
Draghi in ragione del voto di fiducia di ieri sera, a cui non hanno preso parte M5s e le forze del centro-destra, ha deciso di rassegnare la sue dimissioni. Dopo un breve intervento alla Camera, chiedendo la sospensione della seduta fino alle 12, il Primo ministro ha annunciato che si sarebbe recato immediatamente da Mattarella. Il Presidente della Repubblica questa volta non ha potuto che accettare le dimissioni del premier. “Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Mario Draghi, il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato, ha reiterato le dimissioni sue e del Governo da lui presieduto”, si legge nella nota del Quirinale. “Il Presidente della Repubblica ne ha preso atto. Il Governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti”.
Il breve intervento alla Camera
Non sono mancati gli applausi dell’aula per il presidente del consiglio dei Ministri Mario Draghi, che proprio ieri aveva ribadito la sua volontà di dimettersi, in seguito al voto di figuda al Senato. Oggi durante la seduta alla Camera dei deputati il premier ha però comunicato ai deputati, poco dopo l’inizio della seduta, di volerla rimandare. Il motivo? Recarsi subito da Mattarella per confermare le proprie dimissioni. “Grazie a tutti”, dice commosso, “certe volte, vedete, anche il cuore dei banchieri centrali viene usato. Grazie per tutto quanto abbiamo fatto assieme. Ora, alla luce del voto espresso ieri sera dal Senato della Repubblica, chiedo però di sospendere la seduta perché mi sto recando dal Presidente della Repubblica per comunicare le mie determinazioni”. Così, il premier Draghi, si è congedato dalla Camera, annunciando una ripresa della seduta per mezzogiorno.
Gelmini e Brunetta lasciano, preoccupazione da Bruxelles
Nel frattempo, la crisi di governo ha già cominciato a rimescolare le carte all’interno degli schieramenti politici. Maria Stella Gelmini, Ministra delle autonomie, ha lasciato Forza Italia, che ha parlato di “appiattimento acritico del partito di Berlusconi sulla Lega”. Anche Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione ha lasciato lo stesso partito, affermando che quest’ultimo “ha deviato dai valori fondanti della sua cultura: europeismo, atlantismo, liberalismo, economia sociale di mercato ed equità”, riporta Rainews.
Da Bruxelles, invece, arrivano segnali di preoccupazione, come espressio dal capogruppo dei socialisti al parlamento europeo Iratxe Garcia Perez. Gunnar Beck, europarlamentare del partito di estrema destra Alternative für Deutschland ha affermato che “presto probabilmente i tedeschi dovranno salvare gli italiani”.
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