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Draghi chiede il voto di fiducia
Foto Shutterstock
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Keystone-ats
3 anni fa
Il Primo ministro ha inoltre replicato alle posizioni espresse dai partiti al Senato; la presidente del Senato Casellati ha convocato i capigruppo.

In Italia il premier Mario Draghi ha chiesto il voto di fiducia nel suo intervento di replica al Senato, “Non ho molto altro da dire e chiedo sia posta la fiducia sulla proposta presentata dal senatore Casini”, ha detto il presidente del Consiglio. In seguito alla apposizione della questione di fiducia, la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati ha sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo.

La replica
Mario Draghi ha letto la sua replica ai dibattiti al Senato. Innanzitutto il premier ha ringraziato chi ha sostenuto “l’operato del governo con lealtà, collaborazione, partecipazione”. Il discorso è proseguito con la difesa dalle accuse mosse da alcuni senatori, precedute dalla rilettura di estratti del discorso di stamane. Innanzitutto, Draghi ha rigettato le accuse che lo vedevano chiedere “pieni poteri”, accusa mossa da Giorgia Meloni. Per Draghi “la democrazia [italiana] è una democrazia parlamentare, in cui io mi riconosco. Quindi niente richiesta di pieni poteri, va bene?”. A chi accusava il governo di non entrare in questioni come lo ius scholae, la cannabis e il ddl Zan, Draghi ha spiegato che il governo ha deciso di non intervenire in temi parlamentari in ragione della sua natura di esecutivo fondato su un’ampia coalizione di unità nazionale. Sul Reddito di cittadinanza: “è una cosa buona, ma se non funziona è una cosa cattiva. Non è il superbonus il problema, ma i meccanismi di cessione relativi. Chi li ha disegnati senza discrimine è colpevole della situazione in cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti. Bisogna tirare fuori dai pasticci quelle migliaia di imprese che sono in difficoltà. Non ho molto altro da dire”, ha concluso Draghi, chiedendo che “venga posta la fiducia sulla proposta di risoluzione avanzata dal senatore Casini”.

Le posizioni maturate dai partiti nel pomeriggio
Lega e Forza Italia hanno attaccato al Senato e chiesto a Mario Draghi di formare un nuovo governo “profondamente rinnovato”, cioè con nuovi ministri, senza il Movimento Cinque stelle. La mossa anticipata dalla Lega in Aula è stata seguita - secondo quanto si legge in una nota congiunta - anche da Forza Italia. Si tratta di una richiesta dirompente che certamente mette in difficoltà il presidente del Consiglio. Non solo, la Lega attraverso le parole del capogruppo al Senato Massimiliano Romeo ha indicato al premier anche la soluzione B, cioè rimanere in carica fino alla formazione di un nuovo governo dopo le elezioni.

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