Texas
Donna incinta rischia di morire, ma la Corte suprema le vieta di abortire
©Fiorenzo Maffi
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Keystone-ats
2 anni fa
La 31enne Kate Cox rischia la propria vita o di avere problemi a concepire ancora per via di una grave patologia del feto, spesso fatale prima del parto o nel primo anno di vita. Avrebbe già lasciato il Texas per abortire altrove.

La Corte suprema del Texas ha annullato un'ordinanza del tribunale di grado inferiore che consentiva l'aborto a una donna incinta che rischia la sua vita e quella del feto, nonostante il rigido divieto in vigore nello Stato. Lo riporta il "New York Times". La sentenza è arrivata dopo il ricorso dell'attorney general Ken Paxton, un repubblicano estremista. Secondo quanto hanno riferito fonti informate a "The Hill", Kate Cox, incinta alla ventesima settimana, ha già lasciato lo Stato per poter abortire altrove.

Rischia di morire

La 31enne, già madre di due figli, rischia di morire o di avere problemi a concepire ancora per via di una grave patologia del feto, la trisomia 18 - conosciuta anche come sindrome di Edwards - spesso fatale prima del parto o nel primo anno di vita. Tutti i medici consultati hanno consigliato a Kate di non portare a termine la gestazione perché rischia di morire o di non poter aver più figli. Ma il Texas è uno di quegli stati repubblicani che, subito dopo la storica sentenza della Corte suprema americana che ha ribaltato la "Roe v Wade" di fatto annullando il diritto all'aborto a livello nazionale, ha imposto un rigido divieto dopo la sesta settimana.

Il no all'aborto della Corte suprema texana

Così la donna ha iniziato una difficile battaglia legale che l'ha portata, giovedì scorso, ad ottenere dalla giudice Maya Guerra Gamble l'autorizzazione ad interrompere la gravidanza. Il giorno dopo, tuttavia, il procuratore generale Ken Paxton ha fatto ricorso alla Corte suprema statale che ha bloccato tutto e ora ha annullato la sentenza precedente. Per questo Kate ha deciso di fuggire in un altro Stato.

Le "migranti" dell'aborto

La sua vicenda drammatica è solo uno delle tante storie accadute dopo la sentenza dei nove saggi americani che ha spalancato le porte ad una serie di provvedimenti, più o meni restrittivi, in moltissimi stati, dal Kentucky alla Florida. Sono migliaia le donne che in questo anno e mezzo sono state costrette a diventare migranti dell'aborto - una su cinque nel 2023 - e altrettante che hanno rischiato la vita.

Un tema caldo negli States

Quello dell'interruzione di gravidanza è uno dei temi più divisivi al momento negli Stati Uniti e uno degli argomenti al centro della campagna elettorale per il 2024. Joe Biden ha assicurato di voler proteggere ad ogni costo i diritti delle donne e a varato una serie di provvedimenti - alcuni dei quali sono ancora bloccati alla Camera controllata dai repubblicani - per favorire i viaggi per ragioni mediche e rendere più capillare la distribuzione della pillola abortiva.

Quanto a Donald Trump e agli altri candidati repubblicani, tutti si dicono pro-life, naturalmente ognuno con le sue sfumature. Si va dalla posizione più moderata da Nikki Haley, contro l'aborto ma disposta ad un dialogo sulla libertà delle donne a prendere decisioni per la loro salute, a quelle del governatore della Florida Ron DeSantis che nel suo Stato ha imposto il divieto dopo la quindicesima settimana.