votazione nel pomeriggio.
Rispetto al conclave del 2013, iniziato alla stessa ora di quest'anno, la prima fumata è arrivata un'ora e venti dopo. A pesare, secondo quanto si apprende, sarebbero state una serie di concause: in primis la lunghezza della meditazione tenuta dal cardinale Raniero Cantalamessa, durata 45 minuti, ma anche il fatto che i porporati, oltre ad essere diciotto in più rispetto al 2013, nella maggior parte sono neofiti e diversi di loro non parlano italiano. Quindi le operazioni di voto hanno preso decisamente più tempo.
I fedeli hanno cominciato ad abbandonare piazza San Pietro mentre la fumata nera continuava a uscire dal comignolo. Pochi secondi prima della fumata, i maxischermi in piazza si sono spenti per qualche istante. I fedeli, tra lo stupore, hanno scoperto l'esito negativo guardando direttamente verso il comignolo. Un boato della folla ha poi accompagnato la nuova rapida accensione degli schermi. In questo modo i presenti in piazza hanno potuto vedere nitidamente il fumo nero sopra al tetto della Sistina. In tanti se lo aspettavano.
Dopo oltre due ore di attesa, è finalmente arrivata: la prima fumata è nera. Significa che nessun cardinale ha ottenuto la maggioranza dei due terzi necessaria a essere eletto papa. Si continua dunque domani mattina con le votazioni.
Per qualche motivo la fumata, attesa per le 19.00, non è ancora avvenuta. Tutte le attenzioni attorno al conclave sono quindi concentrate sul comignolo della Cappella Sistina. Nell'attesa, in piazza San Pietro, varie persone hanno preso ad applaudire, come quando ai concerti si chiamano i cantanti sul palco.
In migliaia attendono la prima fumata, attesa per le 19.00, che decreterà se è stato già scelto un papa oppure no. Nella storia del Vaticano non è mai successo che il papa fosse eletto al primo scrutinio.
Con l'"extra omnes" pronunciato dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Diego Ravelli, prende il via il conclave per eleggere il 267° Papa. Tutti gli astanti lasciano la cappella Sistina, all'interno della quale restano solo i cardinali elettori, lo stesso maestro e l'ecclesiastico incaricato di tenere l'ultima meditazione prima delle votazioni, il cardinale Raniero Cantalamessa. Una volta usciti tutti il maestro chiude la porta d'accesso alla cappella Sistina. Al termine della meditazione, anche il maestro e il cardinale Cantalamessa lasciano la cappella Sistina e si avviano le operazioni di voto. I cardinali, prima di cominciare i lavori, hanno giurato prima tutti insieme e poi singolarmente. Giurano davanti a Dio di essere fedeli al loro compito in caso di elezione a Papa e giurano anche segretezza sui lavori del conclave.
Tutti i cardinali sono entrati nella Cappella Sistina, dove inizieranno le prime discussioni e votazioni per eleggere il nuovo papa. Si sono seduti alle loro postazioni, dove c’è già tutto il materiale per il voto. Alla fine della Litania dei Santi si procederà al giuramento, che si concluderà con la tradizionale espressione latina extra omnes, “fuori tutti”, e la chiusura delle porte della Sistina.
Nell'era digitale anche i cardinali fanno fatica a lasciare il telefonino, un po' come gli studenti prima dell'esame di maturità. E così, prima del silenzio, al quale saranno costretti durante il conclave, sono molti i porporati che hanno salutato i follower con un ultimo post. L'arcivescovo di Santiago del Cile, Fernando Chomali, prima ha postato su X un video dove lava in un lavandino la camicia bianca per entrare in conclave e poi ha fatto un post nel quale dice: "Oggi entro nel conclave senza cellulare. Solo davanti a Dio si può votare chi sarà il Papa. Una responsabilità che mi travolge".
Il cardinale di Algeri, Jean Paul Vesco, saluta invece i suoi 'amici' di Facebook così: "Stasera entro nel silenzio del conclave, non vedo l'ora... questa arcaica istituzione dell'XI secolo sta dimostrando un'incredibile modernità nel tempo della sovramediazione, dei social media e delle nostre dipendenze digitali. Niente più telefoni o internet, le finestre delle nostre camere sono sigillate.... Ne usciremo con la proclamazione: 'habemus papam!' Che avventura davvero!". Anche il cardinale conservatore Raymond Burke sceglie Facebook e in un video lancia un appello: "È urgente la vostra preghiera per i cardinali che entrano in conclave per scegliere il successore di San Pietro". Lascia un post prima di lasciare il cellulare spento anche il più giovane del collegio: l'ucraino Mykola Bycok. Ma non pensa solo al gravoso compito che gli spetta, a soli 45 anni, ovvero l'elezione del nuovo Papa. "Mentre sarò nella Sistina pregherò per la pace giusta in Ucraina", scrive sui social.
Sono oltre cinquemila i fedeli nella basilica di San Pietro che sono presenti alla messa 'pro eligendo', presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re. È la stima dei media vaticani. Molta gente sta seguendo la funzione, che precede l'ingresso in conclave dei cardinali di oggi pomeriggio, anche in Piazza San Pietro, attraverso i maxischermi, nonostante l'alternarsi di sole e pioggia.
I cardinali, sia quelli che partecipato al Conclave che i non elettori, sono nella Basilica di San Pietro, dove viene celebrata la messa 'Pro eligendo Romano Pontifice'. La messa è concelebrata dai cardinali elettori e presieduta dal decano del Collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re.
Stamane, i porporati che ancora non l'avevano fatto, hanno completato la sistemazione nelle proprie stanze nella residenza di Casa Santa Marta o nell'adiacente Santa Marta Vecchia, dove alloggeranno in questi giorni. Questo pomeriggio alle 16.20, nella Prima Loggia del Palazzo apostolico vaticano, con la processione degli elettori dalla Cappella Paolina alla Sistina inizieranno le operazioni preliminari del Conclave, cui seguirà l'eventuale prima votazione e, nel tardo pomeriggio, la prima 'fumata'.
Al via oggi il conclave per eleggere il futuro Papa. Hanno diritto di voto tutti i cardinali di età inferiore agli 80 anni: tra questi ve ne sono due svizzeri. Si tratta del 75enne Kurt Koch di Basilea e del 78enne del Vallese. Koch, ex vescovo di Basilea, è stato nominato presidente del Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani da Papa Benedetto XVI nel 2010, diventando così il "ministro ecumenico" del papa. Nello stesso anno è diventato cardinale.
Nato nel 1950 a Emmenbrücke (LU), Kurt Koch ha studiato teologia a Lucerna e a Monaco ed è stato ordinato sacerdote nel 1982. Dopo l'ottenimento del dottorato nel 1987, è stato nominato professore ordinario di dogmatica e liturgia alla Facoltà di teologia di Lucerna due anni più tardi. In qualità di vescovo ha presieduto la Conferenza episcopale svizzera (CVS) dal 2007 al 2009.
Emil Paul Tscherrig, nato nel 1947 a Unterems, in Alto Vallese, è stato nominato cardinale da Papa Francesco nel 2023. Nel 2017 è stato il primo non italiano a diventare nunzio apostolico per l'Italia e San Marino. Nel 2016, nell'ambito della crisi politica in Venezuela, ha mediato tra governo e opposizione durante le proteste nel paese latinoamericano. Tscherrig ha studiato teologia all'università di Friburgo e alla Pontificia accademia ecclesiastica a Roma e diventa membro del servizio diplomatico della Santa Sede nel 1978 sotto papa Giovanni Paolo II. In questo contesto ha esercitato nelle nunziature apostoliche in particolare in Argentina, Uganda, Corea del Sud e Bangladesh. In Argentina Tscherrig conobbe Jorge Bergoglio - diventato poi papa Francesco - quando era ancora arcivescovo di Buenos Aires. Nel 1996, Papa Giovanni Paolo II lo ha nominato nunzio apostolico (ambasciatore del Vaticano) in Burundi e lo ha consacrato arcivescovo.
Una macchina complessa messa a punto in secoli di storia e tradizione liturgica. È il conclave che, per l'elezione del successore di Bergoglio, si apre oggi, mercoledì 7 maggio. Il numero massimo di cardinali elettori è stabilito in 120, ma deroghe sono ammesse. Attualmente gli aventi diritto al voto sono 133. Come da tradizione il Conclave si svolgerà nella Cappella Sistina, luogo d'arte e di fede, per la ventiseiesima volta nella storia.
Il 5 maggio tutto il personale che avrà accesso al Conclave ha giurato assoluta segretezza: religiosi, tecnici, medici, cuochi, guardie svizzere, floristi. È vietato parlare con i cardinali o riferire quanto visto. La sanzione in caso di violazione è la scomunica latae sententiae, automatica e immediata. Anche i cardinali, prima del voto, giurano uno a uno sul Vangelo.
Dei 133 cardinali elettori, ben 108 sono stati nominati da papa Francesco, che ha reso il collegio più giovane, globale e variegato. I cardinali provengono da 71 Paesi: 59 europei (19 italiani e due svizzeri), 37 americani (tra Nord, Centro e Sud), 20 asiatici, 16 africani e 3 oceanici. Il più giovane è Mykola Byčok, ucraino, 45 anni, vescovo a Melbourne. Il più anziano è Carlos Osoro Sierra, spagnolo, 79 anni, che compirà 80 anni il 16 maggio.
Due cardinali elettori, lo spagnolo Antonio Cañizares Llovera e il keniota John Njue, non saranno presenti per motivi di salute. Il cardinale Vinko Puljić, invece, ha dichiarato che, se aiutato, potrà votare in Sistina. Se non ce la farà, entrerà in azione il gruppo degli infirmarii: tre cardinali incaricati di raccogliere voti da eventuali infermi. Seguono un rituale rigoroso: urna sigillata, scheda piegata, giuramento anche del malato. Le schede saranno poi inserite nel calice votivo con le altre, alla presenza degli scrutatori.
Casa Santa Marta dispone di 134 posti, ma con 14 camere sigillate, tra cui quella che fu di Francesco, 13 cardinali saranno ospitati nell’attiguo ex ospizio Santa Marta, riadattato per l’occasione. Le stanze sono assegnate per sorteggio. Ogni camera è semplice ma autonoma, con bagno privato.
Il maestro delle cerimonie Diego Ravelli non parteciperà al voto ma svolgerà un ruolo chiave: è lui a pronunciare l’“Extra omnes”, che segna la chiusura delle porte della Sistina. Il primo giorno dell'avvio del conclave si terrà una sola votazione nel pomeriggio mentre nei giorni successivi saranno quattro in totale, due la mattina e due il pomeriggio.
Le giornate seguono un ritmo liturgico e rigoroso. Colazione all’alba, Messa alle 8.15 nella Cappella Paolina, poi votazioni al mattino e al pomeriggio, nella Cappella Sistina. Alle 16.30 inizia la processione dei cardinali in abito corale, accompagnati dal canto delle litanie dei santi e dal Veni Creator. Dopo le votazioni pomeridiane, si recitano i Vespri. I pasti e gli spostamenti avvengono in completo isolamento. Tutto è organizzato per garantire raccoglimento e discernimento. Le fumate avvengono due volte al giorno: bianca se si è eletto il Papa, nera altrimenti.
Una volta scritto il nome sulla scheda sotto la frase 'Eligo in Summum Pontificem', ogni singolo cardinale elettore si avvia verso l'altare con la scheda piegata e ben visibile. La adagia su un piatto d'argento poggiato su un'urna e poi la lascia scivolare all'interno. Una volta conclusa la sessione di voto, i primi due scrutatori aprono e leggono in silenzio il nome scritto sulla scheda, mentre il terzo pronuncia il nome. Le schede vengono forate e legate insieme, per essere poi bruciate all'interno della stufa.
Nel caso di mancata elezione verrà aggiunta una miscela che colorerà il fumo di nero. In caso contrario, invece, il decano si rivolge al candidato eletto per chiedergli se accetta o meno l'incarico e quale sarà il nome scelto. Se accetta, verranno bruciate le schede aggiungendo il colorante bianco che annuncerà dal comignolo della cappella Sistina l'elezione del nuovo Papa.
Per essere eletto, il Papa deve ottenere i due terzi dei voti dei presenti. Con 133 cardinali, il quorum è 89. Se dopo tre giorni non si raggiunge un risultato, si osserva una pausa di riflessione. Dopo 33-34 scrutini andati a vuoto, si può passare a un ballottaggio tra i due candidati più votati, ma resta il vincolo della maggioranza qualificata. È vietata la scelta per acclamazione o compromesso. Secondo il diritto canonico, può essere eletto qualunque maschio battezzato e celibe, anche non cardinale, sebbene nella prassi ciò non accada da secoli.
È un piccolo ambiente riservato accanto alla Sistina, dove il Papa eletto si ritira prima di apparire al mondo. Vi trova una veste talare bianca in tre taglie, un crocifisso, immagini mariane e un divano rosso. Qui molti hanno pianto, colti dal peso della responsabilità: Giovanni XXIII scoppiò in lacrime, Benedetto XVI parlò di “ghigliottina”, Francesco si limitò a dire “Il carnevale è finito”. È il momento in cui la persona cede il passo al Pontefice. Da lì, vestirà di bianco: una scelta introdotta da Pio V nel 1566.
Dopo circa un’ora dalla fumata bianca, si apre la loggia centrale della Basilica di San Pietro. Il cardinale protodiacono, nel 2025 Dominique Mamberti, si affaccerà per pronunciare: “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!”. Seguiranno nome e cognome dell’eletto e il nome pontificale scelto. Mamberti, 72 anni, corso, ex ministro degli Esteri vaticano, guida oggi la Segnatura Apostolica. Un annuncio carico di attesa e speranza per oltre un miliardo di cattolici nel mondo.
È il giorno del Conclave. Da oggi, all'interno della Cappella Sistina, 133 cardinali inizieranno i lavori che porteranno all'elezione del successore di papa Francesco. "Pietro Parolin è il favorito", spiega a Ticinonews Markus Krienke, professore alla Facoltà di Teologia dell’Università della Svizzera italiana, anche perché "essendo il segretario di Stato della Santa Sede sarà al centro dell'attenzione, visto che presiederà il Conclave". Ma anche il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, arcivescovo emerito di Manila ha buone possibilità". Tuttavia, "se non si riesce a trovare subito una maggioranza di due terzi dei cardinali favorevoli alla nomina di un candidato, potrebbero entrare in gioco anche Matteo Maria Zuppi, arcivescovo metropolita di Bologna, oppure Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma, o quello di Stoccolma, o Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, in Burkina Faso, Juan Luis Cipriani Thorne, arcivescovo emerito di Lima, in Perù, Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo cattolico della Repubblica Democratica del Congo, ma anche il cardinale Lazzaro You Heung-sik, attuale Prefetto del Dicastero per il Clero".
A livello di tempistiche, secondo Krienke il Conclave dovrebbe essere abbastanza breve, questo perché "il pre-conclave è in atto da diversi giorni, quindi i cardinali già si conoscono e credo che siano già state espresse alcune preferenze". Tuttavia, "non è detto che la maggioranza dei due terzi sia già stata stabilita, ma potrebbe esserci un certo consenso per 2-3 candidati". La Chiesa "vuole dimostrare unità, soprattutto in un mondo incerto come quello attuale, anche per questo prima di domenica ci sarà un nuovo Papa, anche perché il procedimento prevede che dopo tre giorni di lavori, quindi sabato, arrivi un giorno di riposo". Ecco perché, secondo l'esperto, "sabato potrebbe arrivare una fumata bianca, ma forse già venerdì".
Il successore di Papa Francesco "dovrà riuscire a comunicare la fede anche nelle zone di crisi del mondo, ad esempio nel Sudamerica, dove il cattolicesimo è sotto pressione". In altre parole, "dovrà portare la fede, magari anche tralasciando alcuni dogmi morali o di procedura della chiesa, che oggi non vengono più capiti". Il prossimo "dovrà essere un Papa in grado di comunicare, dovrà avere la spinta carismatica di Bergoglio, ma stare anche attento alla curia e alle istituzioni, così come al rapporto tra lo stesso papa e la curia".