
Due frane si sono verificate stamani sul Cervino. La prima si è staccata sul versante italiano, lungo la parete sud, lontano quindi dalla via normale di ascesa. Un secondo crollo è avvenuto invece sul versante vallesano, nell'area della Cresta di Zmutt. L'anno scorso, in agosto, una frana causata dalla siccità aveva messo in pericolo 13 escursionisti che avevano dovuto essere messi in salvo.
Sospensione precauzionale
Ne dà notizia l'agenzia di stampa italiana ANSA, precisando che nessuna persona risulta coinvolta. Durante la prima frana, sulla Cresta del Leone (I) si trovavano guide alpine e alpinisti che hanno osservato in lontananza il distacco e appurato che non vi fossero persone sulla parete. La nube polverosa è rimasta visibile da Cervinia (I) per diversi minuti, attirando l'attenzione di turisti e residenti.
In via precauzionale, considerate le alte temperature e i crolli, le guide alpine italiane hanno deciso di sospendere per domani le salite alla vetta e di valutare poi come proseguire in base alle condizioni. Non vi sono al momento ordinanze di chiusura della via normale italiana.
Otto giorni consecutivi sopra lo zero sulla Jungfraujoch, non era mai successo
La stazione SwissMetNet, la più alta della Svizzera, situata sullo Jungfraujoch (BE/VS) a 3571 metri di quota, ha misurato temperature sopra lo zero per otto giorni consecutivi, una serie mai registrata a settembre dall'inizio delle misurazioni nel 1933. Lo indica oggi l'Ufficio federale di meteorologia e climatologia (MeteoSvizzera) sul proprio sito.
Un problema legato all'isoterma zero gradi e allo scarso rigelo
Lo zero termico in Valle d'Aosta oggi è salito a una quota compresa tra i 4'300 e i 4'800 metri. Già nel luglio scorso, il Collegio nazionale delle guide alpine italiane aveva messo in guardia in merito al rischio di distacchi di materiale roccioso, che durante l'estate si sono verificati in diversi punti delle Alpi. "Quando lo zero termico si attesta sui 4'600-4'800 metri come in questi giorni, il rigelo notturno è praticamente assente, l'acqua entra nelle fessure della roccia provocando, a lungo andare, frane e crolli", aveva detto Mario Ravello, guida alpina della Valle d'Aosta e geologo.