Estero
Djokovic rischia anche il Roland Garros
Keystone-ats
3 anni fa
Se il campione serbo insisterà a non vaccinarsi contro il Covid, ci sono altri tornei a cui non potrà partecipare a causa delle regole per accedervi

La sfortunata parentesi australiana per Djokovic, con l’esclusione dagli Open di Melbourne, si è conclusa con il suo rientro a Belgrado. Ad attenderlo, oltre ad una schiera di giornalisti, numerosi sostenitori che hanno scandito a lungo “Nole, Nole!”, sventolando bandiere del loro Paese. Il loro idolo però ha evitato tutti, lasciando l’aeroporto da un’uscita secondaria. La signora Dijana ha spiegato che il figlio resterà in città nei prossimi giorni e non rilascerà dichiarazioni ai media. Lo stesso campione, subito dopo la sentenza di espulsione, aveva chiarito che avrebbe avuto bisogno di riposarsi e riprendersi. E dopo la stressante battaglia legale, per Djokovic si delinea un periodo in salita, con altri tornei che potrebbero essere a rischio se insisterà a non vaccinarsi contro il Covid.

Roland Garros a rischio
Saltando Melbourne, Djokovic ha mancato il record di 21 vittorie nel Grande Slam e può perdere lo scettro di numero 1 al mondo che occupa da due anni. Ma andrebbe anche peggio nel caso dovesse rinunciare ad altri tornei, come quello più importante sulla terra rossa a Parigi. Probabile, nella misura in cui il governo francese ha chiarito che le regole del super pass (vaccino sì, tampone negativo no) si applicheranno anche agli atleti professionisti. Niente spazio quindi per bolle riservate ai tennisti no vax, come aveva fatto intendere la ministra dello Sport Maracineanu.

Anche gli US Open possono saltare
Poi c’è il problema Stati Uniti, dove si giocano non solo gli US Open ma anche tre dei nove Master 1000: per entrare nel Paese la vaccinazione completa è obbligatoria e le esenzioni sono rare. Non basta aver contratto la malattia, come è successo a Djokovic a dicembre. “Sarà difficile la vita da professionista in giro per il mondo senza vaccino”, ha detto l’ex campione tedesco Boris Becker. E “a 34 anni non ha molto tempo per i suoi obiettivi”.

Per ora gli sponsor non si tirano indietro
C’è poi da considerare l’impatto economico, nel caso gli sponsor si tirassero indietro. Quasi tutti finora hanno detto poco e nulla, mentre Lacoste ha fatto sapere in una nota che “il prima possibile ci metteremo in contatto con Novak per rivedere gli eventi che hanno accompagnato la sua presenza in Australia”.

Possibile rientro in Australia prima dei tre anni previsti dalla legge
Intanto in Australia il governo rivendica di aver respinto un potenziale testimonial no vax, nel solco di un regolamento sull’immigrazione tra i più rigidi al mondo, per contenere la pandemia. A partita chiusa, tuttavia, i toni a Canberra si sono fatti più concilianti. Il premier Scott Morrison ha spiegato che Djokovic potrebbe tornare in Australia prima dei tre anni previsti dalla legge. “Alle giuste condizioni che valuteremo al momento”, ha aggiunto senza specificare altro.

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